mercoledì 14 settembre 2016

Ci vuole poco per sentirsi più vicini

Il dottor Di Legami in passato si è difeso da contestazioni ben più serie di quelle che gli verrebbero rivolte se la signora Cucchi decidesse di procedere per vie legali. Accuse mosse da appartenenti alle istituzioni e dal profilo non proprio cristallino . Non credo che la cosa lo possa spaventare più di tanto. Ma non si tratterebbe di una semplice querela contro la sua persona o a discapito di un poliziotto. Bensì di una manovra giudiziaria e mediatica che vedrebbe come protagonisti l'intero corpo di polizia, il ministero e il governo. Scenari che nel passato abbiamo già vissuto. Era quindi necessario arginare nel miglior modo possibile le conseguenze di una vicenda che non ha nemmeno attratto l'attenzione dei media nazionali, come ci si sarebbe potuto aspettare, ma che può rivelarsi insidiosa anche in vista della discussione della legge sulla tortura. Per non parlare del referendum.

Il tipo di approccio mostrato nella ricerca del contatto è molto nello stile del prefetto Gabrielli.
Essenziale. Espressione di un orientamento moderno.
Mancano le moine e le telefonate sussurrate del passato.
Pur non negando che la vicenda e la persona non sono comuni nè sconosciute alla polizia di stato e l'appello non è passato inosservato, il trattamento è, almeno sulla carta, quello riservato ad ogni comune cittadino. Nel giro di un paio d'ore sembrerebbe comunque essere stato già fissato un appuntamento.
Come auspicato in un post precedente, il capo della polizia non si farà mettere spalle al muro nè consentirà che abbiano luogo ulteriori strumentalizzazioni. E' una occasione da cogliere per chiudere questa partita, ed altre simili, in maniera definitiva.



Foto Ilaria Cucchi Facebook

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