“Il messaggio lanciato è pesantissimo: alla vigilia del maxi processo contro Mafia capitale, i romani sanno che uno dei Casamonica può essere omaggiato in quel modo in pieno giorno”
“Me lo chiedo anche io: sembrava una roba della Sicilia anni ’60. Ma neanche: è lo stesso stile dei funerali di Vito Rizzuto, in Canada, con la bara d’oro massiccio sostenuta da una schiera di fedelissimi. Un misto tra sfarzo e messaggio in puro stile mafioso. Il senso è: anche se la procura ha portato a processo 59 persone per Mafia capitale, anche se a Roma ci sarà il primo maxi processo a Carminati e soci, Vittorio Casamonica può essere salutato in questo modo. Un segnale sociale devastante. E voglio vedere se adesso qualcuno, anche nella società civile, continuerà a dire che quella che c’è a Roma non è mafia”.ilfatto
Quindi è stato fatto morire giusto giusto quando il gip ha fissato il maxi-processo.
Ma lirio abbate ha una vita al di là della cultura dell'anti-mafia che vuole imporre a tutti i costi ?
La cosa che stupisce in queste ore sono i commenti di parlamentari, politici, pure il vice-sindaco.
Orfini deve avere avuto una botta a guardare le foto. Ha parlato di sfregio.
Ma io mi chiedo : a Roma che vita fate ?
Da noi in Abruzzo, città o paese che sia, quando c'è il funerale di un Rom di spicco si fa una cerimonia in grande con cavalli, banda, carrozza. Manco chiedono il permesso.
E comunque non gli puoi dire di no sennò ti fanno un mazzo tanto. Spaccano tutto.
Qua non le mandano le task force. Il ministro non twitta per noi.
Ci arrangiamo .
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giovedì 20 agosto 2015
lunedì 30 marzo 2015
Il solo scopo di fare soldi
Oggi un tour operator sfrutta quel mito grazie anche al fatto che il punto finale della visita guidata a Palermo è proprio Corleone, dove i turisti incontrano personalmente la star, Angelo Provenzano, ingaggiato dalla società americana. E lui racconta a modo suo la mafia, la sua vita e la latitanza del padre.
Scelte personali che hanno il solo scopo di fare soldi.
lirio abbate l'espresso
Mentre lo scopo di lirio abbate qual è, quello di sensibilizzarci sul problema e risolverlo ?
Sono troppo vecchia per credere a certe favole.
Ieri mentre leggevo le palate di fango sparse su Angelo mi è passato davanti agli occhi l'aggiornamento della pagina facebook di abbate con le foto dell'arrivo all'aereoporto di bruna giri.
E ho pensato la stessa cosa che pensai quando, alla ricerca di informazioni sul giornalista, trovai sulla pagina wikipedia a lui dedicata la nota sul fatto che è stato l'unico ad essere presente all'arresto di Bernardo Provenzano : ecchissenefrega.
Nel senso che sono informazioni che non dicono granchè sulla sostanza.
Poi ho alzato lo sguardo su un'altra pagina del browser aperta su un forum di discussione americano dove mi apprestavo a spiegare il perchè della sentenza su Sollecito e Knox (come se lo sapessi ma volevo semplicemente tirare su l'orgoglio nazionale) però con i pensieri mi sono spostata verso l'operazione balkan connection.
Sapendo in partenza che non l'avrei trovata, ho setacciato comunque google alla ricerca dell'ordinanza del gip.
Quindi per ingannare il tempo ho cercato l'indirizzo email del suo ufficio e ho inviato una richiesta.
Nessuna risposta per ora.
Però ho potuto leggere quella di mafia capitale ovviamente perchè faceva vendere i giornali e il libro di abbate e perchè fa da motore propulsore alla conclusione giudiziaria.
Poi ho scandagliato Twitter mentre Tofalo diceva che martedì presenteranno la relazione su rientro e farfalla al parlamento.
Mi aveva detto tempo fa che speravano di renderla pubblica ma dallo smiley annesso evidentemente la speranza è la prima a morire.
Siamo in italia mica in America.
