Il nuovo presidente del Policlinico San Donato è Angelino Alfano. Entra nel consiglio di amministrazione Federico Ghizzoni e sono confermati Marco Rotelli, che lascia la carica di vice presidente per quella di consigliere di amministrazione, Nicola Grigoletto, Vittorio Emanuele Falsitta e Francesco Galli in qualità di amministratore delegato. grupposandonato
In particolare, argomenta il pm, «per il superamento del concorso pubblico per allievo maresciallo dei carabinieri: tariffa 10mila euro».
... La circostanza emerge dalle parole che il comandante rivolge a Di Massa: «Grazie del gentile pensiero che sicuramente gusteremo pensando a lei, sicuramente saranno prodotti di primissima scelta». stylo24
A Pescara non gli capitavano certe robe a Varone.
Gentile però il comandante navigator.
Mentre leggevo la "famigerata" enews di Renzi, mi sono ricordata dei tempi in cui il ministro Alfano si faceva il giro delle televisioni con l'imam dei tavoli ministeriali per dimostrare che al governo stavano a cuore le minoranze religiose e in particolare i musulmani sotto attacco nell'era di Daesh. Quando il poverello gli chiedeva perché non si era ancora giunti ad un trattato, Alfano con la solita mimica teatrale rispondeva :
ma lo sa lei quanti anni ci sono voluti per fare il concordato con la chiesa cattolica?
Ecco appunto. In un Paese così, che vuoi parlare di ius soli.
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martedì 9 luglio 2019
lunedì 23 aprile 2018
Auspici
23/04/2018
Cittadinanza italiana ad Alfie
I ministri Alfano e Minniti hanno concesso la cittadinanza italiana al piccolo Alfie. In tale modo il governo italiano auspica che l’essere cittadino italiano permetta, al bambino, l’immediato trasferimento in Italia.
Si tratta di una decisione di buon senso maturata presumibilmente in seguito ad una richiesta dei genitori.
Il governo britannico però può legittimamente percepire la mossa come una intrusione.
A tempo debito sapremo se è così e quali saranno le conseguenze.
I ministri Alfano e Minniti hanno concesso la cittadinanza italiana al piccolo Alfie. In tale modo il governo italiano auspica che l’essere cittadino italiano permetta, al bambino, l’immediato trasferimento in Italia.
Si tratta di una decisione di buon senso maturata presumibilmente in seguito ad una richiesta dei genitori.
Il governo britannico però può legittimamente percepire la mossa come una intrusione.
A tempo debito sapremo se è così e quali saranno le conseguenze.
martedì 13 marzo 2018
In missione
“Dalla crescita economica e sociale della Guinea - ha concluso il ministro - dipendono anche i risultati che entrambi ci prefiggiamo in merito alla tematica migratoria, una sfida comune per Africa e Europa”. mae gennaio 2018
La normalizzazione delle relazioni diplomatiche e commerciali in area africana, finalizzata anche alla risoluzione di emergenze che mettono in pericolo la sicurezza dei cittadini italiani, deve essere pianificata in un’ottica di lungo termine.
Bisogna pretendere garanzie tali da evitare il ripetersi di casi come quelli di Berardi e Galassi capitati nella Guinea Equatoriale.
E’ vero che siamo in presenza di governi poco stabili e corrotti. Ma proprio queste caratteristiche consentono loro una presa sulle istituzioni locali, soprattutto quelle giudiziarie, che diventano centrali in relazione alle problematiche nelle quali incappano spesso i nostri connazionali.
In mancanza di una strategia in grado di blindare la presenza italiana nel suo complesso in quei territori, alla fine i soldi investiti nelle loro economie risultano essere come i riscatti pagati ad Al Qaeda. Fondi perduti e destinati a risolvere l’emergenza del momento.
Bisognerebbe altresì fare in modo che le nostre ambasciate, e in particolar modo gli apparati di sicurezza presenti in pianta stabile, monitorino con maggiore attenzione i movimenti degli italiani in zona.
La normalizzazione delle relazioni diplomatiche e commerciali in area africana, finalizzata anche alla risoluzione di emergenze che mettono in pericolo la sicurezza dei cittadini italiani, deve essere pianificata in un’ottica di lungo termine.
Bisogna pretendere garanzie tali da evitare il ripetersi di casi come quelli di Berardi e Galassi capitati nella Guinea Equatoriale.
E’ vero che siamo in presenza di governi poco stabili e corrotti. Ma proprio queste caratteristiche consentono loro una presa sulle istituzioni locali, soprattutto quelle giudiziarie, che diventano centrali in relazione alle problematiche nelle quali incappano spesso i nostri connazionali.
In mancanza di una strategia in grado di blindare la presenza italiana nel suo complesso in quei territori, alla fine i soldi investiti nelle loro economie risultano essere come i riscatti pagati ad Al Qaeda. Fondi perduti e destinati a risolvere l’emergenza del momento.
Bisognerebbe altresì fare in modo che le nostre ambasciate, e in particolar modo gli apparati di sicurezza presenti in pianta stabile, monitorino con maggiore attenzione i movimenti degli italiani in zona.
domenica 24 dicembre 2017
Merry libyan tree
Dal presepone delle radici cristiane al Viminale ad un più secolare abete libico.
Angelino Alfano è stato un buon ministro dell'interno.
Detto con il senno di poi e dopo averlo criticato anche ferocemente.
Ha saputo sfruttare le proprie conoscenze in campo giuridico e si è affidato all'esperienza degli apparati di sicurezza. Il tandem con il prefetto Pansa è risultato efficace.
Il rapporto conflittuale con i partiti di estrema destra, e con i sindacati di polizia riconducibili a quell'area ideologica, ha costituito magari un ostacolo per il governo, ma è stato utile ad evitare rigurgiti estremisti. I ragazzotti che oggi se ne vanno in giro ad intimidire gli operatori umanitari, lo fanno perché si sentono virtualmente legittimati dagli abboccamenti con la destra istituzionale ai quali spesso si dedicano certi rappresentanti di governo e capi di forze dell'ordine.
La vera colpa politica del ministro Alfano è stata quella di non aver lavorato alla costituzione di un grande partito d'ispirazione cristiana che potesse accogliere anche quelli che cristiani non sono ma si rifanno comunque a quei principi. In questo momento ce n'è decisamente bisogno.
Non mi pare tipo da arrendersi. Prima o poi magari lo farà.
Foto Ambasciata d'Italia in Libia
Angelino Alfano è stato un buon ministro dell'interno.
Detto con il senno di poi e dopo averlo criticato anche ferocemente.
Ha saputo sfruttare le proprie conoscenze in campo giuridico e si è affidato all'esperienza degli apparati di sicurezza. Il tandem con il prefetto Pansa è risultato efficace.
Il rapporto conflittuale con i partiti di estrema destra, e con i sindacati di polizia riconducibili a quell'area ideologica, ha costituito magari un ostacolo per il governo, ma è stato utile ad evitare rigurgiti estremisti. I ragazzotti che oggi se ne vanno in giro ad intimidire gli operatori umanitari, lo fanno perché si sentono virtualmente legittimati dagli abboccamenti con la destra istituzionale ai quali spesso si dedicano certi rappresentanti di governo e capi di forze dell'ordine.
La vera colpa politica del ministro Alfano è stata quella di non aver lavorato alla costituzione di un grande partito d'ispirazione cristiana che potesse accogliere anche quelli che cristiani non sono ma si rifanno comunque a quei principi. In questo momento ce n'è decisamente bisogno.
Non mi pare tipo da arrendersi. Prima o poi magari lo farà.
Foto Ambasciata d'Italia in Libia
mercoledì 30 agosto 2017
M'anfatti
"Il governo italiano non tratta con i trafficanti". E' la "decisa smentita" di fonti della Farnesina interpellate dall'ANSA riguardo ad un'inchiesta dell'AP che scrive di un accordo, "sostenuto dall'Italia", tra il governo di Tripoli e alcune milizie precedentemente implicate nella tratta" di migranti "per impedire adesso agli stessi migranti di attraversare il Mediterraneo". "Non c'è nessun accordo tra i trafficanti e il governo italiano", ribadiscono le fonti della Farnesina.
