mercoledì 17 agosto 2016

Valls il califfo e Angelino il timido

"Le spiagge - aggiunge il premier -, così come ogni altro spazio pubblico, devono essere preservate dalle rivendicazioni religiose. Il burkini non è una nuova linea di costumi da bagno, una moda. E' la traduzione di un progetto politico, di contro-società, fondato tra l'altro sull'asservimento della donna. Dietro il burkini - prosegue Valls - c'è l'idea che per natura le donne sarebbero impudiche, impure, che dovrebbero dunque essere completamente coperte. Questo non è compatibile con i valori della Francia e della Repubblica. Di fronte alle provocazioni, la Repubblica deve difendersi". repubblica

Anche per l’uso del velo in pubblico e del «burkini» sulle spiagge: «Le nostre risposte, seppur dure, non devono mai diventare una provocazione potenzialmente capace di attirare attentati», spiega Angelino Alfano.  
Allora, qual è la ricetta in questa estate in cui i diritti sembrano dover indossare la camicia di forza? «Il mio approccio è costituzionale, perché la nostra Carta garantisce a tutti la libertà di culto; liberale, perché esiste un diritto naturale che precede le leggi e le costituzioni; pragmatico, perché in Italia ci sono un milione mezzo di musulmani che io non posso certo considerare terroristi o fiancheggiatori dei terroristi; severo, perché ho espulso 9 imam in quanto c’è una differenza tra pregare e inneggiare all’odio e alla violenza».  corriere

Il concetto espresso dal primo ministro francese, altri non è che quel pensiero unico o assimilazionismo di cui viene accusato l'Occidente in relazione alla mancata integrazione soprattutto da parte delle seconde generazioni.
Si tratta dello stesso concetto espresso dai giovani della lega padana a Vobarno, quando l'anno scorso, intervistati da servizio pubblico, chiedevano : perchè i musulmani dovrebbero costruire moschee ? Basta che vengano nelle nostre chiese. Totale chiusura al dialogo e al confronto.
Rifiuto della altrui identità.
Non è una coincidenza che Daesh, prima ancora di assumere la denominazione ufficiale di stato islamico di Iraq e Siria, potesse già contare, attraverso la rotta balcanica, su un nutrito bacino di reclutamento in quelle che sono conosciute come le valli bresciane.

Ma Valls va oltre. Nega la differenza tra il diritto di scelta e l'imposizione.
Non distingue tra la donna musulmana che liberamente sceglie di coprirsi e non vuole rinunciare alla spiaggia, e quella che invece viene costretta a coprirsi dal marito o dal padre, più che dal Corano.
Valls oltre ad esprimere disprezzo per una religione che ufficialmente può essere praticata liberamente in Francia, obbliga le donne a sottomettersi a quelli che lui definisce i valori francesi.
E' la stessa imposizione di stampo nazifascista ed oscurantista di cui si serve Daesh per obbligare le donne ad indossare il burqa e a non fumare secondo quelli che sarebbero i valori islamici.

Il ministro dell'interno Alfano, sembrerebbe saggiamente distanziarsi da queste posizioni oltranziste.
Ma non lo fa per difendere apertamente un diritto sancito dalla Costituzione.
Semplicemente per paura di un attentato. L'andamento dell'intervista, un classico approntato dallo staff del ministro, è sempre strutturato in questo modo. Vuole dare l'impressione che il ministro difende i diritti dei musulmani come quelli di tutti, ma si guarda bene dall'essere accostato a loro.
Lo scopo della sostanza espressa, è quello di evitare lo scontro ideologico con Daesh e di non esporre i musulmani alla sua propaganda.
Ma in siffatta maniera, sempre timoroso di dichiararsi il ministro di tutti, anche dei musulmani, e semplicemente mostrandosi in pubblico, giusto per rispondere all'esigenza del momento, al fianco dei suoi fedelissimi imam, rischia un effetto boomerang.
Il musulmano psicologicamente fragile e predisposto all'ideologia di Daesh, molto facilmente soccomberà e si lascerà manipolare.

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