martedì 12 aprile 2016

Anticipazioni

All’ambasciata italiana di Riad stringono le spalle: è cittadina canadese, non c’è nulla che si possa fare. E la sua attività sfugge anche ai Servizi segreti, che a Roma come a Riad rispondono con un nulla di fatto. 
«Quello che è accaduto a me potrebbe succedere a qualunque altra ragazza musulmana in Italia. Io stavo solo cercando qualcuno che mi aiutasse ad approfondire. Ma anche se la arrestassero, non basterebbe. Bushra non è l’unica, ce ne sono altre come lei».Repubblica via Dagospia

"C'è una task force che segue 24 ore su 24 i movimenti in Rete dei potenziali jihadisti, per anticiparne le mosse e scoprire luoghi di radicalizzazione e proselitismi virtuali".
"Un attento e continuo monitoraggio di ciò accade in Rete non può certo cancellare i rischi di attentati o di episodi connessi - rileva Di Legami - ma costituisce un efficace mezzo di contrasto alle attività di gruppi come lo Stato Islamico".cyberaffairs

Giusto per dovere di cronaca e come sempre, ricordo che è sconsigliabile parlare di stato islamico o terrorismo islamico.
Non perchè si voglia negare il ruolo che la nostra religione, o meglio una errata interpretazione di essa, ha nelle dinamiche che caratterizzano l'ondata terroristica attuale, ma perchè l'uso di simili definizioni, da un lato legittima uno stato che dal punto di vista giuridico non esiste e non è riconosciuto, e dall'altro, specialmente in Italia dove la comunità musulmana è oggetto di discriminazioni e di veri e propri attacchi basati su incitamento all'odio, riesce difficile spiegare la differenza tra Islam e terrorismo. Daesh si nutre di quella legittimazione quando lancia i suoi proclami dalle piattaforme social e sulle sue pubblicazioni. I suoi messaggi fanno più presa sui ragazzi se un rappresentante dello stato riconosce quel gruppo terroristico come valido interlocutore. In questo sforzo linguistico i magistrati, che conoscono certe problematiche, sono stati di grande aiuto. Per gli investigatori, che si occupano prevalentemente del fenomeno criminale forse è un dettaglio di poco conto, ma ci faranno l'abitudine anche loro.

Il problema non è tanto il monitoraggio e nemmeno la condivisione di informazioni. Non in Italia almeno. Ma l'analisi e le valutazioni che alla fine vengono fatte dagli specialisti dell'antiterrorismo e dai magistrati.
Io mi chiedo che senso ha, mettere in galera un ragazzetto che secondo le autorità turche stava per arruolarsi in Siria o esultare per l'operazione antiterrorismo più importante degli ultimi vent'anni, salvo poi essere smentiti dalle altre polizie e dal mancato accoglimento delle istanze di estradizione, se poi non si riesce almeno a fermare una Bushra Haik qualsiasi. E ce ne sono tante. Ognuna di loro, così come Anjem Choudary, è in grado di sfornare cento terroristi al giorno.
Il ragionamento dell'Ambasciatore Massolo sulle microcellule di nuova genesi difficili da scovare, non ha ragione di essere se si lavora in maniera mirata. Nemmeno il lupo solitario può fare tutto da solo. Anche mentre cerca su Internet gli elementi per costruire una bomba, deve per forza di cose incontrare o scambiare pensieri con qualcuno. Però se dall'altra parte non trova un infiltrato o un informatore, allora effettivamente può sfuggire ai controlli abbastanza agilmente. E dai resoconti delle operazioni parzialmente concluse finora, una figura del genere sembra non esserci. Non parlo della signorina che se ne sta seduta dodici ore al giorno a seguire i forum dalle stanze della polizia postale, ma di una persona in grado di capire dove sono i pesci importanti e se, quando e come hanno intenzione di entrare in azione.

Al solito si continua a parlare di misure preventive e repressive sempre in termini di operazioni di polizia.
Diceva l'altra sera Catello Maresca che se lo stato non c'è, il ragazzino in Campania non ha alternative oltre a quella di unirsi ai casalesi.
E' la stessa cosa per Daesh e i potenziali jihadisti. Al di là delle espulsioni e delle riunioni con gli imam preferiti che sta facendo lo stato ?

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