Ansa
L'articolo era volutamente molto vago a proposito delle responsabilità.
Non mi stupirei se fosse stato commissionato proprio da qualche rappresentante delle parti chiamate in causa per mettere le mani avanti.
A meno che Esteri e Interno non si mettano a litigare (improbabile visto l'accordo per la Sicilia) ce la si può cavare con la solita passerella di capi di servizi segreti in commissioni varie.
E per oggi era l'ultima cattiveria.
Domani è l'Arafa.
Mi astengo da velenosi pensieri.
Inshallah.
Ansa
L'articolo era volutamente molto vago a proposito delle responsabilità.
Non mi stupirei se fosse stato commissionato proprio da qualche rappresentante delle parti chiamate in causa per mettere le mani avanti.
A meno che Esteri e Interno non si mettano a litigare (improbabile visto l'accordo per la Sicilia) ce la si può cavare con la solita passerella di capi di servizi segreti in commissioni varie.
E per oggi era l'ultima cattiveria.
Domani è l'Arafa.
Mi astengo da velenosi pensieri.
Inshallah.
mercoledì 9 agosto 2017
Agende
È il momento, per l'Onu, di dimostrare il proprio ruolo strategico nello scacchiere internazionale, facendo leva sull'esperienza dell'Italia nello scenario libico, per evitare iniziative estemporanee, non coordinate.
Occorre un'azione a più livelli: nella regione libica occorre facilitare il più ampio dialogo tra gli attori coinvolti intorno a una comune pacifica road map e ribadire ai Paesi confinanti, e più in generale a tutti gli Stati della regione, la necessità di sottrarsi a logiche di conflitto.
Angelino Alfano
Mentre McGurk cerca di far fruttare gli investimenti sauditi e di frenare le mire di Mohammed bin Salman che parrebbe orientato verso una guerra civile in Iraq, si torna a parlare della transizione che non c'è. Addirittura al momento sarebbe stato deciso di lasciare Assad al suo posto.
La questione siriana non ha risvolti energetici diretti.
Quindi in fondo conviene ai superpoteri non impantanarsi più di tanto.
Erdogan e l'Iran possono essere gestiti con bastone e carota come fatto finora.
Idlib rimane uno snodo importante. Potrebbe costituire merce di scambio proprio con la questione curda o bagaglio buono per le elezioni russe del prossimo anno.
Il fronte libico invece, non può essere lasciato così com'è.
E non costituisce solo interesse italiano.
Il ragionamento del ministro Alfano è molto bene articolato ma rimane al solito un'intenzione.
L'unica carta rimasta da giocare è quella di Saif al islam che può fare da mediatore politico e partner di Haftar. Merce di scambio in questo caso è l'accusa pendente al tribunale internazionale per crimini contro l'umanità. L'America di Trump, che con la Libia non vuole avere niente a che fare, potrebbe almeno esercitare pressioni per farla cadere.
Di tutti gli orrori per i quali siamo responsabili in Libia, se Saif può sistemare la baracca, questo sarebbe il meno peggio.
Angelino Alfano
Mentre McGurk cerca di far fruttare gli investimenti sauditi e di frenare le mire di Mohammed bin Salman che parrebbe orientato verso una guerra civile in Iraq, si torna a parlare della transizione che non c'è. Addirittura al momento sarebbe stato deciso di lasciare Assad al suo posto.
La questione siriana non ha risvolti energetici diretti.
Quindi in fondo conviene ai superpoteri non impantanarsi più di tanto.
Erdogan e l'Iran possono essere gestiti con bastone e carota come fatto finora.
Idlib rimane uno snodo importante. Potrebbe costituire merce di scambio proprio con la questione curda o bagaglio buono per le elezioni russe del prossimo anno.
Il fronte libico invece, non può essere lasciato così com'è.
E non costituisce solo interesse italiano.
Il ragionamento del ministro Alfano è molto bene articolato ma rimane al solito un'intenzione.
L'unica carta rimasta da giocare è quella di Saif al islam che può fare da mediatore politico e partner di Haftar. Merce di scambio in questo caso è l'accusa pendente al tribunale internazionale per crimini contro l'umanità. L'America di Trump, che con la Libia non vuole avere niente a che fare, potrebbe almeno esercitare pressioni per farla cadere.
Di tutti gli orrori per i quali siamo responsabili in Libia, se Saif può sistemare la baracca, questo sarebbe il meno peggio.
martedì 8 agosto 2017
Più Twitter. Meno chiacchiere.
Alle parole preferisce i fatti. Ha svecchiato, per esempio, l’immagine delle nostre spie. Ha voluto il declassamento degli atti coperti da segreto e ha puntato all’assunzione di trenta giovani selezionati dalle università su settemila curriculum. Tutto ciò dopo che i servizi segreti avevano svolto una serie di presentazioni nelle varie facoltà. Minniti ha inoltre organizzato una commissione indipendente di analisi contro l’estremismo islamico. Convinto che per combattere il nemico occorra imparare a conoscerlo». Negli ultimi mesi, poi, il lavoro - ventre a terra - per ridurre il numero di sbarchi. Con la redazione del codice Ong (apprezzato anche dalla Ue) boicottato da molte Organizzazioni e, sorpresa, poco appoggiato anche da alcuni ministri. ilsole24ore
Fatti che rimangono parole.
La commissione è stata messa in piedi a ridosso del referendum per dare l'impressione che il presidente del consiglio, che ha ignorato l'intero capitolo Islam durante il suo mandato, avesse a cuore il problema della radicalizzazione.
Stesso andazzo per le altre questioni.
Il ministro Minniti, forte dell'esperienza e dell'appartenenza politica, parte sempre in quarta ma poi è costretto a ripiegare. Il ministro Alfano, contro il quale ci siamo ingiustamente scagliati un pò tutti, si è sempre mosso da capo di partitino, ma almeno ci ha messo la buona volontà . Pur sbagliando a volte, ha concluso parecchio.
Minniti aveva iniziato con il blocco navale. E' arrivato con il codice.
E sempre in solitario all'interno del governo.
Il vero nodo irrisolto è che sul territorio i sindaci non vogliono i migranti perchè non li vogliamo noi cittadini. Da lì è arrivato anche il pastrocchio ius soli. Inutile preoccuparsi di come salvare vite se poi non si sa come gestirle.
Serve a poco anche sbattere i piedi e accontentarsi delle moine del presidente della repubblica.
E' tutto l'impianto che non funziona. Dal partito, al segretario, fino al capo del governo.
Non c'è una linea politica. Manca la strategia.
Ma anche a buttarli tutti a mare, non è che vi siano alternative migliori sia nella maggioranza che tra le opposizioni.
Forse se Minniti fosse un pochino più social, farebbe più fatti e meno parole.
Fatti che rimangono parole.
La commissione è stata messa in piedi a ridosso del referendum per dare l'impressione che il presidente del consiglio, che ha ignorato l'intero capitolo Islam durante il suo mandato, avesse a cuore il problema della radicalizzazione.
Stesso andazzo per le altre questioni.
Il ministro Minniti, forte dell'esperienza e dell'appartenenza politica, parte sempre in quarta ma poi è costretto a ripiegare. Il ministro Alfano, contro il quale ci siamo ingiustamente scagliati un pò tutti, si è sempre mosso da capo di partitino, ma almeno ci ha messo la buona volontà . Pur sbagliando a volte, ha concluso parecchio.
Minniti aveva iniziato con il blocco navale. E' arrivato con il codice.
E sempre in solitario all'interno del governo.
Il vero nodo irrisolto è che sul territorio i sindaci non vogliono i migranti perchè non li vogliamo noi cittadini. Da lì è arrivato anche il pastrocchio ius soli. Inutile preoccuparsi di come salvare vite se poi non si sa come gestirle.
Serve a poco anche sbattere i piedi e accontentarsi delle moine del presidente della repubblica.
E' tutto l'impianto che non funziona. Dal partito, al segretario, fino al capo del governo.
Non c'è una linea politica. Manca la strategia.
