giovedì 31 marzo 2016

Torna Polifemo e si mette a giocare a palla

Per quanto riguarda invece il caso Regeni la palla ora è nelle mani delle procure italiana ed egiziana. Questo vuol dire che non saranno più i servizi – spiegano fonti Copasir – ad occuparsi del caso, dato che ad essi spetta tutta l’informazione necessaria che precede il passaggio alle procure.
il velino

Una settimana a parlare della valigetta e poi nessuno fiata se la questione non viene toccata in sede di audizione. Giornalisti che amano essenzialmente fare da megafono a partiti, governo e aziende.

La compattezza di governo, Copasir e servizi sulla questione Regeni, da un lato blinda le rispettive posizioni nella fase precedente alla morte, rigettando così palla e responsabilità nella metà campo avversaria, e al tempo stesso permette di lavorare dietro le quinte facendo pressione proprio sugli avversari affinchè si arrivi ad una versione più credibile dell'accaduto. Il governo e l'Eni stanno presumibilmente cercando di ammorbidire al Sisi. Il procuratore Pignatone pare aver aperto un varco nell'apparato giudiziario egiziano e i servizi, più che non occuparsi del caso, potrebbero sfruttare qualche canale alternativo finora lasciato inesplorato. Dovrebbero almeno.


*
A proposito delle audizioni del nostro carismatico direttore dell'Aise, ricordiamo che più di un anno fa si recò a dare spiegazioni in commissione antimafia (quella della Bindi e Claudio Fava per intenderci) circa presunte pressioni subite dal colonnello Costantini per non intralciare i piani di Matacena a Dubai e anche per lasciare il servizio.
Al momento non sembra essere emerso sul fronte giudiziario nulla di rilevante a riguardo.
Nel frattempo i fratelli Starace, che per lungo tempo furono tenuti sotto osservazione dalla stampa che seguiva la vicenda, hanno continuato il loro percorso lavorativo a dimostrazione del fatto che anche su questo fronte delle indagini finora non c'è nulla di particolarmente allarmante.
Effettivamente dai resoconti delle ultime settimane del Corriere della Calabria e dell'Espresso, che non si è lasciato sfuggire l'occasione per tornare su vicende note, pare di capire che l'anello debole dell'inchiesta sia la propaggine medio-orientale tra Emirati, Libano e Libia che vede triangolazioni complesse con i classici personaggi dell'Italia berlusconiana.
Da Gemayel al banchiere di Gazprom.
Senza dimenticare i fratelli Pizza tra i quali ricordiamo l'amico del famigerato Abdul Palazzi. Un personaggio molto simile ai vari Del Vecchio, Zumbo e Chiefari. Chi ha seguito le peripezie sismiche tra Calabria e Sicilia conosce certe storie.
Tutte questioni e protagonisti con i quali i nostri servizi hanno molta familiarità.
Difficile pensare però, che abbiano giocato un ruolo attivo in presunte coperture a protezione delle attività di Matacena. O per lo meno che questo ruolo sia stato contrario alle leggi dello stato.

Albè,

li sigillasti tutti gli apparecchi fax attivi a Forte Braschi e dintorni nell'Aprile 2014 ?
Mi raccomando. Wa salam.


*Estratto dall'Espresso in edicola il 31 marzo 2016

Nessun commento:

Posta un commento