domenica 26 febbraio 2017

I speak, to hear, my voice

Corteggia una donna su Facebook e la truffa di 36mila euro: "Mia figlia ha il cancro" „ uomo che, attraverso un falso profilo su Facebook, nel quale si era finto un 38enne di origine calabresi, residente a Rimini, aveva stretto amicizia sul social network. L’uomo, particolarmente cortese e galante, ha riempito di compimenti la donna, iniziando così a corteggiarla, riuscendo nel giro di poco tempo ad acquisire la totale fiducia della vittima. Le ha raccontato quindi di essere rimasto vedovo, di aver perso il lavoro e di avere una figlia minorenne gravemente malata di cancro. ForlìToday

Il 35enne nigeriano si era qualificato come militare americano che si trovava in missione all'estero, che era in serie difficoltà e che aveva bisogno di danaro. La donna è caduta nella trappola e non solo gli aveva dato tutti i suoi soldi, ma per soddisfare le sue losche richieste, aveva anche richiesto mutui e finanziamenti. La donna inviava le somme tramite money transfer e bonifici verso banche domiciliate in Indonesia a favore di cittadini di quel Paese. Le indagini dei carabinieri sono iniziate dall'unico bonifico fatto in Italia pari a 1.200 euro su un numero iban abbinato a un conto corrente bancario aperto dall'indagato presso una banca dell'anconetano.ansa

Su Internet si va, più che alla ricerca di un contatto, per trovare qualcuno che stia peggio di noi.
E se è il più lontano possibile, in modo da evitare problemi, tanto meglio.
Questi sono gli elementi su cui giocano i truffatori per imbastire un buon rapporto con la vittima nella fase di grooming. Non è detto comunque che i complimenti siano necessari. C'è la donna che ne ha bisogno e quella che invece li rigetta. In rete è facile individuare a quale profilo la preda corrisponde perchè le fragilità risaltano in maniera amplificata.
Sotto il profilo strettamente investigativo gli unici casi degni di nota sono sempre quelli a caratura locale. Gli scam africani purtroppo sono a fondo perduto. I mezzi per individuarli ci sono, ma manca la volontà. Non sono in ballo le cifre stratosferiche delle truffe aziendali quindi l'impegno, soprattutto dal fronte africano, è scarso. Si tratta di un atteggiamento sbagliato perchè se per un verso i truffati costituiscono un peso per le nostre economie che subiscono il contraccolpo sociale della sofferenza psicologica delle vittime che sono ormai tantissime, dall'altro non aiutiamo l'Africa a sanare le criticità che l'affliggono e che determinano conseguenze letali anche per noi.

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