Ma anche a buttarli tutti a mare, non è che vi siano alternative migliori sia nella maggioranza che tra le opposizioni.
Forse se Minniti fosse un pochino più social, farebbe più fatti e meno parole.
domenica 4 giugno 2017
Se dopo anni che sei stato al governo, hai fatto il ministro di tutto
Una concezione un pò facilona della politica, quella che avrebbe espresso l'ex-presidente del consiglio.
Il bacino di voti di cui può disporre attualmente il ministro Alfano va letto alla luce dell'evoluzione politica che lo ha portato da Forza Italia ad Alleanza popolare. Troppo facile accusarlo di ribaltoni. E una seggiola da ministro da sola non porta consensi. Quello che piuttosto non si capisce dei movimenti politici che ha guidato Alfano, è come mai non siano cresciuti sul territorio. Se da un lato è normale che un ministro "piazzi" i suoi fedelissimi in posizioni strategiche, dall'altro pare strano che non sia riuscito a realizzare con la loro collaborazione, un allargamento della base elettorale. Il senatore Quagliarello può costituire un case study. Legato alla nostra terra da un passato lavorativo all'università, lo si è visto principalmente a ridosso delle elezioni e solo negli ultimi mesi più spesso, visto che anche lui ha fondato un partito o movimento .
Possibile che non avesse una base in Campania dove attingere voti o creare condizioni più favorevoli per Ncd? Probabilmente è sull'impegno dei singoli sul territorio che Alfano è mancato. Ma non ne ne farei una questione esclusiva di poltrona.
Il bacino di voti di cui può disporre attualmente il ministro Alfano va letto alla luce dell'evoluzione politica che lo ha portato da Forza Italia ad Alleanza popolare. Troppo facile accusarlo di ribaltoni. E una seggiola da ministro da sola non porta consensi. Quello che piuttosto non si capisce dei movimenti politici che ha guidato Alfano, è come mai non siano cresciuti sul territorio. Se da un lato è normale che un ministro "piazzi" i suoi fedelissimi in posizioni strategiche, dall'altro pare strano che non sia riuscito a realizzare con la loro collaborazione, un allargamento della base elettorale. Il senatore Quagliarello può costituire un case study. Legato alla nostra terra da un passato lavorativo all'università, lo si è visto principalmente a ridosso delle elezioni e solo negli ultimi mesi più spesso, visto che anche lui ha fondato un partito o movimento .
Possibile che non avesse una base in Campania dove attingere voti o creare condizioni più favorevoli per Ncd? Probabilmente è sull'impegno dei singoli sul territorio che Alfano è mancato. Ma non ne ne farei una questione esclusiva di poltrona.
venerdì 10 marzo 2017
If it's a mirror you want, just look into my eyes
Tutto questo è stato possibile grazie alla eccellente collaborazione con la Turchia: le autorità turche, infatti, consapevoli della valenza umanitaria della vicenda, hanno facilitato l’arrivo dalla Siria e il transito in Turchia della piccola Houda Emma. Questa sera, intanto - ha concluso Alfano -, Houda Emma verrà riabbracciata dalla sua mamma.
Grazie, dunque, di cuore alle autorità turche e a tutte le strutture dello Stato Italiano, che hanno reso possibile questo abbraccio".Farnesina
giovedì 23 febbraio 2017
Anche il conte indossò il velo
but we can only do so if Iran changes the way it conducts itself and begins to act like a nation state and shows respect for the fundamental principles of international laws, and principles of good neighborliness and principle of none interfering in the affairs of other countries, stop its support for terrorism and sectarianism. mofa.sa
Nel pomeriggio della medesima giornata, SE Il Ministro Al Jubeir è stato accolto a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio dei Ministri Italiano Paolo Gentiloni. In tale sede, SE il Ministro Al Jubeir è reso latore del messaggio di saluto al Capo del Governo Italiano da parte del Custode delle Due Sacre Moschee Re Salman bin Abdulaziz Al Saud, apprezzato e ricambiato dal Presidente Gentiloni. Nel corso dell’udienza, sono state passate in rassegna le eccellenti relazioni bilaterali tra i due paesi e le strategie per intensificarle, nonché questioni di interesse comune, sia a livello regionale che internazionale. reale ambasciata dell'Arabia Saudita
Un paio di foto sull'account Twitter della Farnesina.
Un video di 45 secondi su youtube.
Un comunicato di poche righe sul sito di Palazzo Chigi.
Di foto di Barchielli nemmeno a parlarne.
La visita di SE Al Jubeir è stata fatta passare sotto silenzio.
Difficile credere che si sia trattato della questione dei diritti umani.
Di certo il nostro governo non può dare lezioni di etica visto che è ospite fisso alla Corte di Strasburgo. E non nella veste di accusatore.
E' possibile che il basso profilo fosse necessario per non riaccendere le polemiche sugli armamenti che vengono venduti dalle aziende italiane all'Arabia Saudita ed usati in Yemen. Argomento questo, che spesso si presta alle schermaglie politiche. Svettano però, i ruoli dell'Italia in Libia e gli affari con l'Iran. Molto probabilmente non si è voluto irritare l'orso russo e nemmeno fare arrabbiare gli iraniani.
Secondo alcuni resoconti stampa, il ministro Alfano nella conferenza stampa congiunta avrebbe lodato la partecipazione dell'Iran ad un tavolo di trattative con gli stati del golfo per risolvere il conflitto yemenita. Prolusione abbastanza ottimistica, se non fantasiosa, a giudicare dall'intervento di Al Jubeir che ha colto l'occasione per dare una sferzata all'avversario storico. E ovviamente dal resoconto del ministero saudita l'auspicio del nostro ministro non risulta affatto.
Nel pomeriggio della medesima giornata, SE Il Ministro Al Jubeir è stato accolto a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio dei Ministri Italiano Paolo Gentiloni. In tale sede, SE il Ministro Al Jubeir è reso latore del messaggio di saluto al Capo del Governo Italiano da parte del Custode delle Due Sacre Moschee Re Salman bin Abdulaziz Al Saud, apprezzato e ricambiato dal Presidente Gentiloni. Nel corso dell’udienza, sono state passate in rassegna le eccellenti relazioni bilaterali tra i due paesi e le strategie per intensificarle, nonché questioni di interesse comune, sia a livello regionale che internazionale. reale ambasciata dell'Arabia Saudita
Un paio di foto sull'account Twitter della Farnesina.
Un video di 45 secondi su youtube.
Un comunicato di poche righe sul sito di Palazzo Chigi.
Di foto di Barchielli nemmeno a parlarne.
La visita di SE Al Jubeir è stata fatta passare sotto silenzio.
Difficile credere che si sia trattato della questione dei diritti umani.
Di certo il nostro governo non può dare lezioni di etica visto che è ospite fisso alla Corte di Strasburgo. E non nella veste di accusatore.
E' possibile che il basso profilo fosse necessario per non riaccendere le polemiche sugli armamenti che vengono venduti dalle aziende italiane all'Arabia Saudita ed usati in Yemen. Argomento questo, che spesso si presta alle schermaglie politiche. Svettano però, i ruoli dell'Italia in Libia e gli affari con l'Iran. Molto probabilmente non si è voluto irritare l'orso russo e nemmeno fare arrabbiare gli iraniani.
Secondo alcuni resoconti stampa, il ministro Alfano nella conferenza stampa congiunta avrebbe lodato la partecipazione dell'Iran ad un tavolo di trattative con gli stati del golfo per risolvere il conflitto yemenita. Prolusione abbastanza ottimistica, se non fantasiosa, a giudicare dall'intervento di Al Jubeir che ha colto l'occasione per dare una sferzata all'avversario storico. E ovviamente dal resoconto del ministero saudita l'auspicio del nostro ministro non risulta affatto.
venerdì 27 gennaio 2017
Effinalmente
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Marco Minniti, ha approvato il seguente movimento di Prefetti:
LAMORGESE dott.ssa Luciana - da Capo di Gabinetto del Ministero dell'Interno, è destinata a svolgere le funzioni di Prefetto di Milano
MORCONE dott. Mario - da Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, è destinato a svolgere le funzioni di Capo di Gabinetto del Ministero dell'Interno
Come ho spesso scritto, si ripeteva questa scena con il prefetto Lamorgese e il capo della polizia a cinque passi dal ministro. Il prefetto Morcone, invece a dieci, era visibilmente sofferente.
