sabato 15 settembre 2012

Comprendere la rabbia Araba

Dopo aver letto della candidatura di Frattini a comandante supremo della NATO, il buon Luca ha pensato a me, come prossimo ministro degli esteri .
Ringrazio della fiducia, e mi preparo .

Ecco, cara Balqis, fai una previsione: quanto ci metteranno i giovani maschi musulmani, tra i quindici e i trent'anni, a fare questa distinzione? 

Cominciamo da questa .
I giovani maschi Musulmani, sono anche Arabi .
Quindi vivono in un certo contesto che ne determina le azioni e da cui non si puo’ prescindere, se li si vuole capire .
La religione e’ una parte importante della cultura di un popolo, ma non tutto .
E’ per questa ragione che non si risponde alla distruzione del Corano con quella della Bibbia, o non si fa un film blasfemo su Gesu’ in risposta ad uno su Maometto .
Non fa parte della tradizione Islamica, ne’ di quella Araba, come nemmeno di quella Occidentale, almeno per come sono stata educata io .
A mio modesto parere, pero’ se lo dico io non sono credibile perche’ chi mi ascolta, pensa che io voglia trovare scuse, il problema e’ di tipo sociale e politico .
Chi alimenta le fiamme della furia integralista, vuole semplicemente dirottare il malcontento verso altre direzioni .
E’ un metodo usato da decenni dalle monarchie del Golfo e dai capi di Stato ormai destituiti del Maghreb : veicolare l’insoddisfazione su America e Israele, che poi alla fine sono, direttamente ed indirettamente, alleati storici .
La religione e’ semplicemente la scintilla che ha creato il tutto .
E’ un po’ anche nel carattere a tratti remissivo degli Arabi, l’abitudine a scaricare le responsabilita’ .
Per l’Arabo, c’e’ sempre qualcun altro a cui addossare le colpe .
E d’altra parte non hanno nemmeno tutti i torti .
Quando ti va tutto storto da decenni, quando ci sono conflitti che si trascinano da anni, viene naturale lasciarsi prendere dall’istinto complottista .
Non si puo’ essere sempre perdenti semplicemente per sfortuna o per colpe proprie .
Non si sentono colpiti solo come Musulmani, ma come Arabi .
I governi non finanziano direttamente i film, ma non se ne stanno con le mani in mano .
Agiscono in maniera subdola, quando vogliono .
La presenza dei soldati Britannici e Americani su suolo libico, ignorando completamente le regole, sono solo l'ultima della serie ed e' stata ampiamente provata .
Basta rimestare un po' nella storia degli ultimi vent'anni e piu', per sapere cosa hanno fatto governi e agenzie di sicurezza Americani e Israeliani all'estero .

Devo confessare che vivendo qualche anno nel Golfo, un po’ di sano anti-Americanismo (nei confronti della politica estera, non certo del Paese in generale) che rivendico legittimo, l’ho sviluppato anch’io .
Il dipartimento di Stato Americano, ma anche altre organizzazioni governative Europee, sono presenti su terra Araba con grandi iniziative : organizzano scambi tra studenti, seminari con bloggers, promuovono campagne di sensibilizzazione per la salute pubblica, AIDS, cancro al seno, infibulazione .
Incoraggiano la societa’ civile .
Si sono creati cioe’ quella strato cuscinetto, che da un lato serve a promuovere l’alfabetizzazione e la modernizzazione del Paese, dall’altro deve garantire a loro, che sono i principali interlocutori, una certa zona di influenza e di controllo .
Pero’ il cittadino che va per le strade a protestare, non appartiene a questa elite, non e’ quello, per intenderci, che fa costantemente anticamera all’ambasciata, per ottenere supporto morale ed economico, per le sue battaglie .

A parte la valenza politica e sociale delle vicende di questi giorni, c’e’ da considerare quella religiosa . Viviamo in un mondo e in un Paese, che e’ espressione di varie culture e religioni .
Quindi bisogna tenerne conto, perche’ le sensibilita’ sono diverse .
Rispettare le diverse identita’, non significa piegare la testa o prepararsi all’invasione della Sharia .
Significa semplicemente vivere assieme, rispettando principi di civilta’.
Se mi si obietta che lo stesso dovrebbe accadere nei Paesi Arabi, rispondo che cosi’ e’, ma sempre in base alle proprie leggi .
I tanto vituperati re ed emiri costruiscono chiese e danno locali per funzioni religiose di altre confessioni, a proprie spese .
Non e’ concesso fare proseliti e convertire, perche’ la religione e’ la base della legislazione .

