venerdì 20 settembre 2013

Correndo correndo

"Se gli adolescenti si fermassero a leggere il lungo regolamento di Ask, troverebbero che non si può utilizzare l'anonimato per porre domande maligne o offensive. E soprattutto saprebbero che c'è scritto che Ask è in grado di fornire informazioni alle forze dell'ordine, quindi l'anonimato non vale. Noi possiamo risalire a loro, come facciamo già per Facebook" 
dire

Tempo fa Cervellini su Facebook, diceva che è semplice seguire una manciata di regole.
E Pasquale Sorgonà, settimana scorsa, si chiedeva come mai la gente, consapevole del fatto che in fondo, il proprio muro su Facebook, è uno spazio aperto, continui comunque ad inveire, rischiando la denuncia.

Le regole che la polizia vuol far rispettare, appartengono ad un mondo che non corrisponde a quello in cui i ragazzi attenzionati vivono.
A degli adolescenti che si scambiano foto di parti del corpo nude, che pensano di essere migliori di altri, perchè provengono da una famiglia agiata, che fanno le ore piccole in discoteca e bevono, come fai a dirgli di seguire regole secondo le quali, devi cambiare password ogni tanto, oppure mantenere il profilo privato e osservare un regolamento che il gestore del servizio ti fornisce?
Nè tantomeno, riesci a spaventarli.

La polizia ha il ruolo di far rispettare le leggi, però ha anche funzione propositiva a livello governativo.
Perchè non dire a Merola che blindare i giardini margherita è una stupidata, se non si cura l'educazione dei ragazzi?
A che serve la presenza massiccia della polpost sui social, se non a farli migrare su altre piattaforme?
Forse ci vorrebbe un pò più di elasticità mentale, nella gestione di certe problematiche.

Nessun commento:

Posta un commento