Adesso sarà più contento. E anche Barchielli può calibrare meglio le foto.
Chissà se c'è qualcosa in vista anche per il prefetto Iurato, di cui il prefetto Morcone ha tessuto le lodi per soli dieci minuti (lui è sempre sul pezzo) in un'audizione dedicata ai programmi di deradicalizzazione.
Come ho spesso scritto, si ripeteva questa scena con il prefetto Lamorgese e il capo della polizia a cinque passi dal ministro. Il prefetto Morcone, invece a dieci, era visibilmente sofferente.
Adesso sarà più contento. E anche Barchielli può calibrare meglio le foto.
Chissà se c'è qualcosa in vista anche per il prefetto Iurato, di cui il prefetto Morcone ha tessuto le lodi per soli dieci minuti (lui è sempre sul pezzo) in un'audizione dedicata ai programmi di deradicalizzazione.
mercoledì 7 dicembre 2016
A volte ritornano
Veramente Verdini io lo vedrei bene come ministro.
E' un bell'uomo, sa cantare, sa parlare.
Meglio di così.
Allora il ministro delle interiora ha cominciato a fare il giro delle televisioni dicendo :
abbiamo qua, abbiamo là. Con Matteo facciamo questo, con Matteo facciamo quello.
Ma abbiamo che ?!
Con tutti i soldi, le nomine, ricchi premi e cotillon che Renzi ha dato a polizia e carabinieri, non hanno votato sì manco i sindacati di sinistra.
Sai che tico Angelì ? Quello che dicono a noi musulmani anche grazie a te.
Tornatene a casa tua. Magari Crocetta ti trova una cosuccia da fare fino a quando non viene chiarito completamente l'affaire Shalabyeva.
E' un bell'uomo, sa cantare, sa parlare.
Meglio di così.
Allora il ministro delle interiora ha cominciato a fare il giro delle televisioni dicendo :
abbiamo qua, abbiamo là. Con Matteo facciamo questo, con Matteo facciamo quello.
Ma abbiamo che ?!
Con tutti i soldi, le nomine, ricchi premi e cotillon che Renzi ha dato a polizia e carabinieri, non hanno votato sì manco i sindacati di sinistra.
Sai che tico Angelì ? Quello che dicono a noi musulmani anche grazie a te.
Tornatene a casa tua. Magari Crocetta ti trova una cosuccia da fare fino a quando non viene chiarito completamente l'affaire Shalabyeva.
giovedì 3 novembre 2016
Smentiamo categoricamente il rinvio
L’uscita inopportuna del ministro Alfano si spiega con la logica che è costretto ad adottare un politico arrivato a reggere un dicastero così importante come quello degli interni grazie ad un mero accordo politico che poi si è ribaltato. Un ministro che può assicurare l’apporto decisivo in caso di passaggi parlamentari problematici, ma non ha dalla sua un pacchetto consistente di preferenze sul territorio, non può che agire in preda al panico. Un po’ come ai tempi degli esami universitari. Un rinvio era come una manna dal cielo per chi andava a tentare un orale dopo uno scritto di chimica o fisica passato per miracolo o grazie a suggerimenti.
I collaboratori del presidente del consiglio, e la comparsata dei vertici della polizia di stato alla festa del Coisp ne è stata testimonianza diretta, devono mirare a tutti i voti possibili e soprattutto a quelli impossibili. Sono ben consci del fatto che al momento il no è in vantaggio. Ma con un gioco serrato basato sulla percezione, il sì ha ancora speranze di vincere. Andando a votare a Dicembre e rimanendo così le cose, Renzi deve sfruttare al massimo la questione dei migranti in contrapposizione all’unione ed emanare i giusti provvedimenti per risolvere le problematiche delle popolazioni colpite dal terremoto. In questo modo i buchi della legge di bilancio verranno oscurati. Se si rimanda il voto a Giugno, come chiesto da qualche sindaco, aumentano le incognite e di conseguenza i rischi.
Ecco perché il volenteroso ma sprovveduto ministro dell’interno è stato prontamente zittito.
I collaboratori del presidente del consiglio, e la comparsata dei vertici della polizia di stato alla festa del Coisp ne è stata testimonianza diretta, devono mirare a tutti i voti possibili e soprattutto a quelli impossibili. Sono ben consci del fatto che al momento il no è in vantaggio. Ma con un gioco serrato basato sulla percezione, il sì ha ancora speranze di vincere. Andando a votare a Dicembre e rimanendo così le cose, Renzi deve sfruttare al massimo la questione dei migranti in contrapposizione all’unione ed emanare i giusti provvedimenti per risolvere le problematiche delle popolazioni colpite dal terremoto. In questo modo i buchi della legge di bilancio verranno oscurati. Se si rimanda il voto a Giugno, come chiesto da qualche sindaco, aumentano le incognite e di conseguenza i rischi.
Ecco perché il volenteroso ma sprovveduto ministro dell’interno è stato prontamente zittito.
martedì 27 settembre 2016
L'antiterrorismo del google translator
E secondo gli investigatori non si può escludere che la donna avrebbe potuto un domani agire.
La donna, da anni residente regolarmente a Perugia, è stata individuata grazie alla “presenza” della polizia sul territorio. Dagli accertamenti è emerso che la sua radicalizzazione era cominciata comunque da poco. Apparentemente irreprensibile, la colf - sempre secondo l’indagine - in realtà su internet si stava indottrinando da autodidatta, leggendo e guardando video su come costruire ordigni rudimentali, filmati con violenze nei confronti di «miscredenti», alcuni dei quali definiti molto violenti perché coinvolgono bambini. E secondo gli investigatori non si può escludere che la donna avrebbe potuto un domani agire. la stampa
Tra l'altro l'annuncio di questa espulsione, avvenuto evidentemente non a caso nelle stesse ore della sentenza di assoluzione di El Hanaoui, è stato dato dal ministro Alfano su Twitter e rimandava ad un link sul suo sito. All'ingresso appariva l'annuncio di blocco causato da un sito a rischio furto di dati.
Cose che sfuggono alla polizia postale.
E a proposito dell'inchiesta di Pisa, sulla quale non mi sono mai pronunciata perchè più di altre ha bisogno di una disamina approfondita delle carte, bisogna dire che ha comunque messo in evidenza come il fenomeno jihadista moderno, specie nel nostro Paese, vada indagato da personale che conosce la realtà delle periferie e delle seconde generazioni, la religione islamica, Internet e la geopolitica. E infine anche la lingua. O per lo meno deve avere a disposizione una traduzione appropriata.
Al procuratore Roberti, che ci mette tanta buona volontà ma ha una conoscenza accademica del fenomeno nel suo complesso e spesso riferita ad altre vicende criminali, va spiegato che non esiste la figura del traduttore così come la intende lui. Cioè uno che sappia esattamente di cosa stiamo parlando e cosa va cercato. Ognuno ha un suo vissuto e una propria sensibilità. Più di tanto il traduttore non può imbroccare.
Quello di cui c'è bisogno sono gli infiltrati, gli informatori.
Ma soprattutto poliziotti e agenti segreti musulmani. Di nascita o convertiti.
Il famigerato funzionario della Cia architetto di tante stragi in Yemen e Pakistan (che poi in fondo le rendition e gli extrajudicial killings sono la versione americana delle espulsioni fortemente volute dal ministro Alfano e dai vertici dell'antiterrorismo, visto che sottraggono un imputato al giudizio del tribunale) è un musulmano convertito. Un pò bislacco, ma comunque in grado di comprendere quello che accade e quello che potrebbe accadere. All'abilità investigativa, unisce una conoscenza della religione, dei profili e delle culture che nessun poliziotto o agente segreto, anche il migliore, può avere.
Che poi il drone non sempre ci prenda, a causa di informazioni sbagliate o mancanti e che alle famiglie non sia stato mai concesso fino ad ora di avere giustizia, quello è un discorso a parte.
