giovedì 12 gennaio 2017

Il Matteo furioso e la combriccola dei ruvidi


Ad accreditare le voci oggi è anche il Corriere della Sera: nei palazzi romani delle istituzioni, scrive il quotidiano diretto da Luciano Fontana, “si racconta che le reazioni non siano state affatto pacate, compresa quella dell’ex presidente del Consiglio”. Di Michele-Mazzarino Formiche

L'apertura dei server non è cruciale rispetto a quanto acclarato già dall'inchiesta.
Ma il vero problema è il rapporto ossessivo che Renzi ha da sempre con la galassia sicurezza.
La vede come un mezzo per arrivare al potere e tenerselo. E anche per perderlo.
In questo senso la gestione Pansa-Alfano è stata molto lungimirante.
Sono riusciti ad amministrare al meglio le criticità accompagnando il giovane premier durante il percorso.
Il vecchio capo tanto odiato dai sindacati di destra, è quello che ha messo a tacere il digiuno del segretario del Sap. Non una parola, non una visita. Il pugno di ferro in quel caso ha funzionato.
Il nuovo capo, che deve essere effettivamente caratterialmente molto simile al suo pupillo dell'Aisi, invece pensa di risolvere con una strizzata d'occhio. Solo che finora ha solo peggiorato le cose.
La frasetta sul pagare un prezzo, l'aveva ripetuta per settimane senza destare particolare attenzione. Ha voluto fare il botto alla befana di Bologna organizzata dal sindacato. E non è stata capita dalla pancia del Paese. Lo hanno tutti rimproverato di voler mettere le mani avanti.
Allo stesso modo in cui in altri ruoli risolveva facendo un pò di chiasso sui media per uscire da situazioni difficili, nel caso dell'inchiesta della postale ha capito subito che Renzi avrebbe fatto saltare la sua testa in tempi brevi. E' andato nel panico ed ha agito di conseguenza. Sarebbe stato preferibile spiegare all'ex-premier, dal quale in fondo dipende ancora il proprio destino, che non c'era bisogno di preoccuparsi in maniera così esagerata.
Il carattere rigido e introverso funzionano negli ambienti della sicurezza quando si è in posizione di leadership ma sono qualità da dosare. Per il resto c'è da lavorare molto d'anticipo e diplomazia.
E soprattutto bisogna studiare bene la psicologia delle persone per trarne il massimo vantaggio.
Uno dei motivi per i quali Renzi ha fallito, è che è stato sempre trattato come un bamboccione da accontentare. Bisognava semplicemente spiegargli certi meccanismi.

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