"Dopo sedici anni di 'latitanza' quando siamo tornati a Corleone con la mia famiglia - dice in una intervista esclusiva rilasciata all'Adnkronos - volevo vivere una vita normale. Ma non è stato possibile, perché la stampa mi ha reso 'anormale'. In ogni mio movimento. Io voglio solo essere lasciato in pace, non chiedo altro. Volevo insomma la normalità e non ce l'ho neppure dopo la morte di mio padre".adnkronos
Non mi ricordavo di avere Salvatore tra i contatti Facebook.
Risale all'epoca in cui seguivo la vicenda di Provenzano ed ebbi anche occasione di entrare in contatto con Angelo che è una persona intelligente e ha saputo ben sfruttare l'alone di anormalità che gli è stato cucito addosso. Ha pagato caro la sua ostinazione.
Non ha ceduto al ricatto dello stato che gli chiedeva di far pentire il padre per avere accesso a quelli che erano suoi diritti. Probabilmente pensava di risolvere il problema esponendosi pubblicamente e di poter ritornare nell'ombra una volta spenti i riflettori. In Italia il circo dell'antimafia non finisce mai purtroppo.
A Di Maio è stato evidentemente riservato un trappolone. Non risulta che Salvatore Provenzano abbia legami con la mafia. Ma ha un cognome imbarazzante per chi pensa di rappresentare la politica del cambiamento. La reazione quasi isterica del ministro è stata l'ennesima dimostrazione che il cambiamento di cui i grillini vogliono farsi messaggeri è per il momento puramente formale. Ha perso un occasione per tentare un nuovo approccio in Sicilia attraverso l'interazione con le famiglie dei mafiosi che sono la prova che si può restare lontano dalla mafia. Il loro intervento può essere più incisivo di quello dei parenti delle vittime.
Ma non ha avuto il tempo di comprendere la questione.
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sabato 24 novembre 2018
mercoledì 13 luglio 2016
Ah mbeh
In attesa di una intervista ad Al Pacino.
Chissà se Gigetto De Magistris gli manda un'altra video-lettera..
Michele Placido comunque è stato l'unico finora a dire cose sensate. Ha parlato da attore senza darsi le arie da guru come i soliti noti.
Però devo dire la verità.
Se a suo tempo presi a cuore la vicenda di Provenzano e la battaglia che ha condotto suo figlio Angelo per farlo curare, è stato in parte a causa della piovra.
E di tutte quelle fiction e dei personaggi che spuntano fuori ogni volta che si parla di mafia.
Giornalisti, magistrati, investigatori.
Hanno sempre pronta una loro verità preconfezionata che devi per forza di cose abbracciare, perchè sennò o non capisci dal momento che non sei siciliano e quindi non puoi sentire il dolore. Oppure vuole dire che sei mafioso.
So bene che i discorsi sui diritti non piacciono ai siciliani nè ai poliziotti.
Però l'Italia non è la Sicilia nè uno stato di polizia. Eppure risente dei problemi causati dalla mafia.
Per crescere e per superare questioni problematiche come quella mafiosa, c'è bisogno di ragionamenti che vadano oltre. Se loro non sono capaci di farli, li lascino a noi che forse non comprendiamo il dolore, ma tentiamo di scansarlo senza sensazionalismi.
Chissà se Gigetto De Magistris gli manda un'altra video-lettera..
Michele Placido comunque è stato l'unico finora a dire cose sensate. Ha parlato da attore senza darsi le arie da guru come i soliti noti.
Però devo dire la verità.
Se a suo tempo presi a cuore la vicenda di Provenzano e la battaglia che ha condotto suo figlio Angelo per farlo curare, è stato in parte a causa della piovra.
E di tutte quelle fiction e dei personaggi che spuntano fuori ogni volta che si parla di mafia.
Giornalisti, magistrati, investigatori.
Hanno sempre pronta una loro verità preconfezionata che devi per forza di cose abbracciare, perchè sennò o non capisci dal momento che non sei siciliano e quindi non puoi sentire il dolore. Oppure vuole dire che sei mafioso.
So bene che i discorsi sui diritti non piacciono ai siciliani nè ai poliziotti.
Però l'Italia non è la Sicilia nè uno stato di polizia. Eppure risente dei problemi causati dalla mafia.
Per crescere e per superare questioni problematiche come quella mafiosa, c'è bisogno di ragionamenti che vadano oltre. Se loro non sono capaci di farli, li lascino a noi che forse non comprendiamo il dolore, ma tentiamo di scansarlo senza sensazionalismi.
Adesso è morto per davvero
Io dico solo una cosa.
Che non si può accogliere ufficialmente per motivi umanitari un detenuto di Guantanamo e invece lasciare crepare al 41bis un boss mafioso che era stato dato praticamente per morto da più perizie.
Lo stato di diritto deve valere per tutti.
Se lo ricordino quelli che hanno questa morte sulla coscienza e che danno lezioni nelle aule di tribunale, nelle scuole e in tutti i luoghi riservati alle istituzioni.
E' stato tolto un padre ed un marito ai suoi congiunti, così come faceva lui.
Che non si può accogliere ufficialmente per motivi umanitari un detenuto di Guantanamo e invece lasciare crepare al 41bis un boss mafioso che era stato dato praticamente per morto da più perizie.
Lo stato di diritto deve valere per tutti.
Se lo ricordino quelli che hanno questa morte sulla coscienza e che danno lezioni nelle aule di tribunale, nelle scuole e in tutti i luoghi riservati alle istituzioni.
E' stato tolto un padre ed un marito ai suoi congiunti, così come faceva lui.
sabato 2 aprile 2016
Sta morendo, mischino
L’ultima volta che chiesi al figlio di Provenzano come stava il padre, mi rispose “Vegeta”.
Angelo ha un modo tutto suo di reagire alle avversità e di proteggersi dalla curiosità ossessiva della gente. Anche di quella che gli vuole bene. Gli avevo fatto una domanda stupida visto che tutti i giornali ne parlavano e lui mi rispose in maniera altrettanto scontata. Come a dire che visto che non era ancora crepato, era facilmente immaginabile che stesse come già si sapeva.
Sono passati diversi anni da quando è cominciata la battaglia della famiglia Provenzano e il capostipite si ostina a voler vivere. O meglio a sopravvivere.
In questi giorni è giunto l’ennesimo rifiuto da parte del Ministero della Giustizia, di volergli concedere una attenuazione della misura cautelare costituita dal 41 bis.