Il sentimento del cittadino verso il proprio governante, non e’ di mera tolleranza o sottomissione .
E’ di sincero rispetto .
Per quello finora, a parte forse la rivolta degli sciiti in Arabia Saudita, non v’e’ mai stata vera ribellione contro la casa reale, nemmeno in Bahrain .
Non bisogna confondere i capi di Stato del nord Africa con i regnanti dell’area del Golfo .
I presidenti del Maghreb hanno tenuto le loro popolazioni nell’ignoranza e nella poverta’ per decenni .
E’ da li’, che e’ sgorgata la rabbia .
Nella zona del Golfo la realta’ e’ diversa .
Le dinamiche seguono le regole e le aggregazioni tribali .
I regnanti concedono negli istituti pubblici, sanita’ e istruzione gratis .
Che poi non tutto funzioni bene, e alla fine molti si rivolgono al privato, quello accade ovunque .
Agli impiegati pubblici vengono concessi, di tanto in tanto dei bonus sullo stipendio .
Gran parte della popolazione ha ottenuto gratis, i terreni dove poi ha edificato la casa di famiglia .
Gli studenti vanno all’estero all’universita’, con le quote in parte pagate dal governo .
Il rovescio della medaglia per tutto cio’, e’ che c’e’ una sorta di assistenzialismo, tipo quello di cui abbiamo goduto noi meridionali per decenni, che ha danneggiato il cittadino .
Lo ha reso pigro, incapace di prendere iniziativa .
Non si puo’ negare che ci siano problemi .
Le fasce di poverta’ esistono, ma non sono estese come qui da noi .
Il numero di giovani che trafficano in droga e ne sono vittime , continua a salire, ma sempre in maniera minore che in Occidente .
La vera rabbia non e’ nei confronti del sultano di turno, perche’ ha fatto tutto quanto possibile per i propri cittadini .
E’ quello che ne conosce meglio i bisogni e cerca di soddisfarli .
Il problema e’ costituito dai cosiddetti intermediari, i middle men .
Qualche settimana fa, in Oman l’ufficio dell’impiego, ha convocato 500 disoccupati per offrire loro un lavoro .
Se ne sono presentati meno di cinquanta .
A detta di chi non e’ andato, lo stipendio era basso, circa 400 euro, e i posti alla fine erano riservati ad amici e parenti .
La corruzione negli uffici pubblici e’ dilagante.
Rallenta il progresso del Paese e fa crescere la rabbia .

Le differenze tra uomini e donne, sono nei Paesi poveri come lo Yemen e il Pakistan, o nelle zone rurali, e la causa non e’ la religione, quanto il suo abuso .
Le ragazze che vengono vendute in matrimonio o sposate al Corano per non perdere i soldi della dote, sono vittime di ignoranza e poverta’ .
In Islam e’ lo sposo che paga la dote, non per comprare la moglie, ma semplicemente per simboleggiare l’ingresso a nuova vita .
Il profeta Maometto diede delle ragazze da sposare, per un mantello o un anello, portato in dono dallo sposo .
Oggi in Oman, che e’ il Paese che meglio conosco per averci vissuto per un po’, molte ragazze rimangono nubili, perche’ i padri chiedono cifre che si aggirano attorno ai 30000 euro e anche piu’ .
Alcuni ragazzi chiedono prestiti in banca, altri rinunciano, altri ancora sposano le straniere, anche se non e’ facile ottenere il permesso dal governo .
La tanto vituperata zona industriale per sole donne che sorgera’ in Arabia Saudita, nasce per dare maggiori sbocchi di lavoro e rispondere ad esigenze delle stesse donne, non per creare lager .
Nessun giornale Occidentale ne ha intervistata una, di quelle contente di indossare il velo o anche il burqa . Ce ne sono e parecchie .
Qui da noi pare strano, ma ci sono donne che non amano esibire il proprio corpo e che si accontentano di interagire solo con il proprio marito, il padre ed i fratelli .
Si pontifica tanto qui da noi, e giustamente, vista la casistica purtroppo offerta dagli immigrati, sulla discriminazione verso le donne .
Pero’ se noi chiediamo, ed e’ casa nostra, una spiaggia privata per sole donne, si grida allo scandalo .

Bisogna tenere conto di tutti questi fattori per capire la realta’ del medio oriente e la maturazione di certe reazioni , cercando di osservare le cose da una diversa prospettiva .
Pero’ sui giornali Italiani nessuno ne parla, e noi non abbiamo tempo di ascoltare .

2 commenti:

  1. Grazie di cuore per la risposta articolata. E, per chiosare la tua ultima frase: è per questo che ho domandato a te.

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