Ogni anno, da vent’anni ormai, quando si avvicina il giorno dell’anniversario, mi tornano alla mente quegli anni .
La strage o eccidio del Pilastro, come ormai lo si chiama da tanti anni , non e’ nemmeno a mio parere, il piu’ grave o efferato della serie, ma e’ rimasto nei ricordi di tutti, come il piu’ noto .
Cio’ e’ dovuto al fatto che di vera e propria strage si tratto’, perche tre Carabinieri furono macellati come fossero sulle strade di Baghdad , sebbene fossero solo nei vialetti di un quartiere di periferia a Bologna .
In realta’, l’atipicita’ dell’azione e il coinvolgimento di tre giovani rappresentanti delle forze dell’ordine, fu proprio l’ostacolo che impedi’ agli investigatori, di vedere il collegamento, o addirittura la consequenzialita’, con altri atti criminali commessi in quelle zone e in quegli anni .
Nonostante la sacralita’ di Bologna fosse stata gia’ violata pesantemente da altri delitti, fino al 4 Gennaio ’91, non ci rendemmo conto di quanto e come quella citta’ adorata da tutti, si fosse trasformata, di quanto pericoloso fosse , attraversarla .
Quei singhiozzi di un Carabiniere bambino ai funerali in centro, furono un colpo al cuore per tutti noi, residenti e ospiti di Bologna la dotta .
Realizzammo tutto a un tratto, che la favola della citta’ godereccia, pronta ad accogliere tutti, era finita da molto tempo .
Si ricorda ormai quell’evento, associandolo esclusivamente alla cosiddetta banda della Uno Bianca e ai suoi poliziotti pero’ come ho ricordato in precedenza, ci fu un’altra indagine e un altro processo, probabilmente scomodi o poco utili a qualcuno nelle dorate stanze di Roma , che meritavano piu’ attenzione .
Io non voglio mancare di rispetto agli agenti e alla procura di Rimini, che ci liberarono da quell’incubo .
Dico solo che non credo all’improvviso colpo di fortuna, e trovo che il lavoro non sia stato completato .
C’erano dei punti molto validi nell’inchiesta sulla quinta mafia, che andrebbero integrati con quella successiva .
Medda quella notte c’era e non era solo, e per una ragione che non sapremo probabilmente mai, perche’ piu’ a nessuno interessa .
Il brutto che rimane di tutta quella storia e di un’epoca, sono le lotte tra polizia e carabinieri, a livello dirigenziale ovviamente, tra magistrati che appartenevano alla stessa procura, tra DIA e altre istituzioni, il marcio alle volanti e tra i celerini (parlo di una parte, non certo di tutti), le bizze degli alti gradi che trattavano i poliziotti e i carabinieri semplici come schiavi, le scorte inutili, per fare bella figura coi politicanti .
Un’indagine che avrebbe dovuto portare giustizia, si trasformo’ in terreno di battaglia per potere e prestigio .
Il ricordo piu’ dolce e straziante, e’ quello della madre di Otello, che con piu’ frequenza veniva alle udienze, cosi’ piccola e fragile , ma cosi’ forte quando si trattava di ascoltare certe testimonianze dure o quando c’era da rispondere ai giornalisti .
E i ragazzi del dottor Spinosa, che avevano lavorato alle indagini e che gli facevano pure da scorta, sempre’ li’ in prima fila ad ascoltare, che si tenevano il posto nonostante il sonno e la stanchezza, quando c’erano udienze decisive .
I ricordi piu' brutti, le liti in aula e quei cippi orribili che l'Arma dedico' ai ragazzi .
Non so a che valgono i ricordi e la rabbia e la voglia di giustizia, quando questa non c’e’, ma torna una volta l’anno e poi va via .
Foto da
Antonella BeccariaLa strage o eccidio del Pilastro, come ormai lo si chiama da tanti anni , non e’ nemmeno a mio parere, il piu’ grave o efferato della serie, ma e’ rimasto nei ricordi di tutti, come il piu’ noto .
Cio’ e’ dovuto al fatto che di vera e propria strage si tratto’, perche tre Carabinieri furono macellati come fossero sulle strade di Baghdad , sebbene fossero solo nei vialetti di un quartiere di periferia a Bologna .
In realta’, l’atipicita’ dell’azione e il coinvolgimento di tre giovani rappresentanti delle forze dell’ordine, fu proprio l’ostacolo che impedi’ agli investigatori, di vedere il collegamento, o addirittura la consequenzialita’, con altri atti criminali commessi in quelle zone e in quegli anni .
Nonostante la sacralita’ di Bologna fosse stata gia’ violata pesantemente da altri delitti, fino al 4 Gennaio ’91, non ci rendemmo conto di quanto e come quella citta’ adorata da tutti, si fosse trasformata, di quanto pericoloso fosse , attraversarla .
Quei singhiozzi di un Carabiniere bambino ai funerali in centro, furono un colpo al cuore per tutti noi, residenti e ospiti di Bologna la dotta .
Realizzammo tutto a un tratto, che la favola della citta’ godereccia, pronta ad accogliere tutti, era finita da molto tempo .
Si ricorda ormai quell’evento, associandolo esclusivamente alla cosiddetta banda della Uno Bianca e ai suoi poliziotti pero’ come ho ricordato in precedenza, ci fu un’altra indagine e un altro processo, probabilmente scomodi o poco utili a qualcuno nelle dorate stanze di Roma , che meritavano piu’ attenzione .
Io non voglio mancare di rispetto agli agenti e alla procura di Rimini, che ci liberarono da quell’incubo .
Dico solo che non credo all’improvviso colpo di fortuna, e trovo che il lavoro non sia stato completato .
C’erano dei punti molto validi nell’inchiesta sulla quinta mafia, che andrebbero integrati con quella successiva .
Medda quella notte c’era e non era solo, e per una ragione che non sapremo probabilmente mai, perche’ piu’ a nessuno interessa .
Il brutto che rimane di tutta quella storia e di un’epoca, sono le lotte tra polizia e carabinieri, a livello dirigenziale ovviamente, tra magistrati che appartenevano alla stessa procura, tra DIA e altre istituzioni, il marcio alle volanti e tra i celerini (parlo di una parte, non certo di tutti), le bizze degli alti gradi che trattavano i poliziotti e i carabinieri semplici come schiavi, le scorte inutili, per fare bella figura coi politicanti .
Un’indagine che avrebbe dovuto portare giustizia, si trasformo’ in terreno di battaglia per potere e prestigio .
Il ricordo piu’ dolce e straziante, e’ quello della madre di Otello, che con piu’ frequenza veniva alle udienze, cosi’ piccola e fragile , ma cosi’ forte quando si trattava di ascoltare certe testimonianze dure o quando c’era da rispondere ai giornalisti .
E i ragazzi del dottor Spinosa, che avevano lavorato alle indagini e che gli facevano pure da scorta, sempre’ li’ in prima fila ad ascoltare, che si tenevano il posto nonostante il sonno e la stanchezza, quando c’erano udienze decisive .
I ricordi piu' brutti, le liti in aula e quei cippi orribili che l'Arma dedico' ai ragazzi .
Non so a che valgono i ricordi e la rabbia e la voglia di giustizia, quando questa non c’e’, ma torna una volta l’anno e poi va via .
Foto da

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