Ma in generale, un musulmano o qualcuno che abbia un background stratificato, se così lo vogliamo definire, è quello che serve per comprendere e contrastare il terrorismo moderno. Ci vuole una doppia anima.
Avete bisogno di noi. Però ci interpellate solo per tradurre, prendere le distanze, segnalare.
Un rapporto in stile Kunta Kinte.
Finchè si manda la poliziotta carina sul giornale a dire, un mese si e un mese no, che l'antiterrorismo si fa con i mediatori culturali, magari prossimamente anche con il google translator, si continua anche a scherzare con il fuoco.
Pur avendo grandemente apprezzato l'intervento del prefetto Gabrielli a Viterbo qualche giorno fa
(Video min.20.40-1.08.22 ), in materia di anti-terrorismo, non concordo sul fatto che prima o poi dovremo pagare un prezzo anche noi.
Per come si presenta la situazione attualmente nel nostro Paese, o almeno così come la conosciamo dai media, e anche rispetto agli sviluppi in medio-oriente ed Africa, forze dell'ordine e servizi sono perfettamente in grado di tenere sotto controllo la situazione. Ovviamente qualcosa può sempre scappare, ma se il governo non opera nel sociale e non si fanno gli innesti necessari in campo investigativo per paura dei sindacati di polizia di destra o degli attacchi di Salvini al ministro, allora bisognerà ammettere, in nome di quella trasparenza di cui il capo della polizia è magistrale interprete, che ce la siamo andata a cercare.
La donna, da anni residente regolarmente a Perugia, è stata individuata grazie alla “presenza” della polizia sul territorio. Dagli accertamenti è emerso che la sua radicalizzazione era cominciata comunque da poco. Apparentemente irreprensibile, la colf - sempre secondo l’indagine - in realtà su internet si stava indottrinando da autodidatta, leggendo e guardando video su come costruire ordigni rudimentali, filmati con violenze nei confronti di «miscredenti», alcuni dei quali definiti molto violenti perché coinvolgono bambini. E secondo gli investigatori non si può escludere che la donna avrebbe potuto un domani agire. la stampa
Tra l'altro l'annuncio di questa espulsione, avvenuto evidentemente non a caso nelle stesse ore della sentenza di assoluzione di El Hanaoui, è stato dato dal ministro Alfano su Twitter e rimandava ad un link sul suo sito. All'ingresso appariva l'annuncio di blocco causato da un sito a rischio furto di dati.
Cose che sfuggono alla polizia postale.
E a proposito dell'inchiesta di Pisa, sulla quale non mi sono mai pronunciata perchè più di altre ha bisogno di una disamina approfondita delle carte, bisogna dire che ha comunque messo in evidenza come il fenomeno jihadista moderno, specie nel nostro Paese, vada indagato da personale che conosce la realtà delle periferie e delle seconde generazioni, la religione islamica, Internet e la geopolitica. E infine anche la lingua. O per lo meno deve avere a disposizione una traduzione appropriata.
Al procuratore Roberti, che ci mette tanta buona volontà ma ha una conoscenza accademica del fenomeno nel suo complesso e spesso riferita ad altre vicende criminali, va spiegato che non esiste la figura del traduttore così come la intende lui. Cioè uno che sappia esattamente di cosa stiamo parlando e cosa va cercato. Ognuno ha un suo vissuto e una propria sensibilità. Più di tanto il traduttore non può imbroccare.
Quello di cui c'è bisogno sono gli infiltrati, gli informatori.
Ma soprattutto poliziotti e agenti segreti musulmani. Di nascita o convertiti.
Il famigerato funzionario della Cia architetto di tante stragi in Yemen e Pakistan (che poi in fondo le rendition e gli extrajudicial killings sono la versione americana delle espulsioni fortemente volute dal ministro Alfano e dai vertici dell'antiterrorismo, visto che sottraggono un imputato al giudizio del tribunale) è un musulmano convertito. Un pò bislacco, ma comunque in grado di comprendere quello che accade e quello che potrebbe accadere. All'abilità investigativa, unisce una conoscenza della religione, dei profili e delle culture che nessun poliziotto o agente segreto, anche il migliore, può avere.
Che poi il drone non sempre ci prenda, a causa di informazioni sbagliate o mancanti e che alle famiglie non sia stato mai concesso fino ad ora di avere giustizia, quello è un discorso a parte.
Ma in generale, un musulmano o qualcuno che abbia un background stratificato, se così lo vogliamo definire, è quello che serve per comprendere e contrastare il terrorismo moderno. Ci vuole una doppia anima.
Avete bisogno di noi. Però ci interpellate solo per tradurre, prendere le distanze, segnalare.
Un rapporto in stile Kunta Kinte.
Finchè si manda la poliziotta carina sul giornale a dire, un mese si e un mese no, che l'antiterrorismo si fa con i mediatori culturali, magari prossimamente anche con il google translator, si continua anche a scherzare con il fuoco.
Pur avendo grandemente apprezzato l'intervento del prefetto Gabrielli a Viterbo qualche giorno fa
(Video min.20.40-1.08.22 ), in materia di anti-terrorismo, non concordo sul fatto che prima o poi dovremo pagare un prezzo anche noi.
Per come si presenta la situazione attualmente nel nostro Paese, o almeno così come la conosciamo dai media, e anche rispetto agli sviluppi in medio-oriente ed Africa, forze dell'ordine e servizi sono perfettamente in grado di tenere sotto controllo la situazione. Ovviamente qualcosa può sempre scappare, ma se il governo non opera nel sociale e non si fanno gli innesti necessari in campo investigativo per paura dei sindacati di polizia di destra o degli attacchi di Salvini al ministro, allora bisognerà ammettere, in nome di quella trasparenza di cui il capo della polizia è magistrale interprete, che ce la siamo andata a cercare.
lunedì 12 settembre 2016
Con l'ombrello al festival dell'unirenzità
Durante il suo lungo intervento il questore, come detto, non si è limitato al resoconto della giornata di ieri - la più calda e difficile con Renzi in città - ma ha analizzato tutti i 15 giorni che hanno trasformato la villa Bellini, e non solo, nel cuore della politica nazionale: «Abbiamo avuto ministri e personalità importanti senza impedire a nessuno di dire la sua. La partita del Catania rinviata? Un eccesso parlarne in quei termini. La Lega ha fatto tutto da sola e io avevo parlato personalmente il 10 agosto con l'amministratore delegato Pietro Lo Monaco». meridionews
La festa dell'unità a Catania è stata un mega flop. Poco pubblico nel complesso.
Sono stati messi assieme gruppetti più consistenti per farsi belli con i vip del PD.
La manifestazione di ieri è stata ad appannaggio delle categorie che più risentono della crisi e delle politiche inesistenti del governo Renzi. Poi si sono infiltrati alcuni black bloc.
Magari non comprati dai cinesi, come sosteneva il sempre arguto Ottavio Cappellani dalle storiche colonne del giornale di Mario Ciancio Sanfilippo, ma più che altro piazzati là per dare un pò di colore all'evento.
Con buona pace del Questore e del capo della polizia Gabrielli che, forse rimasto fulminato sulla via del fioretto di Jesi (ma un bel commissariato a Montesilvano, no ?) si sono lasciati prendere la mano da lodi e ringraziamenti.
All'indomani della mezza incoronazione di Parisi in nome di un ritorno ad una presunto orientamento moderato da parte del partito di Berlusconi, al ministro Alfano non rimane che aderire al partito democratico di Renzi. E ovviamente deve mettere sul tavolo quanto di meglio può offrire, oltre a crearsi un gruppo di fedelissimi all'interno del partito. Però non riesce ad andare oltre un certo tipo di politiche.
L'espulsione senza ricorrere al magistrato, sottolineata dal ministro stamane in una intervista, oltre ad essere un semplice rimedio di emergenza, insinua dubbi nei musulmani. Abbiamo sentito il ministro dire, che l'indiano di Sicilia è stato espulso in quanto stava tentando di rapire una bambina. Eppure il procuratore e gli inquirenti hanno dichiarato che si è trattato di fumo mediatico. Le testimonianze erano molto contraddittorie.