Non è venuta meno la capacità di Provenzano di mantenere contatti con esponenti tuttora liberi dell’organizzazione criminale di appartenenze, anche in ragione della sua particolare concreta pericolosità. Così recita il provvedimento del Ministro.
Le procure di Caltanissetta e Firenze sarebbero favorevoli alla revoca mentre per il procuratore Lo Voi è ancora necessario delineare la sua figura e il suo ruolo nell’associazione mafiosa cosa nostra.
A quanto è dato capire la mafia si tiene i morti viventi adesso.
La direzione nazionale antimafia avrebbe dato parere negativo perché l’attenuazione della misura non gli recherebbe sollievo e al 41 bis riceverebbe tutte le cure necessarie.
Ricorda una chiosa di Fazzo alla condanna della sorella di Maria Giulia Sergio, che sottolineò che in carcere sarebbe stata al sicuro più che nel califfato. Luca spesso ha una memoria selettiva. Dimentica che non sempre si esce vivi dal carcere. Specie in Italia.
Osservavo il ministro Orlando l’altra sera nell’arena di Ballarò .
Paonazzo e con gli occhi verde mare fuori dalle orbite come al solito, cercava di difendersi dall’assalto del giornalismo di qualità. Quello non schierato. Giannini e Giordano. Ci metteva tanta buona volontà e sentimento che a un certo punto il direttore del Tg4 ha smesso di infierire ed intenerito gli ha teso una mano.
E il presidente del consiglio per tre giorni prima di rientrare in patria, non ha fatto altro che raccontare la storiella della telefonata della ministra Cancellieri paragonandola a quella della sua ormai ex-ministra di emiliana fattura. Fiero che si sia dimessa senza che nessuno glielo avesse chiesto. “Tu questa storia non la reggi” avrebbe tuonato al telefono il Matteo nazionale tra una esibizione canora e una corsetta al parco dopo colazione.
La verità è che questo governo ama le cose facili.
Le prese di posizione popolari. Quelle che provocano meno clamore e più retweet.
Cacciare la mite Federica è cosa assai più semplice che mettersi contro il fior fiore dell’antimafia certificata e delle destre d’assalto. Battersi contro il governo di al Sisi è molto più facile che farlo contro Obama.
E così, come avrebbe detto tal Santi Pullarà a colloquio telefonico con un “collega” :
"Se non muoiono tutti e due (Provenzano e Riina), luce non ne vede nessuno: è vero zio Mario?"
Probabilmente Provenzano deve rimanere vivo, o meglio vegeto, al 41 bis, per evitare che cosa nostra si rigeneri in maniera più forte ed aggressiva.
E' l'unica spiegazione possibile per la decisione presa dal ministro.
Angelo ha un modo tutto suo di reagire alle avversità e di proteggersi dalla curiosità ossessiva della gente. Anche di quella che gli vuole bene. Gli avevo fatto una domanda stupida visto che tutti i giornali ne parlavano e lui mi rispose in maniera altrettanto scontata. Come a dire che visto che non era ancora crepato, era facilmente immaginabile che stesse come già si sapeva.
Sono passati diversi anni da quando è cominciata la battaglia della famiglia Provenzano e il capostipite si ostina a voler vivere. O meglio a sopravvivere.
In questi giorni è giunto l’ennesimo rifiuto da parte del Ministero della Giustizia, di volergli concedere una attenuazione della misura cautelare costituita dal 41 bis.
Non è venuta meno la capacità di Provenzano di mantenere contatti con esponenti tuttora liberi dell’organizzazione criminale di appartenenze, anche in ragione della sua particolare concreta pericolosità. Così recita il provvedimento del Ministro.
Le procure di Caltanissetta e Firenze sarebbero favorevoli alla revoca mentre per il procuratore Lo Voi è ancora necessario delineare la sua figura e il suo ruolo nell’associazione mafiosa cosa nostra.
A quanto è dato capire la mafia si tiene i morti viventi adesso.
La direzione nazionale antimafia avrebbe dato parere negativo perché l’attenuazione della misura non gli recherebbe sollievo e al 41 bis riceverebbe tutte le cure necessarie.
Ricorda una chiosa di Fazzo alla condanna della sorella di Maria Giulia Sergio, che sottolineò che in carcere sarebbe stata al sicuro più che nel califfato. Luca spesso ha una memoria selettiva. Dimentica che non sempre si esce vivi dal carcere. Specie in Italia.
Osservavo il ministro Orlando l’altra sera nell’arena di Ballarò .
Paonazzo e con gli occhi verde mare fuori dalle orbite come al solito, cercava di difendersi dall’assalto del giornalismo di qualità. Quello non schierato. Giannini e Giordano. Ci metteva tanta buona volontà e sentimento che a un certo punto il direttore del Tg4 ha smesso di infierire ed intenerito gli ha teso una mano.
E il presidente del consiglio per tre giorni prima di rientrare in patria, non ha fatto altro che raccontare la storiella della telefonata della ministra Cancellieri paragonandola a quella della sua ormai ex-ministra di emiliana fattura. Fiero che si sia dimessa senza che nessuno glielo avesse chiesto. “Tu questa storia non la reggi” avrebbe tuonato al telefono il Matteo nazionale tra una esibizione canora e una corsetta al parco dopo colazione.
La verità è che questo governo ama le cose facili.
Le prese di posizione popolari. Quelle che provocano meno clamore e più retweet.
Cacciare la mite Federica è cosa assai più semplice che mettersi contro il fior fiore dell’antimafia certificata e delle destre d’assalto. Battersi contro il governo di al Sisi è molto più facile che farlo contro Obama.
E così, come avrebbe detto tal Santi Pullarà a colloquio telefonico con un “collega” :
"Se non muoiono tutti e due (Provenzano e Riina), luce non ne vede nessuno: è vero zio Mario?"
Probabilmente Provenzano deve rimanere vivo, o meglio vegeto, al 41 bis, per evitare che cosa nostra si rigeneri in maniera più forte ed aggressiva.
E' l'unica spiegazione possibile per la decisione presa dal ministro.
giovedì 10 aprile 2014
Routinario
Lo ha deciso e fatto eseguire il Dap, Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, nell'ambito di un piano che viene presentato come routinario, ma che, dato il particolare momento di fibrillazione delle organizzazioni criminali, tutto appare meno che ordinario. I movimenti, avvenuti quasi in contemporanea tra il mese scorso e questi giorni, con eccezionali misure di sicurezza e di segretezza, hanno riguardato circa 200 detenuti sottoposti al cosiddetto carcere duro. E' questo il motivo del trasferimento da Parma a Milano di Provenzano,
agi
Qua qualcuno conta balle.
