sabato 7 gennaio 2012

Su camere e braccialetti

Al di la' della polemica costruita ad arte dai giornali, l'audizione del prefetto Cirillo di fronte alla commissione giustizia del senato, ha rappresentato un momento importante, per capire come spesso le leggi nel nostro Paese, vengano fatte senza rationalita', e senza ascoltare il parere tecnico di coloro i quali sono coinvolti in prima persona nella gestione delle risorse messe a loro disposizione e sono i primi destinatari di norme nuove e a volte fatiscenti .

Cio' che impressiona, nella relazione fatta dal dott. Cirillo, e' la totale inadeguatezza delle strutture in questione, le camere di sicurezza che dovrebbero rappresentare un luogo di transizione veloce, che pero' poi si rivela ben piu' lungo, a fronte del numero dei detenuti e del personale impiegato .
Non solo, considerando il basso turnover (circa 3/4 secondo il prefetto, cifra che gli e' stata contestata dalla commissione, ma facilmente verificabile), il numero delle camere di sicurezza e' insufficiente, ma , essendoci un vuoto normativo al riguardo, viene gestito affidandosi a buon senso e buona volonta' .
Quindi, e anche qui non e' chiaro chi effettivamente si debba occupare di questi detenuti, il personale di polizia fornisce di propria iniziativa fogli entrata-uscita, indicazioni sui diritti del detenuto e spesso mette a disposizione anche i propri buoni pasto, essendo insufficienti i fondi per il vitto .
La promiscuita' denunciata dal dirigente, e' un grave indizio della situazione sanitaria precaria .
Per quanto il personale si adoperi per garantire la separazione tra i generi e la pulizia dei locali , non vi sono norme che aiutino questo processo .
Le affermazioni di Cirillo circa l'aumento del turnover, per favorire lo spostamento al piu' presto nelle carceri, vanno valutate in quest'ottica e non, come recepito dal sindacato di polizia penitenziaria, come una volonta' di sbarazzarsi di un'incombenza .
Assume rilevanza, nel contesto dell'organico dei tre corpi di polizia, il fatto che nel corso di 24 ore, circa 10 persone siano destinate alla cura del detenuto .
Per quanto riguarda i famigerati braccialetti, e' da notare non tanto il costo quanto l'inutilita' .
Essi non sono collegati direttamente ad una centrale operativa delle forze di polizia, ma alla Telecom, e possono localizzare il detenuto, solo finche' lo indossa all-interno del luogo ove trascorre i domiciliari .
Se il soggetto si allontana dall'abitazione, le sue tracce scompaiono .
Non so quanto effettivamente gli altri dirigenti che il dott. Cirillo rappresentava, concordassero con il decreto entrato in vigore il 23 dicembre scorso come lamentato dal Ministro, ma non vi e' dubbio che viviamo in un Paese le cui autorita' procedono su binari paralleli e spesso lontani .

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