Quindi non glielo ho chiesto di nuovo.
Questo è il Paese di lirio abbate ma non il mio o quello di angelo provenzano.
In questa italia io mi devo accontentare di quello che mi dicono lirio abbate e giulio cavalli.
Devo sperare che loro si interessino ad una questione che interessa me per comprenderla. O almeno per comprendere la loro versione dei fatti.
In America l'ordinanza esce sul sito del ministero della giustizia mentre fanno la conferenza stampa.
Audizioni e indagini conoscitive di commissioni di inchiesta sono rese disponibili al pubblico almeno in maniera parziale.
Questo è il Paese dove Angelo Provenzano ha il solo scopo di fare soldi (che detto in maniera più educata sarebbe di lavorare onestamente) mentre Saviano e Abbate scrivono solo per nobili motivi.
E allora alla fine ho chiuso il browser perchè ho pensato che non c'era niente da dire ai miei amici americani sui fallimenti giudiziari italiani .
Glielo spiegasse Abbate che di sicuro gli fornirà una versione simil padrino di quelle che a loro piacciono tanto .
Ci vogliono cacciare, esiliare.
Le superstar dell'anti-qua e anti-là.
E che non me andrei ? Ma nemmeno quello è tanto facile.
Ecchissenefrega direte voi.
Avete ragione.
Una volta che hai lanciato l'articolo con quelle dieci quindici righe di fuoco, ovvio che nessuno legga il resto.
Non mi dire che non lo sapevi.
E daie Abbà ...
Scelte personali che hanno il solo scopo di fare soldi.
lirio abbate l'espresso
Mentre lo scopo di lirio abbate qual è, quello di sensibilizzarci sul problema e risolverlo ?
Sono troppo vecchia per credere a certe favole.
Ieri mentre leggevo le palate di fango sparse su Angelo mi è passato davanti agli occhi l'aggiornamento della pagina facebook di abbate con le foto dell'arrivo all'aereoporto di bruna giri.
E ho pensato la stessa cosa che pensai quando, alla ricerca di informazioni sul giornalista, trovai sulla pagina wikipedia a lui dedicata la nota sul fatto che è stato l'unico ad essere presente all'arresto di Bernardo Provenzano : ecchissenefrega.
Nel senso che sono informazioni che non dicono granchè sulla sostanza.
Poi ho alzato lo sguardo su un'altra pagina del browser aperta su un forum di discussione americano dove mi apprestavo a spiegare il perchè della sentenza su Sollecito e Knox (come se lo sapessi ma volevo semplicemente tirare su l'orgoglio nazionale) però con i pensieri mi sono spostata verso l'operazione balkan connection.
Sapendo in partenza che non l'avrei trovata, ho setacciato comunque google alla ricerca dell'ordinanza del gip.
Quindi per ingannare il tempo ho cercato l'indirizzo email del suo ufficio e ho inviato una richiesta.
Nessuna risposta per ora.
Però ho potuto leggere quella di mafia capitale ovviamente perchè faceva vendere i giornali e il libro di abbate e perchè fa da motore propulsore alla conclusione giudiziaria.
Poi ho scandagliato Twitter mentre Tofalo diceva che martedì presenteranno la relazione su rientro e farfalla al parlamento.
Mi aveva detto tempo fa che speravano di renderla pubblica ma dallo smiley annesso evidentemente la speranza è la prima a morire.
Siamo in italia mica in America.
Quindi non glielo ho chiesto di nuovo.
Questo è il Paese di lirio abbate ma non il mio o quello di angelo provenzano.
In questa italia io mi devo accontentare di quello che mi dicono lirio abbate e giulio cavalli.
Devo sperare che loro si interessino ad una questione che interessa me per comprenderla. O almeno per comprendere la loro versione dei fatti.
In America l'ordinanza esce sul sito del ministero della giustizia mentre fanno la conferenza stampa.
Audizioni e indagini conoscitive di commissioni di inchiesta sono rese disponibili al pubblico almeno in maniera parziale.