Un ministro che ha l'ultima parola sul 41bis non sa di certi piani routinari?
Non si spiega cosa possa avere in più l'ospedale di Opera, rispetto a quello di Parma.
Mi auguro che tutta questa manfrina sia un semplice modo per farsi belli davanti alla corte Europea.
E nel momento specifico, davanti ai giudici Inglesi, per dirgli :
avete visto quanto siamo bravi, gli facciamo anche i controlli in ospedale.
Oppure per rifarsi la verginità di fronte all'opinione pubblica e dirgli:
avete visto che avevamo ragione che questi vecchietti arzilli in stato vegetativo sono pericolosi?
Whatever the case, è comunque il segnale che nessuno sa dove sia MMD.
Sappiamo dov'è Orlando, ma non perchè sia stato messo lì.
agi
Qua qualcuno conta balle.
Un ministro che ha l'ultima parola sul 41bis non sa di certi piani routinari?
Non si spiega cosa possa avere in più l'ospedale di Opera, rispetto a quello di Parma.
Mi auguro che tutta questa manfrina sia un semplice modo per farsi belli davanti alla corte Europea.
E nel momento specifico, davanti ai giudici Inglesi, per dirgli :
avete visto quanto siamo bravi, gli facciamo anche i controlli in ospedale.
Oppure per rifarsi la verginità di fronte all'opinione pubblica e dirgli:
avete visto che avevamo ragione che questi vecchietti arzilli in stato vegetativo sono pericolosi?
Whatever the case, è comunque il segnale che nessuno sa dove sia MMD.
Sappiamo dov'è Orlando, ma non perchè sia stato messo lì.
Delucidazioni
Sul trasferimento di Provenzano, si apprende in serata da fonti del ministero della Giustizia, il Guardasigilli Orlando ha chiesto delucidazioni al Dap: una richiesta di chiarimenti finalizzata ad approfondire se lo spostamento sia legato ad esigenze di sicurezza o ad una modifica delle condizioni di salute del boss.
ansa
Anche un controllo magari.
O non gli spetta?
Stavo leggendo il curriculum di questo essere.
Non ha lavorato un giorno in vita sua.
Ha fatto il dirigente di partito e il ministro del mare.
Questa è l'Italia della svolta buona.
ansa
Anche un controllo magari.
O non gli spetta?
Stavo leggendo il curriculum di questo essere.
Non ha lavorato un giorno in vita sua.
Ha fatto il dirigente di partito e il ministro del mare.
Questa è l'Italia della svolta buona.
venerdì 28 marzo 2014
Le ragioni
"Su quali ragioni si fonda un trattamento differenziato solo per nostro padre? Anzi, in verità solo per noi che siamo gli unici a subire, incolpevoli, questo regime 'speciale'. E' come se dicessero che siamo noi sospettati di portare messaggi fuori o da fuori". (ANSA).
Mi chiedo, e pongo la questione anche al Ministero, che senso ha far espiare una pena in condizioni così restrittive a una persona che non ha più la percezione dell’ergastolo? Angelo Provenzano
E' passata sotto silenzio, la notizia del rifiuto da parte delle autorità Inglesi, di concedere l'estradizione a Domenico Rancadore.
L'Inghilterra è un Paese garantista.
A tutti vengono concessi i diritti che spettano.
Il giudice si è letto le trascrizioni di tutti i processi che Rancadore ha subito.
Ha ascoltato le spiegazioni su questioni giurisprudenziali a lui sconosciute, circa l'associazione mafiosa, il concorso esterno e il 416bis, e dopo essersi informato, ci sono fior di sentenze della corte Europea, ha concluso che Rancadore stava meglio in Inghilterra.
Questo tipo di deliberazioni sono di solito riservate a terroristi o oligarchi Russi.
Gente cioè che dovrebbe rientrare in Paesi come la Giordania o l'Egitto, o anche la Russia.
E morirebbero di torture.
Si, siamo come loro.
Il Paese culla della civiltà Occidentale, è come Putin l'invasore.
Lo Stato Italiano dovrebbe farsi un esame di coscienza.
Dovrebbe spiegare ad Angelo e Francesco Paolo, per quale motivo li ha costretti ad una vita d'inferno.
Se questi due ragazzi si trovano a combattere per un'esistenza che non avevano chiesto, a nascondersi quand'erano ragazzini, a girare per carceri e tribunali adesso che sono uomini, non è solo colpa del padre.
E' colpa di quello stato che per quarant'anni ha lasciato Provenzano libero di girare in lungo e in largo per la Sicilia e oltre, ci dicono.
Poi a un certo punto gli ha presentato il conto, e a quei ragazzi si è chiesto persino di far pentire il padre, per usufruire di diritti che gli spettavano.
Io mi chiedo con quale faccia magistrati e poliziotti se ne vanno in giro per le università a presentare libri e ritirare premi.
Con quale faccia ci possano mostrare un identikit in esclusiva su un giornale.
Che se la storia fosse vera, Messina Denaro ammazzerà tutti quelli che gli stanno attorno.
Non ci si può parlare di legalità per poi gestire la questione Provenzano in maniera così disumana.
Non ci si può venire a chiedere di fare la nostra parte di cittadini, quando si fa una doppia faccia.
Si condanna il Provenzano assassino e si uccide il Provenzano carcerato.
Concedere una detenzione ordinaria a Provenzano oggi, non significa assolvere il boss mafioso.
Significa però educare la popolazione alla legge della vendetta.
Questa non può essere la politica promossa da uno stato civile.
Mi chiedo, e pongo la questione anche al Ministero, che senso ha far espiare una pena in condizioni così restrittive a una persona che non ha più la percezione dell’ergastolo? Angelo Provenzano
E' passata sotto silenzio, la notizia del rifiuto da parte delle autorità Inglesi, di concedere l'estradizione a Domenico Rancadore.
L'Inghilterra è un Paese garantista.
A tutti vengono concessi i diritti che spettano.
Il giudice si è letto le trascrizioni di tutti i processi che Rancadore ha subito.
Ha ascoltato le spiegazioni su questioni giurisprudenziali a lui sconosciute, circa l'associazione mafiosa, il concorso esterno e il 416bis, e dopo essersi informato, ci sono fior di sentenze della corte Europea, ha concluso che Rancadore stava meglio in Inghilterra.
Questo tipo di deliberazioni sono di solito riservate a terroristi o oligarchi Russi.
Gente cioè che dovrebbe rientrare in Paesi come la Giordania o l'Egitto, o anche la Russia.
E morirebbero di torture.
Si, siamo come loro.