Se gli stessi criteri vengono applicati alle espulsioni dei musulmani, si rischia di rendere vano lo sforzo.
Da un lato il musulmano non ritiene di vivere in uno stato di diritto, quindi non sente la necessità di tenere un comportamento rispettoso di regole e leggi, visto che questo è il messaggio che gli arriva con il ricorso alle espulsioni. Dall'altro si sente sempre più sotto tiro ed alienato. Vittima di ingiustizia. Se lo scopo di tali provvedimenti, è quello di togliere le mele marce preparando così il terreno per un Islam sano e soprattutto italiano, alla fine si otterrà l'effetto contrario.
Last but not least, non per fare le pulci al ministro, però pur non condividendone molte tesi lo considero personaggio interessante, il fatto di cui fa spesso menzione nei suoi interventi, circa il mestiere di ministro non retribuito per sua scelta, suona un pò stonato. Beato lui che non ha bisogno di stipendio per arrivare a fine mese. I quattrini non danno la felicità, ma assicurano possibilità di scelta. E fare il ministro dell'interno, l'uomo più potente del Paese, apre parecchie porte . Quindi mettiamo da parte la retorica.
Il black bloc con l'ombrello nero a striscia gialla è spettacoloso.
Only in Catania.
Video Sudpress
La festa dell'unità a Catania è stata un mega flop. Poco pubblico nel complesso.
Sono stati messi assieme gruppetti più consistenti per farsi belli con i vip del PD.
La manifestazione di ieri è stata ad appannaggio delle categorie che più risentono della crisi e delle politiche inesistenti del governo Renzi. Poi si sono infiltrati alcuni black bloc.
Magari non comprati dai cinesi, come sosteneva il sempre arguto Ottavio Cappellani dalle storiche colonne del giornale di Mario Ciancio Sanfilippo, ma più che altro piazzati là per dare un pò di colore all'evento.
Con buona pace del Questore e del capo della polizia Gabrielli che, forse rimasto fulminato sulla via del fioretto di Jesi (ma un bel commissariato a Montesilvano, no ?) si sono lasciati prendere la mano da lodi e ringraziamenti.
All'indomani della mezza incoronazione di Parisi in nome di un ritorno ad una presunto orientamento moderato da parte del partito di Berlusconi, al ministro Alfano non rimane che aderire al partito democratico di Renzi. E ovviamente deve mettere sul tavolo quanto di meglio può offrire, oltre a crearsi un gruppo di fedelissimi all'interno del partito. Però non riesce ad andare oltre un certo tipo di politiche.
L'espulsione senza ricorrere al magistrato, sottolineata dal ministro stamane in una intervista, oltre ad essere un semplice rimedio di emergenza, insinua dubbi nei musulmani. Abbiamo sentito il ministro dire, che l'indiano di Sicilia è stato espulso in quanto stava tentando di rapire una bambina. Eppure il procuratore e gli inquirenti hanno dichiarato che si è trattato di fumo mediatico. Le testimonianze erano molto contraddittorie.
Se gli stessi criteri vengono applicati alle espulsioni dei musulmani, si rischia di rendere vano lo sforzo.
Da un lato il musulmano non ritiene di vivere in uno stato di diritto, quindi non sente la necessità di tenere un comportamento rispettoso di regole e leggi, visto che questo è il messaggio che gli arriva con il ricorso alle espulsioni. Dall'altro si sente sempre più sotto tiro ed alienato. Vittima di ingiustizia. Se lo scopo di tali provvedimenti, è quello di togliere le mele marce preparando così il terreno per un Islam sano e soprattutto italiano, alla fine si otterrà l'effetto contrario.
Last but not least, non per fare le pulci al ministro, però pur non condividendone molte tesi lo considero personaggio interessante, il fatto di cui fa spesso menzione nei suoi interventi, circa il mestiere di ministro non retribuito per sua scelta, suona un pò stonato. Beato lui che non ha bisogno di stipendio per arrivare a fine mese. I quattrini non danno la felicità, ma assicurano possibilità di scelta. E fare il ministro dell'interno, l'uomo più potente del Paese, apre parecchie porte . Quindi mettiamo da parte la retorica.
Il black bloc con l'ombrello nero a striscia gialla è spettacoloso.
Only in Catania.
Video Sudpress
domenica 4 settembre 2016
E il ministro scarica sulla polizia
02 Settembre 2016
Il Governo di Accordo Nazionale libico e il Governo italiano, nell’ambito della collaborazione per il contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina, a fronte del recente aumento del flusso dei migranti verso l’Europa, l’Italia in particolare, in data odierna hanno concordato urgenti misure anche per ridurre il rischio di nuove tragedie umanitarie.
Al riguardo, è stata valutata una serie di diversificate iniziative da porre in essere attraverso l’istituzione di una Commissione Interministeriale e di una sala Operativa congiunta, volte a controllare e ridurre efficacemente il fenomeno.
Governo italiano
Intervista ministro Alfano
Non basta la firma di un accordo tra polizie e a favor di telecamera, a sottrarre il governo alle proprie responsabilità. E non basta nemmeno ad isolare l'Italia rispetto all'Europa.
I fenomeni migratori racchiudono problematiche globali per le quali sono responsabili diversi ministeri e che devono essere affrontate di concerto con l'Europa.
C'è bisogno di sapere dove vanno i milioni concessi dall'unione ai regimi dittatoriali africani e come questi saranno usati, al di là della versione ufficiale fatta di cultura, lavoro e servizi.
Siamo d'accordo sul fatto che i clandestini debbano essere espulsi, ma non si è capito secondo quale procedura.Il meccanismo del pick&chose da parte dei rappresentanti sudanesi, così come è stato raccontato dalla stampa, riporta ai tempi degli schiavi.
E nemmeno è chiaro come siano effettivamente gestiti i rimpatri volontari.
Sicuramente al prefetto Morcone in Niger verranno mostrati quadretti paradisiaci, ma chi garantisce l'esito positivo dell'intera operazione ? Chi controlla la gestione dello Iom ?
In attesa che il ministro illustri queste ed altre problematiche al question time, sarebbe prova di buona volontà che venissero resi pubblici i testi di accordi e memorandum of understanding.
La trasparenza è il primo parametro per essere certi che un governo stia operando in maniera corretta.
Intervista ministro Alfano
Non basta la firma di un accordo tra polizie e a favor di telecamera, a sottrarre il governo alle proprie responsabilità. E non basta nemmeno ad isolare l'Italia rispetto all'Europa.
I fenomeni migratori racchiudono problematiche globali per le quali sono responsabili diversi ministeri e che devono essere affrontate di concerto con l'Europa.
C'è bisogno di sapere dove vanno i milioni concessi dall'unione ai regimi dittatoriali africani e come questi saranno usati, al di là della versione ufficiale fatta di cultura, lavoro e servizi.
Siamo d'accordo sul fatto che i clandestini debbano essere espulsi, ma non si è capito secondo quale procedura.Il meccanismo del pick&chose da parte dei rappresentanti sudanesi, così come è stato raccontato dalla stampa, riporta ai tempi degli schiavi.
E nemmeno è chiaro come siano effettivamente gestiti i rimpatri volontari.
Sicuramente al prefetto Morcone in Niger verranno mostrati quadretti paradisiaci, ma chi garantisce l'esito positivo dell'intera operazione ? Chi controlla la gestione dello Iom ?
In attesa che il ministro illustri queste ed altre problematiche al question time, sarebbe prova di buona volontà che venissero resi pubblici i testi di accordi e memorandum of understanding.
La trasparenza è il primo parametro per essere certi che un governo stia operando in maniera corretta.
mercoledì 17 agosto 2016
Valls il califfo e Angelino il timido
"Le spiagge - aggiunge il premier -, così come ogni altro spazio pubblico, devono essere preservate dalle rivendicazioni religiose. Il burkini non è una nuova linea di costumi da bagno, una moda. E' la traduzione di un progetto politico, di contro-società, fondato tra l'altro sull'asservimento della donna. Dietro il burkini - prosegue Valls - c'è l'idea che per natura le donne sarebbero impudiche, impure, che dovrebbero dunque essere completamente coperte. Questo non è compatibile con i valori della Francia e della Repubblica. Di fronte alle provocazioni, la Repubblica deve difendersi". repubblica
Anche per l’uso del velo in pubblico e del «burkini» sulle spiagge: «Le nostre risposte, seppur dure, non devono mai diventare una provocazione potenzialmente capace di attirare attentati», spiega Angelino Alfano.