Questo è il Paese dove Angelo Provenzano ha il solo scopo di fare soldi (che detto in maniera più educata sarebbe di lavorare onestamente) mentre Saviano e Abbate scrivono solo per nobili motivi.
E allora alla fine ho chiuso il browser perchè ho pensato che non c'era niente da dire ai miei amici americani sui fallimenti giudiziari italiani .
Glielo spiegasse Abbate che di sicuro gli fornirà una versione simil padrino di quelle che a loro piacciono tanto .
Ci vogliono cacciare, esiliare.
Le superstar dell'anti-qua e anti-là.
E che non me andrei ? Ma nemmeno quello è tanto facile.
Ecchissenefrega direte voi.
Avete ragione.
Una volta che hai lanciato l'articolo con quelle dieci quindici righe di fuoco, ovvio che nessuno legga il resto.
Non mi dire che non lo sapevi.
E daie Abbà ...
martedì 27 gennaio 2015
Libertà schierata
So quanto sia importante questo genere di premi per l'attenzione globale che generano sui problemi di un Paese che altrimenti non ne avrebbe.
Gli amici che ho lasciato in Oman ne sono grandi sostenitori perchè permettono loro di accendere un contatto con il mondo.
Se una volta dovevo aspettare almeno un mese per sapere se fossero in prigione o meno, adesso nel giro di poche ore la notizia è quasi certa.
Quello che non mi piace di questi riconoscimenti è la valenza di simbolo della libertà assoluta.
Non è così. Sono schierati e costruiti apposta contro i regimi o le istituzioni che contestano.
Sono una costola di Fox news vs Russia today.
In questi giorni si è tanto parlato di Re Abdullah, persino qui da noi dove la politica estera sui giornali è un semplice copia-incolla dal dailymail o Foreign policy.
E ovviamente lo si è descritto come un corrotto, un despota, un torturatore.
Si è demolita la Lagarde che ne aveva lodato i meriti per quanto fatto per le donne.
Si è strumentalizzato il caso del blogger Raif paragonandolo alle atrocità di Daash.
Si vuole decidere al posto di un popolo senza conoscerne la storia, le tradizioni, la vita.
Re Abdullah ha fatto tanto per correggere gli errori del passato ma nei modi e nei tempi di cui quella società si nutre.
D'altro canto l'occidente ascolta solo le proprie idee.
Nella libertà di espressione celebrata da quei riconoscimenti non è contemplata la voce delle donne che sono contente di indossare l'abaya scura ("stracci neri" come l'ha definita quel fine giornalista che è Vittorio Feltri riferendosi agli abiti indossati da Greta e Vanessa nel famigerato video) o anche di non guidare.
Ebbene si, ce ne sono.
Viene premiata non tanto la libertà di espressione quanto il giornalismo di opposizione che è capace di essere anche più spietato di quello del regime.
Quelli di Echo Moskvy sostengono gente del calibro di Alexey Navalny l'eroe anti-Putin che se andasse al potere con le idee politiche che ha, manderebbe noi musulmani a fare compagnia al fratello in Siberia.
O anche Boris Nemtsov che quando era al governo ha badato ai suoi interessi come tanti altri.
E quell'angelo di Khodorkowsky che tutti quelli che hanno lavorato come schiavi per lui ricordano bene.
Lo stesso Abbate che in fondo poco c'azzecca con quel tipo di giornalismo politicamente schierato più che libero, suo malgrado credo, finisce per offrire il frutto del proprio lavoro per arricchire le casse dell'editore e fornire un assist alla procura.
Ecco perchè questo tipo di premi da noi ha visibilità locale e poco fa da ponte con altre realtà.
Noi siamo quelli che "Greta e Vanessa sono andate in Siria per appoggiare una banda, non per aiutare i civili".
Almeno in questo siamo coerenti.
Abbiamo capito che dei civili alla fine non interessa a nessuno.
Ci si deve per forza schierare.
giovedì 11 dicembre 2014
Da che
Troppo simpatico st'uomo.
Non riesco a odiarlo come Saviano.
E' da sabato che stolka i romani co sta domanda.
Ora non è che voglio criticare come al solito però questo è il problema dell'Italia :
le semplificazioni, i coretti, gli slogan.