Il Paese culla della civiltà Occidentale, è come Putin l'invasore.
Lo Stato Italiano dovrebbe farsi un esame di coscienza.
Dovrebbe spiegare ad Angelo e Francesco Paolo, per quale motivo li ha costretti ad una vita d'inferno.
Se questi due ragazzi si trovano a combattere per un'esistenza che non avevano chiesto, a nascondersi quand'erano ragazzini, a girare per carceri e tribunali adesso che sono uomini, non è solo colpa del padre.
E' colpa di quello stato che per quarant'anni ha lasciato Provenzano libero di girare in lungo e in largo per la Sicilia e oltre, ci dicono.
Poi a un certo punto gli ha presentato il conto, e a quei ragazzi si è chiesto persino di far pentire il padre, per usufruire di diritti che gli spettavano.
Io mi chiedo con quale faccia magistrati e poliziotti se ne vanno in giro per le università a presentare libri e ritirare premi.
Con quale faccia ci possano mostrare un identikit in esclusiva su un giornale.
Che se la storia fosse vera, Messina Denaro ammazzerà tutti quelli che gli stanno attorno.
Non ci si può parlare di legalità per poi gestire la questione Provenzano in maniera così disumana.
Non ci si può venire a chiedere di fare la nostra parte di cittadini, quando si fa una doppia faccia.
Si condanna il Provenzano assassino e si uccide il Provenzano carcerato.
Concedere una detenzione ordinaria a Provenzano oggi, non significa assolvere il boss mafioso.
Significa però educare la popolazione alla legge della vendetta.
Questa non può essere la politica promossa da uno stato civile.
giovedì 27 marzo 2014
Rischi
La decisione del ministro si uniforma al parere della Procura nazionale antimafia, che aveva smentito i colleghi siciliani e toscani, affermando che si debba evitare a tutti i costi, anche per la sicurezza dei magistrati più esposti, il rischio che "Binu" Provenzano possa comunque avere contatti con l'esterno.
repubblica
E' un vegetale.
Che contatti vuoi che abbia.
E per chi avesse ancora qualche dubbio sulla messinscena dell'identikit svelato dal confidente o pentito :
repubblica
E' un vegetale.
Che contatti vuoi che abbia.
E per chi avesse ancora qualche dubbio sulla messinscena dell'identikit svelato dal confidente o pentito :
martedì 26 novembre 2013
Un certo rinnovamento in senso stretto
Questa situazione, dunque, richiede l’intervento immediato dei magistrati competenti, del DAP, ma anche della Ministro della Giustizia, se veramente si vuole dimostrare di aver voltato pagina rispetto ai diritti dei detenuti, specialmente quelli in condizioni di salute estreme: senza distinzioni, senza discriminazioni, senza privilegi.
Non lo impone solo il senso di umanità, o il rispetto delle Convenzioni e della Costituzione, ma anche e soprattutto il fatto che lo Stato deve dimostrare che è proprio il rispetto della legalità a renderlo più forte della criminalità.
unione camere penali
Mi piace particolarmente Matteo Renzi, perché vuole fare un certo rinnovamento
ilfatto
Torturare Provenzano serve a quelli che, senza arte nè parte, si sono costruiti una carriera sull'antimafia del nulla.
E aiuta anche a ripulirsi le coscienze.
Provenzano è la dimostrazione che l'Italia è un Paese incivile, alla stregua dell'Afghanistan e dell'America assassina di Obama.
Quella che butta i droni sui civili, e su presunti colpevoli senza concedergli un giusto processo.
unione camere penali
Mi piace particolarmente Matteo Renzi, perché vuole fare un certo rinnovamento
ilfatto
Torturare Provenzano serve a quelli che, senza arte nè parte, si sono costruiti una carriera sull'antimafia del nulla.
E aiuta anche a ripulirsi le coscienze.
Provenzano è la dimostrazione che l'Italia è un Paese incivile, alla stregua dell'Afghanistan e dell'America assassina di Obama.
Quella che butta i droni sui civili, e su presunti colpevoli senza concedergli un giusto processo.
sabato 28 settembre 2013
The hunter
Oddio, visto che a Roma persino un nocs può essere preso a fucilate e che la buonanima di Donatoni, non ha ancora giustizia, io più che altro penserei a rialzare gli standard, che poi era il suo obiettivo principale, se non vado errata.
Nel frattempo Rosalba Di Gregorio, che di attributi ne ha da vendere, assieme al collega Marasà, ha presentato ricorso alla corte Europea, per i danni che lo Stato Italiano sta facendo al suo assistito, Bernardo Provenzano.
Ovviamente ci sono già i commenti inorriditi.
Il cittadino Italiano ha uno strano concetto di giustizia.
Quello che si sta facendo a Provenzano, è più o meno come i droni di Obama in Yemen, che ammazzano più civili che assassini, e senza processi.
Continua la sceneggiata kazaka con la figlia di Ablyazov che ha denunciato Viminale e polizia.
E che ti fa la procura?
Mette sotto accusa l'ambasciatore, la cui unica colpa è quella di aver trovato una massa di gente disposta a servirlo.
mercoledì 4 settembre 2013
A putia
“Alla nostra istanza di differimento della pena non è seguita alcuna notifica per avvisarci dell'avvenuta fissazione dell'udienza camerale. Evidentemente il tutto si è svolto alla presenza di un difensore d'ufficio”
livesicilia
E' inutile stare a fare i digiuni per la Siria, se poi si compiono scempi del genere a casa nostra.
Perfino Pietrangelo Buttafuoco stamattina, in un delizioso Riempitivo, poneva a modo suo, l'accento su una questione che sa di tragico, ma anche di bislacco.
Oltre all'incongruenza tra le due differenti deliberazioni, ciò che non è chiaro, è perchè, se Bernardo Provenzano, è ancora il padrino di una mafia sparsa sul territorio, e la signora Saveria, gli fa da messaggero, nessuno indaga e smantella questi scenari.
Stiamo a parlare di Matteo Messina Denaro e dei figli famosi, ma di fatti se ne vede pochi.
Non è che possiamo fare come l'altra volta, che dopo anni che la famiglia Provenzano veniva sottoposta ad intercettazioni, tutto ad un tratto si scoprirono i pacchi, e ci fecero vedere il filmino.
Poi si fa la fine di Obama, che morto Bin Laden, deve farsi dare il voto dal congresso per fare la pupiata di turno.
livesicilia
E' inutile stare a fare i digiuni per la Siria, se poi si compiono scempi del genere a casa nostra.
