martedì 20 settembre 2016

Ammazza che web

Attesa da oltre un anno, la seconda lettura riconsegna per il terzo passaggio al Senato, dove nel maggio 2015 il testo era stato approvato all'unanimità, una normativa profondamente modificata, che ha cambiato l'impostazione del provvedimento, nato, come ha ricordato la relatrice a palazzo Madama Elena Ferrara (Pd), per tutelare i minorenni, puntando sulla prevenzione dei fenomeni di bullismo informatico e sulla responsabilizzazione degli adolescenti, piuttosto che sull'aspetto punitivo. Adnkronos

In questi giorni la senatrice Ferrara e il padre di Carolina, tra i pochi che avevano veramente il diritto di dire la loro, hanno mostrato lucidità e dignità senza pari. Hanno tentato di ribellarsi alla strumentalizzazione, ma non ce l'hanno fatta. Non volevano l'elemosina, come quelli che hanno esultato per la legge sull'omicidio stradale.
Un governo che non è capace di governare, non può che servirsi di leggi punitive.
E la polizia delle comunicazioni ha le sue responsabilità.
Se non riesce ad essere propositiva e nemmeno sa sottrarsi alle comparsate show dalla Gruber, allora vuol dire che è brava a parole ma non con i fatti.
E che ha a cuore solo fondi e mezzi.

On a sider note, ma in maniera abbastanza consequenziale visto che entrambe le faccende sono un'ennesima appendice del degennarianesimo di cui non ci libereremo mai, pare di capire che ha avuto luogo lo storico incontro tra la signora Cucchi e il prefetto Gabrielli.
Dal resoconto credo che l'orientamento del capo della polizia sia stato quello che prevedevo.
Non scuse esplicite piegando la testa, ma deve aver dato l'impressione che fosse così. Pare di capire anche che non fosse presente il direttore della polizia delle comunicazioni. Altra mossa vincente dopo quella del contatto via web. Nella vita ogni tanto bisogna masticare amaro per sperare in tempi migliori.

Qui l'unico che dovrebbe essere punito veramente, immagino si tratti di un poliziotto della postale, è la persona che ha passato la circolare al giornalista. Se l'unica occasione che è riuscito a cogliere da quel documento, è stata quella di farsi beffe della vicenda del Pokemon o del direttore della specialità, allora vuol dire che non ha capito niente. E va mandato via.
La circolare di Di Legami era (in maniera del tutto casuale ovviamente) una sintesi magistrale di quanto scrivo da mesi e anche anni. Un modo di educarsi prima di andare ad educare nelle scuole.
Però si ha l'impressione che finchè la polizia delle comunicazioni viene vista come occasione per non fare più nottate in Questura e andarsene in giro per convegni, allora il risultato non può che essere una vicenda kafkiana come quella del Pokemon.

Abbiamo bisogno di una polizia meno poliziottesca, oltre che di un governo capace.
Funzionari meno sbirri, più educati ed amministratori.
E soprattutto coraggiosi. In grado di sacrificare il proprio tornaconto per il bene comune.

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