martedì 27 gennaio 2015

Libertà schierata



So quanto sia importante questo genere di premi per l'attenzione globale che generano sui problemi di un Paese che altrimenti non ne avrebbe.
Gli amici che ho lasciato in Oman ne sono grandi sostenitori perchè permettono loro di accendere un contatto con il mondo.
Se una volta dovevo aspettare almeno un mese per sapere se fossero in prigione o meno, adesso nel giro di poche ore la notizia è quasi certa.
Quello che non mi piace di questi riconoscimenti è la valenza di simbolo della libertà assoluta.
Non è così. Sono schierati e costruiti apposta contro i regimi o le istituzioni che contestano.
Sono una costola di Fox news vs Russia today.

In questi giorni si è tanto parlato di Re Abdullah, persino qui da noi dove la politica estera sui giornali è un semplice copia-incolla dal dailymail o Foreign policy.
E ovviamente lo si è descritto come un corrotto, un despota, un torturatore.
Si è demolita la Lagarde che ne aveva lodato i meriti per quanto fatto per le donne.
Si è strumentalizzato il caso del blogger Raif paragonandolo alle atrocità di Daash.
Si vuole decidere al posto di un popolo senza conoscerne la storia, le tradizioni, la vita.
Re Abdullah ha fatto tanto per correggere gli errori del passato ma nei modi e nei tempi di cui quella società si nutre.
D'altro canto l'occidente ascolta solo le proprie idee.
Nella libertà di espressione celebrata da quei riconoscimenti non è contemplata la voce delle donne che sono contente di indossare l'abaya scura ("stracci neri" come l'ha definita quel fine giornalista che è Vittorio Feltri riferendosi agli abiti indossati da Greta e Vanessa nel famigerato video) o anche di non guidare.
Ebbene si, ce ne sono.

Viene premiata non tanto la libertà di espressione quanto il giornalismo di opposizione che è capace di essere anche più spietato di quello del regime.
Quelli di Echo Moskvy sostengono gente del calibro di Alexey Navalny l'eroe anti-Putin che se andasse al potere con le idee politiche che ha, manderebbe noi musulmani a fare compagnia al fratello in Siberia.
O anche Boris Nemtsov che quando era al governo ha badato ai suoi interessi come tanti altri.
E quell'angelo di Khodorkowsky che tutti quelli che hanno lavorato come schiavi per lui ricordano bene.
Lo stesso Abbate che in fondo poco c'azzecca con quel tipo di giornalismo politicamente schierato più che libero, suo malgrado credo, finisce per offrire il frutto del proprio lavoro per arricchire le casse dell'editore e fornire un assist alla procura.
Ecco perchè questo tipo di premi da noi ha visibilità locale e poco fa da ponte con altre realtà.
Noi siamo quelli che "Greta e Vanessa sono andate in Siria per appoggiare una banda, non per aiutare i civili".
Almeno in questo siamo coerenti.
Abbiamo capito che dei civili alla fine non interessa a nessuno.
Ci si deve per forza schierare.

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