Perfino Pietrangelo Buttafuoco stamattina, in un delizioso Riempitivo, poneva a modo suo, l'accento su una questione che sa di tragico, ma anche di bislacco.
Oltre all'incongruenza tra le due differenti deliberazioni, ciò che non è chiaro, è perchè, se Bernardo Provenzano, è ancora il padrino di una mafia sparsa sul territorio, e la signora Saveria, gli fa da messaggero, nessuno indaga e smantella questi scenari.
Stiamo a parlare di Matteo Messina Denaro e dei figli famosi, ma di fatti se ne vede pochi.
Non è che possiamo fare come l'altra volta, che dopo anni che la famiglia Provenzano veniva sottoposta ad intercettazioni, tutto ad un tratto si scoprirono i pacchi, e ci fecero vedere il filmino.
Poi si fa la fine di Obama, che morto Bin Laden, deve farsi dare il voto dal congresso per fare la pupiata di turno.
giovedì 22 agosto 2013
Coincidenze
Il signore che ha scritto questa messe dettagliata di fatti potrebbe non averli rivelati prima perché giustamente impaurito; ora sia Provenzano che i Lo Piccolo sono in carcere ma c’è qualcuno che potrebbe, se volesse, confermare la cosa visto che citato nel racconto del post: il figlio di zu Binnu, Angelo Provenzano. Certo, se tutto vero gli inquirenti avrebbero il dovere di riaprire le indagini come già fatto per altro in passato.
nottecriminale
Strano, ma nemmeno tanto viste le vicende degli ultimi mesi, che il nome di Angelo spunti in questo preciso momento.
Se si escludono i video che lo vedevano protagonista nell'organizzazione del trasporto delle provviste al padre, non mi pare che il suo nome sia mai stato fatto, a parte due inchieste archiviate, che non avevano nulla a che fare con la latitanza del genitore.
Nello specifico diversi pentiti hanno parlato di Gaspare Troia, di come siano stati realizzati i documenti, dei suoi soggiorni nel convento e del viaggio in Francia.
Nessuno si è detto certo della presenza della moglie, tantomeno dei figli.
E la famiglia, a quanto ci è stato detto, era ampiamente tenuta sotto controllo.
La tanto vituperata procura di Viterbo non ha mai avuto a disposizione molto materiale, sempre per quella storia che la mafia è competenza di pochi, di quelli cioè che oggi danno lezioncine dai giornali.
Gli elementi che i magistrati avevano a disposizione non erano prove inconfutabili, e il referto medico non era schiacciante. Bisognava interpretarlo per poi propendere per una ipotesi.
Comunque visto che adesso c'è questo bel racconto, ricco di particolari, si prendono Angelo Provenzano, i Lo Piccolo, il figlio dell'impiccato e Messina Gerlando e gli si chiede informazioni.
Però pare strano che nessun investigatore in Sicilia sapesse di tutto ciò.
nottecriminale
Strano, ma nemmeno tanto viste le vicende degli ultimi mesi, che il nome di Angelo spunti in questo preciso momento.
Se si escludono i video che lo vedevano protagonista nell'organizzazione del trasporto delle provviste al padre, non mi pare che il suo nome sia mai stato fatto, a parte due inchieste archiviate, che non avevano nulla a che fare con la latitanza del genitore.
Nello specifico diversi pentiti hanno parlato di Gaspare Troia, di come siano stati realizzati i documenti, dei suoi soggiorni nel convento e del viaggio in Francia.
Nessuno si è detto certo della presenza della moglie, tantomeno dei figli.
E la famiglia, a quanto ci è stato detto, era ampiamente tenuta sotto controllo.
La tanto vituperata procura di Viterbo non ha mai avuto a disposizione molto materiale, sempre per quella storia che la mafia è competenza di pochi, di quelli cioè che oggi danno lezioncine dai giornali.
Gli elementi che i magistrati avevano a disposizione non erano prove inconfutabili, e il referto medico non era schiacciante. Bisognava interpretarlo per poi propendere per una ipotesi.
Comunque visto che adesso c'è questo bel racconto, ricco di particolari, si prendono Angelo Provenzano, i Lo Piccolo, il figlio dell'impiccato e Messina Gerlando e gli si chiede informazioni.
Però pare strano che nessun investigatore in Sicilia sapesse di tutto ciò.
domenica 30 giugno 2013
Riscatti e ricatti
"Il boss Bernardo Provenzano ha tutto il diritto di essere curato e rispettato in carcere, ma non può avere nessun privilegio. Mi dispiace che i figli abbiano perso una grande occasione per riscattarsi: chiedere al padre di collaborare con la giustizia e far ottenere al loro genitore i benefici previsti dalla legge"
"La scarcerazione - aggiunge - non è un privilegio che lo Stato può concedere a chi si è macchiato di reati gravissimi".
via città nuove di corleone
Se uno ascolta l'audio delle sedute pubbliche della commissione parlamentare anti-mafia, puo' avere un'idea chiara di cosa sia l'anti-mafia in Sicilia.
Quest'uomo di mafia ed anti-mafia non capisce nulla.
E infatti spara una stupidaggine dietro l'altra.
Angelo e Francesco Paolo sono cittadini Italiani incensurati, che stanno pagando le colpe del padre e quelle di chi non l'ha catturato per quarant'anni.
Da che cosa si debbano riscattare, cio' non è chiaro.
Stanno chiedendo, cio' che a loro parere, e secondo quello degli avvocati, è un diritto.
Se un uomo che sta in galera, è in fin di vita, ha diritto ad essere curato, il che non mi sembra stia accadendo.
Non chiedono nessun privilegio.
Chiedere loro invece, di convincere il padre a pentirsi, per accedere ad un diritto che gli spetta, è una estorsione, un ricatto bello e buono.
Questo è vero linguaggio mafioso.
Poi se proprio non si ha tempo di fare di nuovo il tour delle carceri, basterebbe leggersi le perizie mediche :
Bernardo Provenzano non capisce più niente.
E' un morto che cammina.
Di che pentimento stiamo parlando ?
Gli facciamo le domande e gli suggeriamo le risposte ?
Si chiedeva Pietrangelo Buttafuoco giorni fa, come mai il sistema Sicilia con Riina in galera e Crocetta al governo non decolla.
La risposta è semplice : c'è anche gente come questa in parlamento.
E' la Sicilia che avete voluto, è quella che vi meritate.
Tenetevela adesso.
"La scarcerazione - aggiunge - non è un privilegio che lo Stato può concedere a chi si è macchiato di reati gravissimi".
via città nuove di corleone
Se uno ascolta l'audio delle sedute pubbliche della commissione parlamentare anti-mafia, puo' avere un'idea chiara di cosa sia l'anti-mafia in Sicilia.
