giovedì 3 novembre 2016

Smentiamo categoricamente il rinvio

L’uscita inopportuna del ministro Alfano si spiega con la logica che è costretto ad adottare un politico arrivato a reggere un dicastero così importante come quello degli interni grazie ad un mero accordo politico che poi si è ribaltato. Un ministro che può assicurare l’apporto decisivo in caso di passaggi parlamentari problematici, ma non ha dalla sua un pacchetto consistente di preferenze sul territorio, non può che agire in preda al panico. Un po’ come ai tempi degli esami universitari. Un rinvio era come una manna dal cielo per chi andava a tentare un orale dopo uno scritto di chimica o fisica passato per miracolo o grazie a suggerimenti.
I collaboratori del presidente del consiglio, e la comparsata dei vertici della polizia di stato alla festa del Coisp ne è stata testimonianza diretta, devono mirare a tutti i voti possibili e soprattutto a quelli impossibili. Sono ben consci del fatto che al momento il no è in vantaggio. Ma con un gioco serrato basato sulla percezione, il sì ha ancora speranze di vincere. Andando a votare a Dicembre e rimanendo così le cose, Renzi deve sfruttare al massimo la questione dei migranti in contrapposizione all’unione ed emanare i giusti provvedimenti per risolvere le problematiche delle popolazioni colpite dal terremoto. In questo modo i buchi della legge di bilancio verranno oscurati. Se si rimanda il voto a Giugno, come chiesto da qualche sindaco, aumentano le incognite e di conseguenza i rischi.
Ecco perché il volenteroso ma sprovveduto ministro dell’interno è stato prontamente zittito.

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