giovedì 31 marzo 2016

Crescente

Cassazione Terza Sezione Penale







L’entità esatta non è ancora chiara ma i dati raccolti finora ci dicono che la condivisione di materiale autoprodotto fra minori è crescente, non in modo allarmante ma crescente. Roberto Di Legami Novembre 2015


Come la luna.
No, non ce l'ho con Di Legami. Trovo che rispetto ad Apruzzese e ai vertici della polizia di stato si sia meno appiattito e rassegnato rispetto alla realtà socio-politica con la quale il mondo della sicurezza deve fare i conti. In questo senso dice anche cose logiche. A volte forse procede troppo a colpi d'accetta come ama ripetere lui. Ma almeno dà l'impressione di essere una persona viva.

Per "non allarmante" immagino che intenda che l'età media di chi pratica il sexting va dai dodici anni in su e non sei o sette come in America. E la casistica delle vicende che comportano l'apertura di inchieste probabilmente rientra nella normalità. Quindi la copertura offerta dalla legislazione vigente dovrebbe essere ottimale.
Io però non mi spiego come possano essere applicate anche nei casi di sexting tra minori, norme pensate in fondo per lo sfruttamento minorile.
Una cosa è lo sfruttamento di minori da parte di pedofili, gente quindi malata, o da organizzazioni che mirano al lucro. Altro è il gioco perverso che va dal sexting al bullismo .
Sempre di abuso grave si tratta, ma di tipo diverso.
Alla fine quanti minori vengono incriminati e condannati con il 600 ter e quater ?

In Colorado ad esempio, dove la legge è molto più dura che da noi, perchè non solo prevede il carcere per i minori ma anche l'iscrizione in un registro che ne condizionerà la vita personale e lavorativa, si sta pensando di depenalizzare il reato senza abolirlo e trasformarlo in una infrazione che chiama in causa il "cattivo uso di immagini elettroniche" da parte dei minori.
Il giudice si troverà a dover scegliere tra quali delle due norme applicare.
Il timore è che alla fine i casi verranno per la maggior parte derubricati e in un Paese in cui il sexting ha raggiunto livelli preoccupanti, la nuova legge vieme percepita come un passo indietro.
Da noi potrebbe essere un passo avanti e magari, nel caso della sentenza di Cassazione che ha rigettato il ricorso della procura de L'Aquila, anche la ragazzina che ha prodotto il selfie sarebbe stata punita. Forse l'evento la aiuterebbe a responsabilizzarsi più di una lezioncina della postale.

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