Allora, qual è la ricetta in questa estate in cui i diritti sembrano dover indossare la camicia di forza? «Il mio approccio è costituzionale, perché la nostra Carta garantisce a tutti la libertà di culto; liberale, perché esiste un diritto naturale che precede le leggi e le costituzioni; pragmatico, perché in Italia ci sono un milione mezzo di musulmani che io non posso certo considerare terroristi o fiancheggiatori dei terroristi; severo, perché ho espulso 9 imam in quanto c’è una differenza tra pregare e inneggiare all’odio e alla violenza». corriere
Il concetto espresso dal primo ministro francese, altri non è che quel pensiero unico o assimilazionismo di cui viene accusato l'Occidente in relazione alla mancata integrazione soprattutto da parte delle seconde generazioni.
Si tratta dello stesso concetto espresso dai giovani della lega padana a Vobarno, quando l'anno scorso, intervistati da servizio pubblico, chiedevano : perchè i musulmani dovrebbero costruire moschee ? Basta che vengano nelle nostre chiese. Totale chiusura al dialogo e al confronto.
Rifiuto della altrui identità.
Non è una coincidenza che Daesh, prima ancora di assumere la denominazione ufficiale di stato islamico di Iraq e Siria, potesse già contare, attraverso la rotta balcanica, su un nutrito bacino di reclutamento in quelle che sono conosciute come le valli bresciane.
Ma Valls va oltre. Nega la differenza tra il diritto di scelta e l'imposizione.
Non distingue tra la donna musulmana che liberamente sceglie di coprirsi e non vuole rinunciare alla spiaggia, e quella che invece viene costretta a coprirsi dal marito o dal padre, più che dal Corano.
Valls oltre ad esprimere disprezzo per una religione che ufficialmente può essere praticata liberamente in Francia, obbliga le donne a sottomettersi a quelli che lui definisce i valori francesi.
E' la stessa imposizione di stampo nazifascista ed oscurantista di cui si serve Daesh per obbligare le donne ad indossare il burqa e a non fumare secondo quelli che sarebbero i valori islamici.
Il ministro dell'interno Alfano, sembrerebbe saggiamente distanziarsi da queste posizioni oltranziste.
Ma non lo fa per difendere apertamente un diritto sancito dalla Costituzione.
Semplicemente per paura di un attentato. L'andamento dell'intervista, un classico approntato dallo staff del ministro, è sempre strutturato in questo modo. Vuole dare l'impressione che il ministro difende i diritti dei musulmani come quelli di tutti, ma si guarda bene dall'essere accostato a loro.
Lo scopo della sostanza espressa, è quello di evitare lo scontro ideologico con Daesh e di non esporre i musulmani alla sua propaganda.
Ma in siffatta maniera, sempre timoroso di dichiararsi il ministro di tutti, anche dei musulmani, e semplicemente mostrandosi in pubblico, giusto per rispondere all'esigenza del momento, al fianco dei suoi fedelissimi imam, rischia un effetto boomerang.
Il musulmano psicologicamente fragile e predisposto all'ideologia di Daesh, molto facilmente soccomberà e si lascerà manipolare.
Anche per l’uso del velo in pubblico e del «burkini» sulle spiagge: «Le nostre risposte, seppur dure, non devono mai diventare una provocazione potenzialmente capace di attirare attentati», spiega Angelino Alfano.
Allora, qual è la ricetta in questa estate in cui i diritti sembrano dover indossare la camicia di forza? «Il mio approccio è costituzionale, perché la nostra Carta garantisce a tutti la libertà di culto; liberale, perché esiste un diritto naturale che precede le leggi e le costituzioni; pragmatico, perché in Italia ci sono un milione mezzo di musulmani che io non posso certo considerare terroristi o fiancheggiatori dei terroristi; severo, perché ho espulso 9 imam in quanto c’è una differenza tra pregare e inneggiare all’odio e alla violenza». corriere
Il concetto espresso dal primo ministro francese, altri non è che quel pensiero unico o assimilazionismo di cui viene accusato l'Occidente in relazione alla mancata integrazione soprattutto da parte delle seconde generazioni.
Si tratta dello stesso concetto espresso dai giovani della lega padana a Vobarno, quando l'anno scorso, intervistati da servizio pubblico, chiedevano : perchè i musulmani dovrebbero costruire moschee ? Basta che vengano nelle nostre chiese. Totale chiusura al dialogo e al confronto.
Rifiuto della altrui identità.
Non è una coincidenza che Daesh, prima ancora di assumere la denominazione ufficiale di stato islamico di Iraq e Siria, potesse già contare, attraverso la rotta balcanica, su un nutrito bacino di reclutamento in quelle che sono conosciute come le valli bresciane.
Ma Valls va oltre. Nega la differenza tra il diritto di scelta e l'imposizione.
Non distingue tra la donna musulmana che liberamente sceglie di coprirsi e non vuole rinunciare alla spiaggia, e quella che invece viene costretta a coprirsi dal marito o dal padre, più che dal Corano.
Valls oltre ad esprimere disprezzo per una religione che ufficialmente può essere praticata liberamente in Francia, obbliga le donne a sottomettersi a quelli che lui definisce i valori francesi.
E' la stessa imposizione di stampo nazifascista ed oscurantista di cui si serve Daesh per obbligare le donne ad indossare il burqa e a non fumare secondo quelli che sarebbero i valori islamici.
Il ministro dell'interno Alfano, sembrerebbe saggiamente distanziarsi da queste posizioni oltranziste.
Ma non lo fa per difendere apertamente un diritto sancito dalla Costituzione.
Semplicemente per paura di un attentato. L'andamento dell'intervista, un classico approntato dallo staff del ministro, è sempre strutturato in questo modo. Vuole dare l'impressione che il ministro difende i diritti dei musulmani come quelli di tutti, ma si guarda bene dall'essere accostato a loro.
Lo scopo della sostanza espressa, è quello di evitare lo scontro ideologico con Daesh e di non esporre i musulmani alla sua propaganda.
Ma in siffatta maniera, sempre timoroso di dichiararsi il ministro di tutti, anche dei musulmani, e semplicemente mostrandosi in pubblico, giusto per rispondere all'esigenza del momento, al fianco dei suoi fedelissimi imam, rischia un effetto boomerang.
Il musulmano psicologicamente fragile e predisposto all'ideologia di Daesh, molto facilmente soccomberà e si lascerà manipolare.
lunedì 15 agosto 2016
Mi correggo
Lo ha chiamato durante il Conosp.
Non prima.
Io capisco che a Ferragosto ci si voglia dedicare ad altro.
Ma un sorriso dopo essere stato nominato prefetto ? Il generale Parente e altri non riescono a comprendere l'importanza di avere un lavoro fisso.
"Eravamo già in grado di dirvi che non c'erano riscontri di quanto pubblicato sui giornali. Non abbiamo evidenze certe che Sirte sia un luogo di partenza per chi intenda arrivare sull'altra sponda del Mediterraneo. Il nostro sistema di controllo dei migranti avviene ormai con grande perizia. Non era così nel 2014. Oggi usiamo la fotosegnalazione con un livello maggiore di identificazione. Contiamo di aprire delle sedi distaccate per effettuare il rimpatrio di chi non ha titolo per restare in Italia". Angelino Alfano agenzie
Ma si è mai visto un ministro dell'interno inglese o americano che in conferenza stampa sconfessa il comitato di controllo sull'intelligence ?
Appena Hillary diventa presidente, io parto e vi saluto a tutti.
E magari faccio domanda per entrare nella Cia.
Se hanno preso la Bikowski, ho solide speranze.
Foto Ministero Interno
Non prima.
