domenica 27 marzo 2016

I tunisini di Mazara

Ebbene, oggi nelle comunità islamiche di più o meno recente immigrazione che si trovano in Italia (e in Europa) vigono sicuramente consuetudini di vita e rapporti sociali che i fedeli considerano ispirate a precetti religiosi (che forse le stesse autorità religiose considerano tali) ma che sono evidentemente contrari ai valori della Costituzione della Repubblica (oltre che in un buon numero di casi a delle leggi vere e proprie). Le più importanti di queste consuetudini mi sembrano quelle legate al ruolo delle donne: molto spesso tenute segregate in casa, impedite nella libertà di uscire e di muoversi a loro piacere, impossibilitate quindi ad apprendere l’italiano, oggetto di molteplici angherie. Ancora più oppressiva, come si sa, è in molti casi la condizione delle giovani, alle quali troppo spesso s’impedisce di proseguire gli studi, di frequentare i coetanei e viene imposto un rimpatrio forzato preludio a matrimoni combinati contro la loro volontà, quando non addirittura alla pratica delle mutilazioni genitali.corriere
Quando sento parlare di guerra di religione tra cristiani e musulmani e di santuari jihadisti a Molenbeek e nelle banlieues parigine, penso a Mazara del Vallo dove i tunisini si sono inseriti operosamente e pacificamente convivendo con gli autoctoni senza che la loro cultura e la loro religione diventassero vessillo di un proclama di guerra, come invece avviene in altre parti d’Europa. Ciò è potuto accadere perché a Mazara la comunità tunisina, pur non rinunciando alla propria lingua, ai propri costumi, alla propria religione, non ha fatto di questa identità uno strumento di lotta contro le regole della società che la ospita, e non si è relegata in una sorta di autoemarginazione rancorosa. Quelle regole i tunisini di Mazara le hanno accettate e con i mazaresi convivono in un rapporto di fruttuosa collaborazione. Entrambi si riconoscono figli dello stesso contesto che vivono in assoluta armonia. Gli Imam a Mazara non temono la contaminazione ad opera dei costumi occidentali, sanno che il loro gregge è destinato ad essere influenzato dalla cultura occidentale ma sanno anche che il loro credo religioso non corre alcun pericolo. Nel resto d’Europa l’integrazione è fallita e i figli di seconda generazione dell’ondata migratoria, nati europei, non si riconoscono nella cultura europea.Nino Mandalà

Per un Galli Della Loggia che non perde occasione per fare sfoggio della propria scarsa conoscenza dei fenomeni e delle genti, c'è il solito buon vecchio Nino Mandalà che dalla sua Sicilia ha capito come stanno le cose veramente ed evita di istigare alle guerre con una retorica inutile.

Scrisse un giorno Anas al Italy sul suo profilo Facebook che l'Italia è solo mafia e camorra.
Non è proprio così, ma sembra che sia così perchè quel tanto o poco di buono che c'è in questo Paese stenta a venire fuori. Abbiamo dei modelli ma proponiamo sempre quelli sbagliati come sottolineava Giuliano Tavaroli.
L'approccio di un individuo verso il mondo che lo circonda è in parte dato dalla cultura e in parte dalla religione per chi ne segue una. Per i musulmani esse dovrebbero essere se non la stessa cosa almeno vicine, ma spesso non lo sono.
L'interpretazione religiosa è condizionata da una storia travagliata, dalla cultura di appartenenza e sovente sono gli aspetti peggiori di quest'ultima a determinare la lettura dei testi sacri e l'applicazione che se ne fa nella vita quotidiana.
Parlare di rispetto della legge in contrapposizione o alternativa all'Islam è altamente fuorviante ammesso che ci sia della buonafede in ciò che si va blaterando.

I tunisini di Mazara hanno scoperto in Sicilia quanto di buono quell'isola meravigliosa è in grado di esprimere e di donare all'Italia e al mondo intero perchè hanno ritrovato nella loro cultura quanto di buono c'è nella nostra.
E da quella bontà sgorga l'interpretazione più sana e veritiera dell'Islam.

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