mercoledì 14 agosto 2013
Aspetti
E proprio su questi aspetti sta lavorando il nuovo questore Vittorio Rizzi che in pochi giorni ha chiesto ai suoi uomini di intensificare i servizi di controllo del territorio per garantire un'estate tranquilla agli aquilani.
abruzzoweb
Rizzi al solito, farà i miracoli che gli si chiedono, però il problema è che, quando andrà via, le cose torneranno come prima, se i rappresentanti delle altre istituzioni, non prenderanno misure adeguate.
Lo spacciatore e il ladro, non si scoraggiano anche quando vengono arrestati in serie.
Però se la legge è quella, non si puo' fare di più.
Maccari ha segnalato un disagio non da poco, e che però continua ad essere sottovalutato se non ignorato, dai vertici e in una certa misura, anche dagli altri sindacati.
Il numero degli indagati per omicidio colposo, e di quelli che si voltano da un'altra parte, è destinato ad aumentare.
Così come credo, non tenderà a diminuire il numero di poliziotti e carabinieri indagati o sotto processo per favoreggiamento o corruzione.
Dai tempi di Sossio Costanzo e Matteo Cinque, non è cambiato granchè.
I pubblici ministeri continuano a costruire casi, basandosi su teorie e chiacchiere di pentiti, salvo poi essere sbugiardati da una corte attenta.
E il bello è, che l'investigazione viene condotta da altri poliziotti e carabinieri.
Ci si chiede, quando si assiste ad un dibattimento in aula, che tipo di relazione avessero quando erano dalla stessa parte, i magistrati che all'epoca giganteggiavano, e gli investigatori, oggi imputati, i quali fornivano loro su un piatto d'argento, materiale sul quale costruire carriere.
Sarebbe necessario forse stabilire dei criteri di comunicazione, sul concetto di opportunità e scelta investigativa e norme sui confidenti.
Così come sarebbe necessario che un uomo di legge sapesse, dopo anni di lavoro, che non è facile trarre in arresto un pusher, e che una persona che fa uso di droghe, già di per se, non respira in maniera ottimale.
L'ignoranza su certe questioni, è il lato più inquietante delle dichiarazioni del procuratore di Genova.
Però anche a farle le leggi, non è che la situazione cambi molto.
Apprezzata la buona volontà del governo, uno si chiede, se la polizia svolga anche funzione consultiva e propositiva, o se gli obbrobri del decreto femminicidio, derivino proprio dai loro consigli.
E non abbiamo sentito nel marasma generale di ovvietà, scaturite dal suicidio del ragazzino romano, il prefetto Cirillo, che di solito si bea di essere l'eroe dei gay, cercare di fare un pò d'ordine, e magari dire che le leggi repressive non rappresentano una soluzione stabile e definitiva.
Insomma la polizia odierna che si fregia di essere moderna, dà l'impressione di reggersi in piedi, solo grazie alla buona volontà di pochi.
Ci si accorge che esiste, quando i vecchietti in lizza per la poltrona, se la litigano o quando c'è da inventarsi qualche frottola per venire in soccorso al ministro.
Francamente, è un po' poco.
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