martedì 27 settembre 2016

L'antiterrorismo del google translator

E secondo gli investigatori non si può escludere che la donna avrebbe potuto un domani agire. 

La donna, da anni residente regolarmente a Perugia, è stata individuata grazie alla “presenza” della polizia sul territorio. Dagli accertamenti è emerso che la sua radicalizzazione era cominciata comunque da poco. Apparentemente irreprensibile, la colf - sempre secondo l’indagine - in realtà su internet si stava indottrinando da autodidatta, leggendo e guardando video su come costruire ordigni rudimentali, filmati con violenze nei confronti di «miscredenti», alcuni dei quali definiti molto violenti perché coinvolgono bambini. E secondo gli investigatori non si può escludere che la donna avrebbe potuto un domani agire. la stampa

Tra l'altro l'annuncio di questa espulsione, avvenuto evidentemente non a caso nelle stesse ore della sentenza di assoluzione di El Hanaoui, è stato dato dal ministro Alfano su Twitter e rimandava ad un link sul suo sito. All'ingresso appariva l'annuncio di blocco causato da un sito a rischio furto di dati.
Cose che sfuggono alla polizia postale.

E a proposito dell'inchiesta di Pisa, sulla quale non mi sono mai pronunciata perchè più di altre ha bisogno di una disamina approfondita delle carte, bisogna dire che ha comunque messo in evidenza come il fenomeno jihadista moderno, specie nel nostro Paese, vada indagato da personale che conosce la realtà delle periferie e delle seconde generazioni, la religione islamica, Internet e la geopolitica. E infine anche la lingua. O per lo meno deve avere a disposizione una traduzione appropriata.
Al procuratore Roberti, che ci mette tanta buona volontà ma ha una conoscenza accademica del fenomeno nel suo complesso e spesso riferita ad altre vicende criminali, va spiegato che non esiste la figura del traduttore così come la intende lui. Cioè uno che sappia esattamente di cosa stiamo parlando e cosa va cercato. Ognuno ha un suo vissuto e una propria sensibilità. Più di tanto il traduttore non può imbroccare.
Quello di cui c'è bisogno sono gli infiltrati, gli informatori.
Ma soprattutto poliziotti e agenti segreti musulmani. Di nascita o convertiti.
Il famigerato funzionario della Cia architetto di tante stragi in Yemen e Pakistan (che poi in fondo le rendition e gli extrajudicial killings sono la versione americana delle espulsioni fortemente volute dal ministro Alfano e dai vertici dell'antiterrorismo, visto che sottraggono un imputato al giudizio del tribunale) è un musulmano convertito. Un pò bislacco, ma comunque in grado di comprendere quello che accade e quello che potrebbe accadere. All'abilità investigativa, unisce una conoscenza della religione, dei profili e delle culture che nessun poliziotto o agente segreto, anche il migliore, può avere.
Che poi il drone non sempre ci prenda, a causa di informazioni sbagliate o mancanti e che alle famiglie non sia stato mai concesso fino ad ora di avere giustizia, quello è un discorso a parte.
Ma in generale, un musulmano o qualcuno che abbia un background stratificato, se così lo vogliamo definire, è quello che serve per comprendere e contrastare il terrorismo moderno. Ci vuole una doppia anima.
Avete bisogno di noi. Però ci interpellate solo per tradurre, prendere le distanze, segnalare.
Un rapporto in stile Kunta Kinte.

Finchè si manda la poliziotta carina sul giornale a dire, un mese si e un mese no, che l'antiterrorismo si fa con i mediatori culturali, magari prossimamente anche con il google translator, si continua anche a scherzare con il fuoco.
Pur avendo grandemente apprezzato l'intervento del prefetto Gabrielli a Viterbo qualche giorno fa
(Video min.20.40-1.08.22 ), in materia di anti-terrorismo, non concordo sul fatto che prima o poi dovremo pagare un prezzo anche noi.
Per come si presenta la situazione attualmente nel nostro Paese, o almeno così come la conosciamo dai media, e anche rispetto agli sviluppi in medio-oriente ed Africa, forze dell'ordine e servizi sono perfettamente in grado di tenere sotto controllo la situazione. Ovviamente qualcosa può sempre scappare, ma se il governo non opera nel sociale e non si fanno gli innesti necessari in campo investigativo per paura dei sindacati di polizia di destra o degli attacchi di Salvini al ministro, allora bisognerà ammettere, in nome di quella trasparenza di cui il capo della polizia è magistrale interprete, che ce la siamo andata a cercare.

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