mercoledì 14 settembre 2016

But once your picture becomes tainted, it's what they call ...

...« bullismo » .. l’aggressione o la molestia reiterate, ... anche al fine di provocare in esse sentimenti di ansia, di timore, di isolamento o di emarginazione, attraverso atti o comportamenti vessatori, pressioni e violenze fisiche o psicologiche, istigazione al suicidio o all’autolesionismo, minacce o ricatti, furti o danneggiamenti, offese o derisioni, anche aventi per oggetto la razza, la lingua, la religione, l’orientamento sessuale, l’opinione politica, l’aspetto fisico o le condizioni personali e sociali della vittima.
...« cyberbullismo » ...  anche non reiterato, ... e perpetrato attraverso l’utilizzo della rete telefonica, della rete internet, della messaggistica istantanea, di social network o altre piattaforme telematiche. ... inoltre, la realizzazione, la pubblicazione e la diffusione on line attraverso la rete internet, chat-room, blog o forum, di immagini, registrazioni audio o video o altri contenuti multimediali, effettuate allo scopo di offendere l’onore, il decoro e la reputazione di una o più vittime, nonché il furto di identità e la sostituzione di persona operati mediante mezzi informatici e la rete telematica al fine di acquisire e manipolare dati personali, ovvero di pubblicare informazioni lesive dell’onore, del decoro e della reputazione della vittima.


...Il Garante per la protezione dei dati personali verifica l’intervento del gestore  ...
... codice di regolamentazione per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo, a cui devono attenersi gli operatori ... un comitato di monitoraggio 
...  da uno a sei anni se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici. 

I miei direttori siculi preferiti.

Quello che volevo dire, o meglio scrivere, è che Alberto quando si muove, va in medio-oriente e gli danno i piatti. Non so se d’argento. Invece il direttore della polizia delle comunicazioni, quando non sta a Deen Haag, va in Spagna a ritirare le medagliette. Poi mi sono ricordata che si avvicinava la data fatidica del 13 Settembre. In più per fermare il poliziotto Pokemon, che è più logorroico del suo capo e giorni fa ha preso la palla al balzo per recitarmi la biografia agiografica di Roberto Di Legami, gli ho detto più o meno : e quando mai ho messo in dubbio la sua bravura e bontà d'animo? Al massimo ci avrò scherzato un po’ sopra. E lui di rimando : e vabbè te scherzi sempre ma non si capisce cosa …
E c’ha ragione pure lui. Fino a un certo punto però.

La legge per il contrasto al cyberbullismo, così come è stata rielaborata dalle commissioni, viene ad essere completamente stravolta. Che qualcuno non abbia la coscienza a posto e voglia semplicemente sfruttare l'occasione per mettere un bavaglio agli utenti della rete, lo testimonia il fatto che il sottosegretario Ferri domenica scorsa se ne è uscito con un comunicato che snocciolava numeri ampiamente noti sul fenomeno.
Non c'era bisogno di una norma per colpire chi danneggia la reputazione delle persone in rete.
Ci sono già leggi alle quali si può fare ricorso.
Ma ricavarne una specifica che prende di mira blogger, scrittori e commentatori, all'interno di una legge che riguarda Internet, è un chiaro messaggio intimidatorio.
Si vuole scoraggiare la critica. Il pensiero.

In rete è difficile distinguere tra critica pura e offesa. Tra sana ironia e derisione.
E' una questione di sfumature che dipendono dalla cultura e dalla sensibilità delle persone.
La percezione viene facilmente alterata a seconda dell'interlocutore.
E che sia così, lo dimostra la suddivisione caotica in categorie che è stata fatta di bullismo e cyberbullismo. Non è proprio semplice distinguere nemmeno il nesso causa-effetto.
Ho passato ore a seguire e discutere con i ragazzi dediti ad autolesionismo e con bulimici ed anoressici, ma non ho ancora capito perchè lo fanno. Troppo facile parlare di alienazione ed incomprensione. Difficile anche cristallizzare la reiterazione, visto il ruolo giocato dalla tecnologia.
Non si capisce inoltre, perchè la verifica della rimozione dei contenuti toccherebbe al garante e non alla polizia. Se si è puniti anche quando si va fuori tempo, perchè la richiesta non viene evasa per ritardi fisiologici. E quanta libertà di censura, su loro iniziativa, avranno le varie piattaforme social.
Il codice di autoregolamentazione e il comitato di monitoraggio sono misure ideate da chi vede Internet da un oblò. Paroloni buoni per i politicanti.
Vedremo se e quali correzioni verranno apportate.

Quando chiesi ad una ragazzina, una delle tante che ha una pagina Facebook, non per promuovere la pratica dell'autolesionismo ma per cercare un dialogo con chi può comprenderla, cosa avrebbero fatto se la polizia gliele avesse chiuse, lei mi rispose che avrebbero cercato un altro posto per scrivere. Se l'intenzione è quella di impedirci di esprimere il nostro pensiero su quello che accade in questo Paese, troveremo un altro modo legittimo per dire quello che pensiamo.
Se qualcuno preferisce i metodi nordcoreani, può trasferirsi da quelle parti.

In conclusione il mio pensiero va a Tiziana Cantone e alla sua famiglia.
Che Allah abbia misericordia di loro.
Non so se questa legge l'avrebbe salvata.
La sua triste vicenda è la dimostrazione che i problemi iniziano sempre fuori dalla rete e che le responsabilità stanno un pò su tutti i fronti.
La tecnologia, quando usata male e da mani sbagliate, serve semplicemente a stravolgere una realtà di per se già difficile.

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