mercoledì 13 aprile 2016

Ups&downs ?

Nel complicato giro di poltrone, inoltre, non è escluso che per un posto di vicedirettore vengano presi in considerazione due quotati dirigenti dei Servizi come Enrico Savio, capo di gabinetto di Massolo, e Bruno Valensise. E’ molto difficile fare previsioni anche sul futuro di Alberto Manenti, direttore dell’Aise (l’Agenzia esterna), che avrebbe altri due anni di mandato essendo stato nominato il 24 aprile 2014. Manenti, 64 anni, ufficiale dell’Esercito in servizio all’intelligence dal 1980, negli ultimi tempi ha avuto alti e bassi con il governo. Potrebbe restare dov’è o avere un altro incarico: l’ultima parola, più che per altri casi, spetterà a Renzi. Stefano Vespa Formiche

Ma sarà vero questo fatto che il generale Manenti rischia il posto o si tratta dell'ennesima manovra contro la sua persona e l'ufficio che dirige, pensata per trarre in inganno chi deve prendere la decisione finale sulle nomine ?

E’difficile stabilire per quale motivo dovremmo considerare fallimentare il bilancio della gestione Manenti. Tutto quanto ci è stato propinato dalla stampa italiana in merito alle vicende del Maghreb o alla questione dei marò, aveva un orientamento ben preciso. Competenza ed indipendenza non sono caratteristiche del giornalismo di casa nostra che ha come interlocutore principale le lobby politiche e finanziarie. Dell’operato dell’Aise abbiamo conosciuto dettagli in stile novella 2000. Basti ricordare lo scenario dei dollari che sarebbero stati fotografati all’interno di un ufficio a Forte Braschi.
Difficile fare una valutazione anche perchè è stata fatta la scelta di relegare i direttori delle agenzie ai loro ruoli operativi. A differenza di quanto accade in altri Paesi, le parti delle loro audizioni che potrebbero essere rese pubbliche non lo sono e nemmeno possiamo contare su loro dichiarazioni in contesti pubblici. A dispetto di quanto ci si voglia far credere, i servizi oggi sono molto meno trasparenti di quelli del passato.

L’altro giorno Brennan ha dichiarato che se gli venisse ordinato di ricorrere di nuovo al water boarding, opporrebbe un netto rifiuto. Affermazione da prendere con le pinze, ma anche abbastanza seriamente visto il panorama attuale.
Se il direttore del Dis dichiarasse che i servizi non hanno mai concorso a rapire nessuno o che non lo faranno più, verrebbe da sorridere. Non perchè l'Ambasciatore Massolo non sia persona qualificata o autorevole. Semplicemente il suo ruolo comprende ben altro.
Se una affermazione del genere fosse fatta dal generale Manenti, gli si potrebbe dare credito. Anche se hanno cercato di metterlo in cattiva luce sin dal primo giorno alla guida ufficiale dell’Aise, in maniera persino un po’ goffa visto che siamo nell’era di internet, il direttore alla fine rimane una delle poche presenze credibili ai vertici.
L’intelligence è un comparto d’elite. Non ha bisogno dei camper o dei telefilm che hanno come protagonista il cane investigatore. Però anche per loro vale la regola dell'esserci sempre che sta alla base della sicurezza partecipata. E Alberto Manenti c'è sempre stato. E' uno di quelli che ha camminato in mezzo al fango uscendone pulito.
Le sue posizioni sono state forse in contrasto con alcuni interessi economici e politici di ambienti che gravitano attorno al governo attuale. Ma la sicurezza nazionale deve cercare di far quadrare gli interessi di tutti. Ecco perchè proprio in questo momento gioverebbe maggiormente portarlo alla guida del Dis piuttosto che lasciarlo andare.

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