Forse funzionano in Sicilia e per un certo tipo di mafia.
Nel contesto romano c'è, e lo ha confermato lo stesso Abbate nell'ultima intervista, un intreccio di tipo diverso.
Dinamiche che dobbiamo ancora capire.
La comunicazione è importante e non può essere la stessa per ogni fenomeno o vicenda.
A Lirio daie tempooo.
Falli ragionà.
E poi perchè lo voi sapè, che voi fa er sinnaco de Roma pure te.
Io comunque sto aspettando che si savianizzi.
Così posso imitare Pisani e dire :
io non ce l'ho con Lirio Abbate ma con l'abbatesimo.
mercoledì 10 dicembre 2014
Li mortà. The italian way.
Ai romani non piace sentirsi dire che nella loro città c’è la mafia. Invece, la mafia come l’ha creata Carminati c’è. E ha la capacità di prendere i soldi ai cittadini senzi che questi se ne accorgano.
La verità è che oggi c’è più da temere a Roma che a Palermo. Questa mafia è diversa da quella siciliana. È gommosa, quasi impossibile da riconoscere.
giornalettismo
Giorni fa pensavo, senza volermi paragonare ovviamente, che la mafia rappresenta per Lirio Abbate ciò che Pisani è per me.
Allo stesso modo in cui lui vede mafia dappertutto, ogni volta che leggo di qualche caso di poliziotto indagato o arrestato penso subito che sia innocente.
Purtroppo non è così. Non sempre almeno.
I giornalisti italiani sono uno spettacolo nello spettacolo.
Mentre sulla stampa mondiale nel tardo pomeriggio di ieri erano iniziati i dibattiti sul fatto che sarebbe arrivata l'ora di portare alla sbarra i torturatori e gli Inglesi si interrogavano sul livello di coinvolgimento del loro Paese, i nostri facevano un resoconto veloce dell'introduzione del rapporto Feinstein e puntavano il dito contro la Cia.
A tempo debito i Travaglio e i Bonini torneranno a prendersela con Pollari e Mancini.
Fazzo allora risponderà che sono stati gli unici a pagare.
Non mi pare che l'onorevole Fava abbia tuonato, ma per adesso gli torna comodo il protocollo farfalla.
Questo è l'approccio italiano. The italian way.
L'anno scorso mentre mi preparavo per la mia breve sortita catanese, mia madre mi raccomandò di stare attenta che in Sicilia ci stanno i mafiosi.
Mia madre ha ottant'anni per grazia di Dio.
Esce due volte a settimana per la messa e il parrucchiere, e se la passa davanti alla tivvù dalle sei di mattina a mezzanotte a guardare tutti i tiggì e i talk show.
Quelli di Berlusconi principalmente, che meno male che ci ha dato le televisioni dice lei.
Abituata a girare per il mondo lì per lì non feci caso alle sue parole.
Poi alla prima batosta in terra sicula, il tassinaro con la macchina d'ordinanza ma senza tassametro che mi estorse cinquanta euro per pochi chilometri, mi dissi "sapevo io".
Per me era il primo approccio con la mafia.
Come se i tassinari a Pescara fossero tutte anime pie.
Passeggiando per la piazzetta di Aci mi ritrovai a parlare con due ragazze che avevano il problema del numero chiuso a medicina.
Però, lo stesso problema che c'è da noi pensai.
E quando mi dissero che la mafia dava lavoro con contratto regolare, stipendio e ferie nelle grandi aziende, d'istinto pensai che me lo sarei preso un lavoro così.
Purchè fosse lavoro.
Quando il sangue non si vede, allora si pensa solo al proprio bene.
Insomma mi innamorai di quella terra che mi ricordava tanto l'Oman e me ne andai sperando di rivederla un giorno.
E non riuscivo a capire perchè non avevo incontrato la mafia di Santoro.
Troppo poco tempo forse.
Ieri sera Giulianone sudava e s'agitava per spiegarci la differenza tra mafia e piccola criminalità.
Secondo lui lo snodo era la pompa di benzina.