Quest'uomo di mafia ed anti-mafia non capisce nulla.
E infatti spara una stupidaggine dietro l'altra.
Angelo e Francesco Paolo sono cittadini Italiani incensurati, che stanno pagando le colpe del padre e quelle di chi non l'ha catturato per quarant'anni.
Da che cosa si debbano riscattare, cio' non è chiaro.
Stanno chiedendo, cio' che a loro parere, e secondo quello degli avvocati, è un diritto.
Se un uomo che sta in galera, è in fin di vita, ha diritto ad essere curato, il che non mi sembra stia accadendo.
Non chiedono nessun privilegio.
Chiedere loro invece, di convincere il padre a pentirsi, per accedere ad un diritto che gli spetta, è una estorsione, un ricatto bello e buono.
Questo è vero linguaggio mafioso.
Poi se proprio non si ha tempo di fare di nuovo il tour delle carceri, basterebbe leggersi le perizie mediche :
Bernardo Provenzano non capisce più niente.
E' un morto che cammina.
Di che pentimento stiamo parlando ?
Gli facciamo le domande e gli suggeriamo le risposte ?
Si chiedeva Pietrangelo Buttafuoco giorni fa, come mai il sistema Sicilia con Riina in galera e Crocetta al governo non decolla.
La risposta è semplice : c'è anche gente come questa in parlamento.
E' la Sicilia che avete voluto, è quella che vi meritate.
Tenetevela adesso.
sabato 29 giugno 2013
Degrado
La decisione di sporgere denuncia è stata presa dopo l'ultima visita al carcere - il boss è ricoverato da settimane per un'infezione - dove Angelo Provenzano è andato per avere notizie sulla salute del padre. Dal penitenziario hanno consegnato a Provenzano jr la biancheria del detenuto che - dice la denuncia - è "in condizioni igieniche incompatibili con il minimo senso di decenza, testimoniando l'abbandono igienico totale in cui versa".
lasicilia
Voglio molto bene ad Angelo, anche se lo conosco solo via Internet.
Se avessi un fratello, vorrei che fosse come lui, anzi, vorrei che fosse proprio lui.
E' una persona di estrema tenacia, e con tutto quello che gli è accaduto da quando è nato, riesce a mantenere un equilibrio ed una sensibilità, che di certo nessuno di quelli che di solito se la prende con lui e con tutta la sua famiglia, riuscirà mai ad avere.
Gli auguro un giorno di essere sereno, perchè lo merita.
Credo che per ora non riuscirà ad ottenere più di tanto.
Questo è il Paese dell'ingiustizia, dove si celebrano gli eroi, e si massacrano gli orchi, per ripulirsi la coscienza, per non pensare che quei mostri li abbiamo costruiti noi.
Questo è il Paese del degrado.
lasicilia
Voglio molto bene ad Angelo, anche se lo conosco solo via Internet.
Se avessi un fratello, vorrei che fosse come lui, anzi, vorrei che fosse proprio lui.
E' una persona di estrema tenacia, e con tutto quello che gli è accaduto da quando è nato, riesce a mantenere un equilibrio ed una sensibilità, che di certo nessuno di quelli che di solito se la prende con lui e con tutta la sua famiglia, riuscirà mai ad avere.
Gli auguro un giorno di essere sereno, perchè lo merita.
Credo che per ora non riuscirà ad ottenere più di tanto.
Questo è il Paese dell'ingiustizia, dove si celebrano gli eroi, e si massacrano gli orchi, per ripulirsi la coscienza, per non pensare che quei mostri li abbiamo costruiti noi.
Questo è il Paese del degrado.
domenica 9 giugno 2013
E' arrivato il tempo
Accuse pesantissime e dettagliate, che il "Nano" ha voluto rendere pubbliche e che, a prescindere dalla loro fondatezza tutta da accertare, finiscono con il far pensare che – forse – è anche a Palermo che bisogna cercare la chiave del rebus reggino. O – forse – soprattutto lì.
corrieredellacalabria
Il dott. Cisterna lo aveva detto nel corso dei suoi interrogatori (Galullo1 2), che c'era un'autostrada che andava dalla Sicilia alla Calabria, e Provenzano era la chiave di tutto.
Se i magistrati di Palermo vogliono dimostrare di fare sul serio, dovrebbero mettere da parte le fantasie sui ROS e iniziare ad indagare sui fatti.
E' d'uopo e cortese farlo.
corrieredellacalabria
Il dott. Cisterna lo aveva detto nel corso dei suoi interrogatori (Galullo1 2), che c'era un'autostrada che andava dalla Sicilia alla Calabria, e Provenzano era la chiave di tutto.
Se i magistrati di Palermo vogliono dimostrare di fare sul serio, dovrebbero mettere da parte le fantasie sui ROS e iniziare ad indagare sui fatti.
E' d'uopo e cortese farlo.
giovedì 23 maggio 2013
Essenze
Ora Binnu è ridotto all'emblema di una dannazione che gli si ritorce contro nella cupa solitudine di un carcere. Imparata la lezione, possiamo avvertire una fitta di pena. Possiamo essere umani e concepire una strana pietà. Possiamo permettercelo. Se siamo migliori di lui.
livesicilia
Questo articolo è la prova che la frase che ha fatto tanto scandalizzare l'Italia, presumibilmente pronunciata da Ferrara, ha una grande base di verità .
La mafia, intesa come cultura, modo di essere e di agire, è l'essenza della Sicilia e di ogni Siciliano, anche onesto .
Non è mostrando Provenzano come il vegetale che diventeranno, che si terranno lontani i ragazzi dalla delinquenza .
Chiunque abbia visionato quei video, non può non riflettere, su che cosa sia diventata l'Italia oggi .
Chiunque abbia almeno un genitore anziano, non può non pensare, che trattare un vecchio in quel modo, anche uno che ha ammazzato decine di persone, è semplicemente disumano .
Chi ha gioito di quelle immagini questa settimana, non è degno di essere figlio .
E anche quest'anno stiamo a celebrare il ricordo di Falcone e Borsellino, come se esistessero solo loro .
Sono diventati una sorta di paravento per tutte le disgrazie .
Si chiedeva un siciliano giorni fa, che male ci sarebbe ad intitolare una piazza o un aeroporto a qualche altra personalità, che non siano i due magistrati morti .
Questi sono pensieri che non puoi fare in Sicilia, sennò diventi automaticamente mafioso .
In Sicilia se non pensi che Dell'Utri è un delinquente, che Di Matteo è un santo, e che Ultimo è una macchietta, allora non sei degno di nota .
