mercoledì 14 settembre 2016

Errori

L’errore commesso è evidente e innegabile. Non eravamo davanti a un caso di costume, ma un caso di cronaca che come tale andava trattato e approfondito per poi avere in mano elementi sufficienti per decidere se pubblicare o meno. Detto in altre parole non ci saremmo dovuti accontentare del fatto che la povera Tiziana fosse introvabile, ma avremmo dovuto chiedere ai nostri collaboratori di cercare i suoi amici e familiari per capire cosa era realmente accaduto. E credo che se avessimo fatto fino in fondo il nostro mestiere quel pezzo del 2015 non sarebbe mai finito in pagina.
Peter Gomez

Questo tipo di vicende, quelle che ruotano attorno al mondo dei giovani e della tecnologia, mette in evidenza due problemi.
Uno è sul versante della stampa italiana che non è più capace di fare approfondimenti e inchieste, impegnata com'è, a sostenere il proprio referente o ad attaccare i suoi nemici.
L'altro è causato dalla polizia postale stessa, che crea l'evento ma non riesce ad impostare il discorso sulla cultura della sicurezza. Roberto Sgalla ha bisogno di far sapere agli interlocutori istituzionali che le sue specialità portano voti e quattrini e per questo sacrifica la sostanza.
Manda camper in giro, diari nelle scuole, organizza concorsi a volontà.
Ma non crea consapevolezza reale.
Le indagini hanno messo in evidenza come il cosiddetto ragazzo dai pantaloni rosa con tutta probabilità non si è ucciso per omofobia. Eppure è stato creato un evento in tour.
Su Wired giorni fa, un giornale almeno in teoria specializzato, sottolineavano la stranezza di una circolare rivolta a poliziotti che dovrebbero essere esperti in materia.
E oggi, dell'operazione conclusa tra Bologna e Roma, hanno tutti pubblicato il copia-incolla del comunicato della polizia postale. Quel tipo di indagini, che poi è quello che porta soldi effettivi nelle casse di aziende, banche e poste, non importa a nessuno.
Il punto di forza dell'America su queste questioni, è il blocco di supporto creato da polizia e ministero della giustizia, più di vent'anni fa, tra famiglie, insegnanti e giornalisti.
Oggi è raro che la polizia vada ancora nelle scuole a parlare di certi fenomeni. Lo fanno principalmente le organizzazioni di supporto create dalle famiglie.
I giornalisti conoscono i fenomeni, il disagio sociale dal quale originano, le leggi.
E ne parlano in tutte le maniere. Dalla radio ai giornali dei campus universitari.
Da noi i media fanno il copia-incolla. Partecipano all'evento creato da Sgalla ma non capiscono e non gliene importa più di tanto.
Per questo motivo di solito metto in dubbio che il miglioramento evidenziato dai dati tirati fuori ogni semestre da Di Legami, sia da attribuire al lavoro della postale con assoluta certezza.
C'è l'evento. C'è l'attenzione. Ma non una reale coscienza di quanto accade nella nostra epoca.
La cultura della sicurezza e la sicurezza partecipata sono altro.

Addendum

"Come tutte le grandi opportunita', per poterla sfruttare al meglio e senza avere brutte sorprese la Rete va 'calibrata' con attenzione, soprattutto quando si condividono pezzi della propria vita, informazioni e fotografie in primis".agi

Mi era sfuggita questa perla.

Ai ragazzi bisogna insegnare che la vita è dura e bisogna farci l'abitudine.
Si chiama resilienza.
Poi se uno vuole fare zozzerie, è padronissimo. Però deve sopportarne le conseguenze.
E nessuno ha il diritto di giudicarlo. Non in maniera violenta.
Lasciamo perdere la propaganda almeno per un pò. Siamo concreti.
Non è questione di web.
Sono lezioni di vita che s'imparano ogni volta e pagando un prezzo alto.
E siccome i ragazzi di oggi vivono una realtà più complessa rispetto a quella che vivevamo noi, almeno negli 80-90, è bene che imparino.
Ne potete incontrare anche un milione. Però è inutile raccontargli bugie .
La vita vera non è quella della famiglia del mulino bianco. Non per  tutti.
I video virali, con il proposito di fare male, continueranno a girare con buona pace del camper.

Le distrofie e patologie della rete è bellissimo.

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