sabato 6 dicembre 2014

Allergie

Come tutte le star, anche lui è diventato allergico alle critiche. È comprensibile. Soprattutto se queste arrivano a conclusione di un lavoro giornalistico che scava e confronta, verifica e indaga. E soprattutto porta alla luce ciò che gli altri, difficilmente, hanno interesse a mandare in edicola. simone di meo


Simone oltre ad essere un bravo giornalista è una persona con la quale si può dialogare al di là delle differenze ideologiche e di opinione.
Epperò quando  parla di Saviano si trasforma.
Sembra un toro davanti al drappo rosso.

Giorni fa ero impegnata in una discussione sul fuffington e una signora alla quale spiegavo che forse si potrebbe rimettere in discussione la questione della scorta a Saviano mi ha apostrofato con un "è ben chiaro da che parte sta lei".
Cioè mi ha dato della camorrista che è un classico dei piccoli fan di Saviano.
Poi ieri su un blog mentre argomentavo sulla questione mafia a Roma perchè anche a me pare troppo, sia dal punto di vista giudiziario che morale, definire quel sodalizio criminale mafioso, un signore mi cita l'esempio del nostro compaesano Remo Gaspari.
Per lui fare raccomandazioni e favorire lo sviluppo commerciale di un territorio senza coercizione è un metodo mafioso.
E' sicuramente grave ma non è la stessa cosa.

E' questo che dà fastidio del fenomeno Saviano : una massa di gente che pende dalle sue labbra senza prendersi la briga di andare a verificare quello scrive.
Una massa di gente che non pensa.
I Di Meo e i Chiocci sono criticabilissimi per le loro posizioni faziose però almeno vivaddio con i loro scritti inducono il lettore a pensare che sarebbe il minimo che un giornalista può fare in questa società.
Saviano ha ridotto l'antimafia ad una questione personale.
Comincia anche un pò a soffrire la concorrenza.
Dopo la sentenza di Napoli la Capacchione gli ha dato una lezione di etica e forse anche uno sganassone di quelli che fanno male più alle madri che ai loro pargoli ma che sono necessari.
E adesso c'è la stella di Lirio Abbate che comincia ad oscurarlo.
Anche lui parte dell'antimafia certificata, pare però persona più sobria e soprattutto non alla ricerca di successi personali.
Forse una speranza di cui l'antimafia, quella vera, può nutrirsi.

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