Non è punto di incontro da mafiosi veri.
E i morti pure.
Ora per quello che può essere credibile un Ferrara giornalista, bisogna dare atto che ha inquadrato il problema.
Ci hanno insegnato che la mafia è una montagna di merda, che è ricotta e cicoria, che è sangue e bibbia.
Cioè non ci hanno insegnato a distinguere tra il piano giudiziario e quello sociale.
Che è fondamentale perchè se un fenomeno non lo si mette a fuoco per bene, non si riesce nemmeno a sconfiggerlo.
Pignatone e Prestipino con Cortese sono stati chiamati a Roma per realizzare quello in cui molti hanno fallito : stroncare mafia, camorra e ndrangheta.
Ora sembra che mafia capitale sia la prima inchiesta che ha scoperchiato un certo tipo di malaffare ma ce ne sono state parecchie negli anni scorsi e per nessuna o quasi (vado a memoria) è stato accettato lo stampo mafioso che è la chiave per dare una stangata a certe organizzazioni criminali.
Se a livello giudiziario è mafia, che mafia sia.
Però il punto è un altro.
Disse Manganelli buonanima il giorno dell'inaugurazione del commissariato a Castelvetrano, che ormai la mafia era sconfitta. Almeno il periodo stragista sembrava lontano.
Che stava ai cittadini sconfiggere la cultura, la mentalità mafiosa.
E allora dobbiamo distinguere tra mafia e mafia o tra mafia e altro.
Ai cittadini romani o nel resto d'Italia, la parola mafia non piace perchè non si riconosce in certi modi che vengono associati alla mafiosità.
Non è la nostra cultura.
E forse abbiamo anche ragione.
Serve davvero l'etichetta di mafiosi per darci una scossa?
Le considerazioni di Abbate sulle differenze tra Messina Denaro e Carminati sono importanti come approfondimento.
Rischiano però di mandarci in confusione.
Rimaniamo terra terra e diciamo che nella vita bisogna essere onesti senza paura delle conseguenze.
Mi piacerebbe assistere ad una battaglia Abbate-Cappellani a colpi di arancini.
Chissà chi vincerebbe questo derby siculo.
Foto dalla pagina Facebook di Lirio Abbate
sabato 6 dicembre 2014
Dovete
Tempo fa, nel periodo di massimo bombardamento mediatico di teste mozzate, iniziò l'isteria del "dovete prendere le distanze oppure andarvene".
Vagli a spiegare a questa gente che se uno è cittadino italiano o residente e con la fedina penale pulita magari non è tanto d'accordo con le pazzie di Isis.
Allora c'era questo tizio, uno dei miei contatti nei social, siciliano di quelli istruiti ed abituati a viaggiare ma con forti simpatie per Magdi Allam (a forza di seguire la polizia a volte faccio il profiling anche mentre sogno), che andava in giro per internet a chiedere una presa di posizione ufficiale all'Ucoii.
Come se un comunicato stampa che si basa su principi religiosi si potesse attrezzare in pochi secondi.
L'Ucoii ovviamente non rispondeva.
A tempo debito rilasciò una lunga ed articolata dichiarazione che spiegava appunto la nostra posizione.
Ad un certo punto ebbi un moto di rabbia e stavo per chiedere a questo tizio :
e tu perchè non ci mostri il certificato antimafia ?
Chi ci dice che non usi metodi mafiosi per campare?
Questo è il motivo per il quale non mi piacciono le classificazioni e gli slogan.
Magari aiutano a coinvolgere la gente o ad aumentare la consapevolezza però innalzano anche il livello dello scontro e semplificano troppo le questioni.