Non so perchè la dottoressa Di Gregorio, donna intelligente, abbia dato quei video a Santoro .
Che senso ha in un Paese del genere, cercare di risvegliare le coscienze di bestie quali siamo, su un omicidio di Stato ?
Provenzano oggi serve ai magistrati superstar, per provare le loro teorie, per umiliare il Presidente della Repubblica .
A quello serve e basta .
E per andare ad Aosta, a prendere in giro gente che lavora da mane a sera per meno di cinquemila euro, che non può permettersi di stare in aspettativa per mesi .
Ma vergognarsi ogni tanto ?
livesicilia
Questo articolo è la prova che la frase che ha fatto tanto scandalizzare l'Italia, presumibilmente pronunciata da Ferrara, ha una grande base di verità .
La mafia, intesa come cultura, modo di essere e di agire, è l'essenza della Sicilia e di ogni Siciliano, anche onesto .
Non è mostrando Provenzano come il vegetale che diventeranno, che si terranno lontani i ragazzi dalla delinquenza .
Chiunque abbia visionato quei video, non può non riflettere, su che cosa sia diventata l'Italia oggi .
Chiunque abbia almeno un genitore anziano, non può non pensare, che trattare un vecchio in quel modo, anche uno che ha ammazzato decine di persone, è semplicemente disumano .
Chi ha gioito di quelle immagini questa settimana, non è degno di essere figlio .
E anche quest'anno stiamo a celebrare il ricordo di Falcone e Borsellino, come se esistessero solo loro .
Sono diventati una sorta di paravento per tutte le disgrazie .
Si chiedeva un siciliano giorni fa, che male ci sarebbe ad intitolare una piazza o un aeroporto a qualche altra personalità, che non siano i due magistrati morti .
Questi sono pensieri che non puoi fare in Sicilia, sennò diventi automaticamente mafioso .
In Sicilia se non pensi che Dell'Utri è un delinquente, che Di Matteo è un santo, e che Ultimo è una macchietta, allora non sei degno di nota .
Non so perchè la dottoressa Di Gregorio, donna intelligente, abbia dato quei video a Santoro .
Che senso ha in un Paese del genere, cercare di risvegliare le coscienze di bestie quali siamo, su un omicidio di Stato ?
Provenzano oggi serve ai magistrati superstar, per provare le loro teorie, per umiliare il Presidente della Repubblica .
A quello serve e basta .
E per andare ad Aosta, a prendere in giro gente che lavora da mane a sera per meno di cinquemila euro, che non può permettersi di stare in aspettativa per mesi .
Ma vergognarsi ogni tanto ?
venerdì 3 maggio 2013
Pressioni
Il maresciallo ha denunciato le forti pressioni ed i continui cambi di incarico cui sarebbe stato sottoposto al fine di abbandonare la caccia dei boss latitanti, fino al punto di essere investito da un ufficiale suo superiore con la frase: «Noi non abbiamo nessuna intenzione di prendere Provenzano! Non hai capito niente allora? Lo vuoi capire o no che ti devi fermare? Hai finito di fare il finto coglione? Dicci cosa vuoi che te lo diamo. Ti serve il posto di lavoro per tua sorella? Te lo diamo in tempi rapidi!».grnet
Scene già viste a processi con poliziotti che testimoniano contro altri poliziotti, e la pubblica accusa definisce "ravveduti" .
Ci sono motivi di opportunità investigativa, per cui un'operazione viene rimandata e di certo non li si svela a un maresciallo .
Lo stesso dicasi per la cattura di Matteo Messina Denaro che il sottufficiale sarebbe riuscito addirittura ad incrociare per strada, in incognito, ad un metro di distanza. Anche stavolta egli avrebbe chiesto senza esito di essere approvvigionato di uomini e mezzi necessari per sottoporre a verifica persone, vetture ed abitazioni vicine o di pertinenza del boss.
Il Ros era a due passi dalla cattura di MMD pochi mesi fa, stando ai giornali .
Da chi è venuto lo stop ...?!
Scene già viste a processi con poliziotti che testimoniano contro altri poliziotti, e la pubblica accusa definisce "ravveduti" .
Ci sono motivi di opportunità investigativa, per cui un'operazione viene rimandata e di certo non li si svela a un maresciallo .
Lo stesso dicasi per la cattura di Matteo Messina Denaro che il sottufficiale sarebbe riuscito addirittura ad incrociare per strada, in incognito, ad un metro di distanza. Anche stavolta egli avrebbe chiesto senza esito di essere approvvigionato di uomini e mezzi necessari per sottoporre a verifica persone, vetture ed abitazioni vicine o di pertinenza del boss.
Il Ros era a due passi dalla cattura di MMD pochi mesi fa, stando ai giornali .
Da chi è venuto lo stop ...?!
sabato 27 aprile 2013
120/80
I nostri malati gravi a causa del tritolo del 27 Maggio 1993 in via dei Georgofili, ogni giorno hanno vari sbalzi di pressione, un buona pillola, qualche diuretico e tutto si normalizza.
Certo con spaventi quotidiani per noi i parenti dei malati.
Quindi appena ristabilito il 120 80 di pressione a Bernardo Provenzano torni in carcere a 41 bis, senza farla tanto lunga.
Giovanna Maggiani Chelli
Presidente Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
Una che parla così, oltre a non avere comprensione per la sofferenza, non ha a che fare con persone anziane che gli stanno a cuore .
Mi ha fatto sorridere, si fa per dire, il fatto che l'udienza di Gilberto Caldarozzi dinanzi al tribunale, per chiedere l'affidamento in prova, si è svolto il giorno dell'anniversario della cattura ufficiale di Bernardo Provenzano . Strana coincidenza .
Si può lasciar marcire Provenzano in carcere finchè non muore, però bisogna smetterla poi di parlare di reato di tortura per poliziotti che hanno colposamente ammazzato.
E bisogna anche smettere di gigioneggiare sulle grandi abilità investigative delle forze dell'ordine, soprattutto di quelli che poi si autocelebrano andando a parlare all'università .
La mafia e la camorra la battiamo sul loro stesso terreno : il ricatto e la tortura .
Siamo come Obama : assassini di Stato .
Certo con spaventi quotidiani per noi i parenti dei malati.
Quindi appena ristabilito il 120 80 di pressione a Bernardo Provenzano torni in carcere a 41 bis, senza farla tanto lunga.
Giovanna Maggiani Chelli
Presidente Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
Una che parla così, oltre a non avere comprensione per la sofferenza, non ha a che fare con persone anziane che gli stanno a cuore .