Io capisco che a Ferragosto ci si voglia dedicare ad altro.
Ma un sorriso dopo essere stato nominato prefetto ? Il generale Parente e altri non riescono a comprendere l'importanza di avere un lavoro fisso.
"Eravamo già in grado di dirvi che non c'erano riscontri di quanto pubblicato sui giornali. Non abbiamo evidenze certe che Sirte sia un luogo di partenza per chi intenda arrivare sull'altra sponda del Mediterraneo. Il nostro sistema di controllo dei migranti avviene ormai con grande perizia. Non era così nel 2014. Oggi usiamo la fotosegnalazione con un livello maggiore di identificazione. Contiamo di aprire delle sedi distaccate per effettuare il rimpatrio di chi non ha titolo per restare in Italia". Angelino Alfano agenzie
Ma si è mai visto un ministro dell'interno inglese o americano che in conferenza stampa sconfessa il comitato di controllo sull'intelligence ?
Appena Hillary diventa presidente, io parto e vi saluto a tutti.
E magari faccio domanda per entrare nella Cia.
Se hanno preso la Bikowski, ho solide speranze.
Foto Ministero Interno
sabato 6 agosto 2016
Voglia e turnà
Se trovassi lavoro da quelle parti ci andrei.
Però io ho dei circuiti neuronali atipici.
E' comprensibile che Farooq e la sua famiglia insistano sull'innocenza.
Per un Pakistano la vita da quelle parti può essere un inferno e credo che lui sia una delle poche fonti di guadagno per tutti.
Però c'è qualcosa che non torna.
Questa legge è stata fatta apposta per togliersi di torno un pò di gente che è solo un peso per le forze dell'ordine. Gente per la quale non si riesce ad arrivare ad incriminazione e che comunque comporta un sforzo per il monitoraggio.
Questo è quanto ammettono gli investigatori a microfoni spenti.E non ci vuole comunque un genio per capirlo.Va da se che nel mucchio ci possano capitare anche innocenti.
Però io ne vedo pochi in giro di investigatori, e ancora meno magistrati, che hanno compreso il fenomeno attuale in tutti i suoi risvolti. Tendono più che altro ad applicare la legge alla lettera senza considerare il contesto. Non sono in malafede.
E' che non hanno proprio le conoscenze base per fare analisi e valutazioni.
Quindi non si sa cosa il ministro si ritrovi sul tavolo per la firma finale.
Non so se questo ragazzo sia innocente. Magari bluffa o spera nelle lungaggini del nostro sistema.
Però bisognerebbe dare un'occhiata a questo ed altri casi. Prima che venga fuori un pentolone scomodo.
Ha un avvocato abbastanza agguerrito. Vedremo che riesce a cavarne .
Però io ho dei circuiti neuronali atipici.
E' comprensibile che Farooq e la sua famiglia insistano sull'innocenza.
Per un Pakistano la vita da quelle parti può essere un inferno e credo che lui sia una delle poche fonti di guadagno per tutti.
Però c'è qualcosa che non torna.
Questa legge è stata fatta apposta per togliersi di torno un pò di gente che è solo un peso per le forze dell'ordine. Gente per la quale non si riesce ad arrivare ad incriminazione e che comunque comporta un sforzo per il monitoraggio.
Questo è quanto ammettono gli investigatori a microfoni spenti.E non ci vuole comunque un genio per capirlo.Va da se che nel mucchio ci possano capitare anche innocenti.
Però io ne vedo pochi in giro di investigatori, e ancora meno magistrati, che hanno compreso il fenomeno attuale in tutti i suoi risvolti. Tendono più che altro ad applicare la legge alla lettera senza considerare il contesto. Non sono in malafede.
E' che non hanno proprio le conoscenze base per fare analisi e valutazioni.
Quindi non si sa cosa il ministro si ritrovi sul tavolo per la firma finale.
Non so se questo ragazzo sia innocente. Magari bluffa o spera nelle lungaggini del nostro sistema.
Però bisognerebbe dare un'occhiata a questo ed altri casi. Prima che venga fuori un pentolone scomodo.
Ha un avvocato abbastanza agguerrito. Vedremo che riesce a cavarne .
giovedì 4 agosto 2016
Le rendition ai tempi di Daesh
Il tenore di certe intercettazioni sembrerebbe costituire una prova schiacciante secondo il principio che regola le espulsioni. Però bisognerebbe conoscere il contesto.
Ad esempio in un dialogo Farooq suggerisce ad un convertito italiano, tra l'altro per qualche ragione non identificato dai Ros, il modo in cui nascondere alla famiglia la sua scelta nel periodo di digiuno di Ramadan.
Problema che tutti i convertiti hanno e cercano di tamponare come meglio possono all'inizio.
Poi c'è la questione del nome della figlia Jihad, di uso molto comune, che sarebbe stata allevata in un clima di violenza. E anche la sua presunta adesione a Daesh.
Video
La gestione mediatica di questo caso è stata un boomerang.
Tenuto quasi nascosto annunciandolo di domenica, si è fatto un passo indietro nei giorni successivi visto il clamore creato da parenti e amici e raccolto da alcuni media, ed è stata organizzata una campagna stampa con maggiori dettagli.
Se mai ci fosse la volontà da parte del governo di fare prevenzione vera interagendo con le comunità e i singoli, questo è il modo peggiore. Aumenta la diffidenza nei confronti delle istituzioni che danno l'impressione di voler nascondere qualcosa. La dinamica dell'espulsione pare simile a quella di una rendition.
Al di là della reale efficacia preventiva, visto che questi soggetti poi si radicalizzeranno ancor di più e potrebbero rendersi complici di un attentato in cui magari rimangono vittime italiani all'estero, la mancanza di trasparenza non aiuta la lotta alla macchina mediatica di Daesh.
Il governo deve muoversi in più direzioni per prevenire un inasprimento delle ostilità ed evitare che il terrorismo attecchisca su suolo italiano.
Il potenziamento di forze dell'ordine e servizi segreti e la formazione degli imam è di certo un passo importante. Ma non è abbastanza.Siamo ancora molto indietro e il tempo non è nostro alleato.
Dalle ultime uscite stampa-video dalla Siria sembra che si voglia alzare il tiro contro l'Italia e il cristianesimo.
Ad esempio in un dialogo Farooq suggerisce ad un convertito italiano, tra l'altro per qualche ragione non identificato dai Ros, il modo in cui nascondere alla famiglia la sua scelta nel periodo di digiuno di Ramadan.
Problema che tutti i convertiti hanno e cercano di tamponare come meglio possono all'inizio.
Poi c'è la questione del nome della figlia Jihad, di uso molto comune, che sarebbe stata allevata in un clima di violenza. E anche la sua presunta adesione a Daesh.
Video
La gestione mediatica di questo caso è stata un boomerang.
Tenuto quasi nascosto annunciandolo di domenica, si è fatto un passo indietro nei giorni successivi visto il clamore creato da parenti e amici e raccolto da alcuni media, ed è stata organizzata una campagna stampa con maggiori dettagli.
Se mai ci fosse la volontà da parte del governo di fare prevenzione vera interagendo con le comunità e i singoli, questo è il modo peggiore. Aumenta la diffidenza nei confronti delle istituzioni che danno l'impressione di voler nascondere qualcosa. La dinamica dell'espulsione pare simile a quella di una rendition.
Al di là della reale efficacia preventiva, visto che questi soggetti poi si radicalizzeranno ancor di più e potrebbero rendersi complici di un attentato in cui magari rimangono vittime italiani all'estero, la mancanza di trasparenza non aiuta la lotta alla macchina mediatica di Daesh.
Il governo deve muoversi in più direzioni per prevenire un inasprimento delle ostilità ed evitare che il terrorismo attecchisca su suolo italiano.
Il potenziamento di forze dell'ordine e servizi segreti e la formazione degli imam è di certo un passo importante. Ma non è abbastanza.Siamo ancora molto indietro e il tempo non è nostro alleato.
Dalle ultime uscite stampa-video dalla Siria sembra che si voglia alzare il tiro contro l'Italia e il cristianesimo.
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