Prezioso
Quel volume è prezioso, forse il documento più importante che esista oggi in Italia, perché è in grado di alimentare un colossale gioco di ricatti come non si era visto dai tempi della P2. Gli investigatori hanno sentito con quanta preoccupazione ne parlano nelle intercettazioni i burattinai della corruzione a mano armata, che tenevano la pistola nascosta e la bustarella bene in vista, sfruttando la paura e l’avidità di politici, burocrati e imprenditori d’ogni livello e d’ogni partito, da destra a sinistra. Perché quelle pagine contengono un romanzo criminale fatto di nomi e cifre: l’elenco completo di anni di mazzette e di investimenti, la mappa completa di un tesoro fatto di quattrini e relazioni che finora è stato ricostruito solo in piccola parte.
lirio abbate
Bisognerebbe dare ad Abbate un premio per aver distolto l'attenzione dall'Isis così si è ridotto per un pò anche l'odio contro i musulmani.
Quando l'altro giorno parlavo in maniera leggera del contenuto dei dialoghi tra presunti esponenti delle forze dell'ordine, lo facevo per un motivo ben preciso.
Conosco l'uso sapiente che viene fatto delle intercettazioni da parte dei magistrati, specie in aula quando un'inchiesta diventa un evento, e ho seguito vicende ben più gravi nelle quali sono incappati poliziotti e carabinieri.
Vicende che hanno fatto notizia all'epoca ma di cui non si sa più nulla.
C'era il colonnello Grazioli che credo sia stato rinviato a giudizio e il poliziotto Doldo che di fronte all'evidenza disse che nemmeno lui, pur ammettendo che le sue parole non lasciavano effettivamente spazio a dubbi, sapeva spiegarsi il perchè di certe dichiarazioni.
Parliamo di sbirri ambigui in una terra come la Calabria dove la rivalità polizia-carabinieri a volte si spinge lontano.
E poi di recente c'è stata la vicenda Bonvicini in Liguria.
Di questa poco si parla perchè non fa comodo ricordare che anche la postale fatta di eroi che si dividono tra scolaresche e inseguimenti in rete, potrebbe avere le sue mele marce.
E' di pochi giorni fa la notizia di un carabiniere arrestato per presunte violenze sessuali su minore.
C'è il referto medico che parla di ematomi ai testicoli.
Poco spazio per i dubbi anche in questo caso, eppure il carabiniere è abbastanza conosciuto dalle sue parti ed era impegnato in politica. Quindi uomo delle istituzioni a tutto tondo.
Questo libro prezioso conferma che le mie perplessità erano legittime.
Una falda criminale così solida ed estesa richiede coinvolgimenti di livello.
Aspettiamo quindi sviluppi.
Intanto giunge da Benevento la notizia del rinvio a giudizio di Salvatore Lo Russo per quanto dichiarato a proposito delle dazioni in denaro a Vittorio Pisani.
Oltre a rivestire grande importanza per la difesa perchè verrebbe avvalorata la tesi del rancore del pentito nei confronti del poliziotto calabrese, questo episodio pone di nuovo l'accento sulla pericolosità dei pentiti oggi.
Gente che legge i giornali, sa di legge e soprattutto sa come giocare con le parole.
Non credo che Giovanni Falcone avesse in mente questo meccanismo perverso quando pensò al pentitismo come parte della strategia antimafia.
Speriamo che qualcuno un giorno ci metta una pezza.
Questa nazione si regge sulla speranza ormai.
lirio abbate
Bisognerebbe dare ad Abbate un premio per aver distolto l'attenzione dall'Isis così si è ridotto per un pò anche l'odio contro i musulmani.
Quando l'altro giorno parlavo in maniera leggera del contenuto dei dialoghi tra presunti esponenti delle forze dell'ordine, lo facevo per un motivo ben preciso.
Conosco l'uso sapiente che viene fatto delle intercettazioni da parte dei magistrati, specie in aula quando un'inchiesta diventa un evento, e ho seguito vicende ben più gravi nelle quali sono incappati poliziotti e carabinieri.
Vicende che hanno fatto notizia all'epoca ma di cui non si sa più nulla.
C'era il colonnello Grazioli che credo sia stato rinviato a giudizio e il poliziotto Doldo che di fronte all'evidenza disse che nemmeno lui, pur ammettendo che le sue parole non lasciavano effettivamente spazio a dubbi, sapeva spiegarsi il perchè di certe dichiarazioni.
Parliamo di sbirri ambigui in una terra come la Calabria dove la rivalità polizia-carabinieri a volte si spinge lontano.