Mi ha fatto sorridere, si fa per dire, il fatto che l'udienza di Gilberto Caldarozzi dinanzi al tribunale, per chiedere l'affidamento in prova, si è svolto il giorno dell'anniversario della cattura ufficiale di Bernardo Provenzano . Strana coincidenza .
Si può lasciar marcire Provenzano in carcere finchè non muore, però bisogna smetterla poi di parlare di reato di tortura per poliziotti che hanno colposamente ammazzato.
E bisogna anche smettere di gigioneggiare sulle grandi abilità investigative delle forze dell'ordine, soprattutto di quelli che poi si autocelebrano andando a parlare all'università .
La mafia e la camorra la battiamo sul loro stesso terreno : il ricatto e la tortura .
Siamo come Obama : assassini di Stato .
venerdì 22 febbraio 2013
A proposito di macellai
Gli ultimi dati dal carcere, confluiti alla procura di Palermo, direbbero che il macellaio di donne e bambini Bernardo Provenzano dal 2007 avesse nella sua cella le telecamere disattivate.
Ci sta come un paio di scarpe nuove.
E' un bel po' che Provenzano fa sceneggiate in carcere, le nostre denunce partono il 31 gennaio 2007 , infatti è chiaro il nostro comunicato nel sito dell'associazione, datato 31 gennaio 2007, giorno in cui a Provenzano fu fatta recapitare un crostatina del mulino bianco il giorno del suo 74 compleanno.
Inoltre è un dato del processo di Firenze per le stragi del 1993 che Giuseppe Ferro capo mandamento di Alcamo, uomo chiave delle stragi del 1993, quando stava male e si fingeva paralizzato e demente, avesse in cella con lui un soggetto - un carcerato - che si occupava dei suoi bisogni 24 ore su 24 e lo guardava a vista.
Poco opportune quindi le cassette delle telecamere del servizio di sorveglianza per i mafiosi che non vogliono il 41 bis e l'ergastolo, con il pericolo di doverle in seguito distruggere per non dover dimostrare o meno quelle presunte malattie e demenze?
Auspichiamo che a breve ce lo dica la magistratura cosa succedeva nella cella dell'uomo che fu latitante per 43 anni, arrestato in tempi più che sospetti, durante un vuoto politico totale e appena messo in carcere l'inizio immediato della pantomima per mandarlo di nuovo a casa, agli arresti domiciliari, perché ammalato a causa del 41 bis come ogni 15 agosto blateravano i politici buonisti che andavano a visitarlo in carcere.
E' più di un sospetto ormai che tutto converga in una unica direzione: impedire che Provenzano parli.
Lo si processi una buona volta per trattativa Stato Mafia, assista al suo processo, perché noi temiamo che lo scemo lo faccia e non lo sia e se vuole andare a casa sua a far finta di mangiare formaggio e cicoria insieme alla amata Palazzolo, vestito firmato e pullover di cachemere parli e ci dica con chi ha trattato degli uomini di governo del 1993 la morte dei nostri figli a suon di abolizione del 41 bis.
Giovanna Maggiani Chelli
Presidente Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
Nemmeno Bin Laden ha mai parlato così .
Andate a fare gli spiritosi con chi ha effettuato e coordinato la cattura, se avete il coraggio .
Sono loro che sanno certe cose . Se c'è un segreto, chi meglio di loro per svelarlo ?
Ma non ce lo avete il coraggio, perchè quei tre fanno paura a tutti e allora ve la prendete con un vecchio vegetale .
Ci sta come un paio di scarpe nuove.
E' un bel po' che Provenzano fa sceneggiate in carcere, le nostre denunce partono il 31 gennaio 2007 , infatti è chiaro il nostro comunicato nel sito dell'associazione, datato 31 gennaio 2007, giorno in cui a Provenzano fu fatta recapitare un crostatina del mulino bianco il giorno del suo 74 compleanno.
Inoltre è un dato del processo di Firenze per le stragi del 1993 che Giuseppe Ferro capo mandamento di Alcamo, uomo chiave delle stragi del 1993, quando stava male e si fingeva paralizzato e demente, avesse in cella con lui un soggetto - un carcerato - che si occupava dei suoi bisogni 24 ore su 24 e lo guardava a vista.
Poco opportune quindi le cassette delle telecamere del servizio di sorveglianza per i mafiosi che non vogliono il 41 bis e l'ergastolo, con il pericolo di doverle in seguito distruggere per non dover dimostrare o meno quelle presunte malattie e demenze?
Auspichiamo che a breve ce lo dica la magistratura cosa succedeva nella cella dell'uomo che fu latitante per 43 anni, arrestato in tempi più che sospetti, durante un vuoto politico totale e appena messo in carcere l'inizio immediato della pantomima per mandarlo di nuovo a casa, agli arresti domiciliari, perché ammalato a causa del 41 bis come ogni 15 agosto blateravano i politici buonisti che andavano a visitarlo in carcere.
E' più di un sospetto ormai che tutto converga in una unica direzione: impedire che Provenzano parli.
Lo si processi una buona volta per trattativa Stato Mafia, assista al suo processo, perché noi temiamo che lo scemo lo faccia e non lo sia e se vuole andare a casa sua a far finta di mangiare formaggio e cicoria insieme alla amata Palazzolo, vestito firmato e pullover di cachemere parli e ci dica con chi ha trattato degli uomini di governo del 1993 la morte dei nostri figli a suon di abolizione del 41 bis.
Giovanna Maggiani Chelli
Presidente Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
Nemmeno Bin Laden ha mai parlato così .
Andate a fare gli spiritosi con chi ha effettuato e coordinato la cattura, se avete il coraggio .
Sono loro che sanno certe cose . Se c'è un segreto, chi meglio di loro per svelarlo ?
Ma non ce lo avete il coraggio, perchè quei tre fanno paura a tutti e allora ve la prendete con un vecchio vegetale .
venerdì 8 febbraio 2013
In maniera silenziosa
Non è venuto Berlusconi, ma in compenso abbiamo avuto ospiti, i potentati della cupola investigativo-giudiziaria del regno delle due Sicilie .
E mi pare che uno dei due, non sia d'accordo con le tesi di Ingroia .
Ma come "di cui non si sapeva assolutamente nulla"?
Stava 'ncoppa alle montagne vicino al villaggio di provenienza e i figli sono andati in scuole pubbliche .
Lo sapevano anche le pietre chi era .
Ma dai Renà, ridiamoci che è meglio .
Guardi sempre in alto quando ne parli .
Cova ci gatta .
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