giovedì 12 gennaio 2017

Niente piu' ti lega a questi luoghi


Entro il medesimo termine, al fine di rafforzare gli interventi di razionalizzazione volti ad evitare duplicazioni e sovrapposizioni, anche mediante un efficace e omogeneo coordinamento informativo, il capo della polizia-direttore generale della pubblica sicurezza e i vertici delle altre Forze di polizia adottano apposite istruzioni attraverso cui i responsabili di ciascun presidio di polizia interessato, trasmettono alla propria scala gerarchica le notizie relative all'inoltro delle informative di reato all'autorita' giudiziaria, indipendentemente dagli obblighi prescritti dalle norme del codice di procedura penale. DECRETO LEGISLATIVO 19 agosto 2016, n. 177


Un corto circuito informativo. Una catena gerarchica privata delle notizie essenziali. Altre ipotesi, in via ufficiale, non ci sono, al momento. 

risulta tra le mail spiate anche quella del generale della Guardia di Finanza Paolo Poletti, vicedirettore dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna). Peccato che l’indirizzo evidenziato negli atti giudiziari sia inattivo dal 2009. 

Una delle audizioni più brillanti, a fine 2016, è stata proprio quella di Roberto Di Legami. 
marco ludovico

E' successo, infatti, che Gabrielli, martedì mattina, si sia recato alla Camera, dove aveva in programma un'audizione davanti alla Commissione d'inchiesta sulle periferie, proprio mentre esplodeva il caso dei fratelli Occhionero. A quell'appuntamento, però, è arrivato senza conoscere i dettagli dell'inchiesta. Nonostante fossero otto mesi che la postale stava lavorando sul caso. Un problema serio, non per la mancata informazione in sé, quanto perché in ballo c'erano i nomi di personalità al vertice delle istituzioni italiane ed europee. Mangani il messaggero

Secondo me la questione è molto più semplice di quello che sembra.
Di Legami non ha sottovalutato l'inchiesta. L'ha inquadrata nella giusta ottica viste le evidenze. Parliamo di un investigatore con la i maiuscola che non parla mai dando qualcosa per scontato. Ha valutato che dal server americano non uscirà fuori nulla di eclatante.

A fine giornata ieri la procura ha chiarito che agli indirizzi email dei big, tra i quali Renzi e il generale Poletti, ci sono stati solo tentativi di accesso. Uno scenario che coincide con il profilo di Giulio Occhionero tracciato dall'ex-direttore della polizia delle comunicazioni. Un tipo monastico ossessionato dalle informazioni. Magari uno che faceva anche da mediatore ma decisamente un pesce piccolo. Uno che voleva fare soldi. Ecco perchè pare anche credibile il fatto che Di Legami non abbia avvertito nemmeno il direttore delle specialità. Il prefetto Sgalla è il padre padrone della polizia postale. Tutto passa attraverso di lui. Se Di Legami non lo avesse avvertito di proposito, significherebbe che c'era qualcosa di effettivamente grosso e non si fidava della catena gerarchica. Ma la portata dell'inchiesta, che pare veramente di poco conto, smentisce questo scenario.
Evidentemente il prefetto Gabrielli, sentite le ipotesi su possibili legami con l'inchiesta P4 (anche quella di tenore più mediatico che giudiziario) si è fatto prendere dal panico. Con la consapevolezza che sarebbe stato lui a pagare per una leggerezza del genere, ha tagliato la testa più scontata prima della bufera.

Si tratta di comportamenti che nel contesto ci stanno tutti.
Però se proprio vogliamo parlare di sottovalutazioni, quella più grossa sembrerebbe essere a carico del capo della polizia.

Io credo che in fondo Di Legami non sia nemmeno tanto dispiaciuto di questo esito. Si era ridotto a fare la trottola per convegni e alla fine i risultati in concreto non venivano. Il grido di dolore che ogni volta lanciava alle varie commissioni, rimaneva inascoltato.
La settimana scorsa la solita banda di hacker maghrebini ha operato il defacing di decine di siti istituzionali e aziendali abruzzesi. Anche quando non vengono carpiti dati, si verifica una perdita di tempo e quattrini. E' dai tempi di Apruzzese che i direttori della polizia postale cercano di sistemare questa ed altre falle nel sistema ma il governo fa solo finta di ascoltarli. La polizia delle comunicazioni rimane uno strumento per fare entrare soldi nelle casse dello stato e procurare preferenze e contatti ai politici.

Nessun commento:

Posta un commento