E poi di recente c'è stata la vicenda Bonvicini in Liguria.
Di questa poco si parla perchè non fa comodo ricordare che anche la postale fatta di eroi che si dividono tra scolaresche e inseguimenti in rete, potrebbe avere le sue mele marce.
E' di pochi giorni fa la notizia di un carabiniere arrestato per presunte violenze sessuali su minore.
C'è il referto medico che parla di ematomi ai testicoli.
Poco spazio per i dubbi anche in questo caso, eppure il carabiniere è abbastanza conosciuto dalle sue parti ed era impegnato in politica. Quindi uomo delle istituzioni a tutto tondo.
Questo libro prezioso conferma che le mie perplessità erano legittime.
Una falda criminale così solida ed estesa richiede coinvolgimenti di livello.
Aspettiamo quindi sviluppi.
Intanto giunge da Benevento la notizia del rinvio a giudizio di Salvatore Lo Russo per quanto dichiarato a proposito delle dazioni in denaro a Vittorio Pisani.
Oltre a rivestire grande importanza per la difesa perchè verrebbe avvalorata la tesi del rancore del pentito nei confronti del poliziotto calabrese, questo episodio pone di nuovo l'accento sulla pericolosità dei pentiti oggi.
Gente che legge i giornali, sa di legge e soprattutto sa come giocare con le parole.
Non credo che Giovanni Falcone avesse in mente questo meccanismo perverso quando pensò al pentitismo come parte della strategia antimafia.
Speriamo che qualcuno un giorno ci metta una pezza.
Questa nazione si regge sulla speranza ormai.
Allergie
Come tutte le star, anche lui è diventato allergico alle critiche. È comprensibile. Soprattutto se queste arrivano a conclusione di un lavoro giornalistico che scava e confronta, verifica e indaga. E soprattutto porta alla luce ciò che gli altri, difficilmente, hanno interesse a mandare in edicola. simone di meo
Simone oltre ad essere un bravo giornalista è una persona con la quale si può dialogare al di là delle differenze ideologiche e di opinione.
Epperò quando parla di Saviano si trasforma.
Sembra un toro davanti al drappo rosso.
Giorni fa ero impegnata in una discussione sul fuffington e una signora alla quale spiegavo che forse si potrebbe rimettere in discussione la questione della scorta a Saviano mi ha apostrofato con un "è ben chiaro da che parte sta lei".
Cioè mi ha dato della camorrista che è un classico dei piccoli fan di Saviano.
Poi ieri su un blog mentre argomentavo sulla questione mafia a Roma perchè anche a me pare troppo, sia dal punto di vista giudiziario che morale, definire quel sodalizio criminale mafioso, un signore mi cita l'esempio del nostro compaesano Remo Gaspari.
Per lui fare raccomandazioni e favorire lo sviluppo commerciale di un territorio senza coercizione è un metodo mafioso.
E' sicuramente grave ma non è la stessa cosa.
E' questo che dà fastidio del fenomeno Saviano : una massa di gente che pende dalle sue labbra senza prendersi la briga di andare a verificare quello scrive.
Una massa di gente che non pensa.
I Di Meo e i Chiocci sono criticabilissimi per le loro posizioni faziose però almeno vivaddio con i loro scritti inducono il lettore a pensare che sarebbe il minimo che un giornalista può fare in questa società.
Saviano ha ridotto l'antimafia ad una questione personale.
Comincia anche un pò a soffrire la concorrenza.
Dopo la sentenza di Napoli la Capacchione gli ha dato una lezione di etica e forse anche uno sganassone di quelli che fanno male più alle madri che ai loro pargoli ma che sono necessari.
E adesso c'è la stella di Lirio Abbate che comincia ad oscurarlo.
Anche lui parte dell'antimafia certificata, pare però persona più sobria e soprattutto non alla ricerca di successi personali.
Forse una speranza di cui l'antimafia, quella vera, può nutrirsi.
Simone oltre ad essere un bravo giornalista è una persona con la quale si può dialogare al di là delle differenze ideologiche e di opinione.
Epperò quando parla di Saviano si trasforma.
Sembra un toro davanti al drappo rosso.
Giorni fa ero impegnata in una discussione sul fuffington e una signora alla quale spiegavo che forse si potrebbe rimettere in discussione la questione della scorta a Saviano mi ha apostrofato con un "è ben chiaro da che parte sta lei".
Cioè mi ha dato della camorrista che è un classico dei piccoli fan di Saviano.
Poi ieri su un blog mentre argomentavo sulla questione mafia a Roma perchè anche a me pare troppo, sia dal punto di vista giudiziario che morale, definire quel sodalizio criminale mafioso, un signore mi cita l'esempio del nostro compaesano Remo Gaspari.
Per lui fare raccomandazioni e favorire lo sviluppo commerciale di un territorio senza coercizione è un metodo mafioso.
E' sicuramente grave ma non è la stessa cosa.
E' questo che dà fastidio del fenomeno Saviano : una massa di gente che pende dalle sue labbra senza prendersi la briga di andare a verificare quello scrive.
Una massa di gente che non pensa.
I Di Meo e i Chiocci sono criticabilissimi per le loro posizioni faziose però almeno vivaddio con i loro scritti inducono il lettore a pensare che sarebbe il minimo che un giornalista può fare in questa società.
Saviano ha ridotto l'antimafia ad una questione personale.
Comincia anche un pò a soffrire la concorrenza.
Dopo la sentenza di Napoli la Capacchione gli ha dato una lezione di etica e forse anche uno sganassone di quelli che fanno male più alle madri che ai loro pargoli ma che sono necessari.
E adesso c'è la stella di Lirio Abbate che comincia ad oscurarlo.
Anche lui parte dell'antimafia certificata, pare però persona più sobria e soprattutto non alla ricerca di successi personali.
Forse una speranza di cui l'antimafia, quella vera, può nutrirsi.
giovedì 4 dicembre 2014
Trovategli un altro nome
Alla mafia quando sta fuori dalla Sicilia.
Ascoltavo Lirio Abbate poco fa che parlava dell'atmosfera che si respira a Roma che sarebbe uguale a quella della Sicilia.
I sussurri, le intimidazioni.
Ecco è quello che non piace a noi fuori dalla Sicilia.
Ci piace sentire Santoro e Costanzo quando ci raccontano queste cose, guardare Ultimo quando è dentro la fiction.
Anche leggere Abbate ci piace.
Cioè ci piace purchè sia una cosa tutta siciliana magari anche esportata, ma deve rimanere made in sicily.
Ecco perchè non ci piace la richiesta di Pignatone.
E nemmeno Gratteri quando vuole che gli Europei facciano leggi anti-mafia.
Esportare l'antimafia o l'idea che esista un modello mafioso nel Lazio o in qualsiasi altra regione è come volercelo appiccicare addosso a forza.
Se proprio non potete fare a meno, trovategli un nome e fategli una legge apposta per ogni regione ma non ci fate diventare mafiosi ad honorem.
A ognuno il suo bel fenomeno criminale.
Ascoltavo Lirio Abbate poco fa che parlava dell'atmosfera che si respira a Roma che sarebbe uguale a quella della Sicilia.
I sussurri, le intimidazioni.
Ecco è quello che non piace a noi fuori dalla Sicilia.
Ci piace sentire Santoro e Costanzo quando ci raccontano queste cose, guardare Ultimo quando è dentro la fiction.
Anche leggere Abbate ci piace.
Cioè ci piace purchè sia una cosa tutta siciliana magari anche esportata, ma deve rimanere made in sicily.
Ecco perchè non ci piace la richiesta di Pignatone.
E nemmeno Gratteri quando vuole che gli Europei facciano leggi anti-mafia.
Esportare l'antimafia o l'idea che esista un modello mafioso nel Lazio o in qualsiasi altra regione è come volercelo appiccicare addosso a forza.
Se proprio non potete fare a meno, trovategli un nome e fategli una legge apposta per ogni regione ma non ci fate diventare mafiosi ad honorem.
A ognuno il suo bel fenomeno criminale.
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