martedì 19 gennaio 2016

Resilienza. Così parlò l'olandesino postale.

È un atteggiamento massificato, conformista, deresponsabilizzato. E sapete qual è il contrario di questa cosa? Non un vago “rispetto”, che non significa nulla, ma l’educazione all’eroismo. Eroe è colui che compie scelte rischiando in proprio, contro l’opinione comune e l’irrisione della massa, spesso contro forze preponderanti. È esattamente il contrario del “bullo”. Ovviamente non si tratta di pretendere che tutti siano eroi, basterebbe indicarne l’esempio, stabilire una norma, un modello a cui conformarsi.ilprimatonazionale

L'unica cosa intelligente, anche se espressa ovviamente in maniera molto destrorsa, tra le tante ovvietà rilevate a margine della vicenda del tentato suicidio da parte di una ragazza dodicenne in seguito a presunti atti di bullismo.

Le campagne di sensibilizzazione e le norme punitive sono di sicuro importanti ma l'input principale deve sempre arrivare dalla famiglia e dalla scuola.
Dialogo con i genitori e resilienza. Sono questi gli anticorpi da fornire ai ragazzi. Se ne parla molto in America alle riunioni con i gruppi di supporto costituiti dalle famiglie.
E' bene che i ragazzi vedano la vita in maniera positiva ma gli si deve insegnare che i momenti brutti sono all'ordine del giorno e loro devono abituarsi a conviverci. Se uno ti dice "ucciditi", o si fa finta di niente o gli si risponde "ucciditi tu". Nel Paese dove tutti istigano all'odio, dal politico al sindacalista, la legge della giungla è l'unica soluzione. Sviluppare un metodo proprio per farsi lambire dagli eventi senza soccombere alla cattiveria è alla base della resilienza.
Una forma di eroismo moderno.

L'impegno della Polizia postale e delle comunicazioni nel campo della prevenzione è noto a tutti, infatti è da anni che non siamo nelle scuole presenti quotidianamente e incontriamo centinaia di migliaia di studenti, insegnanti e genitori.   
Crediamo fortemente di dover spiegare i rischi che una navigazione insicura del web e una navigazione scorretta e non attenta possono comportare. Certo, i risultati che noi troviamo e riscontriamo rappresentano il fatto che effettivamente la stragrande maggioranza dei minori pongono in essere comportamenti della cui serietà e delle cui conseguenze non hanno idea. Questo è allarmante e non può non far riflettere sulla necessità di un sempre maggiore impegno nel campo della prevenzione. Si è già parlato per esempio di coinvolgimento dei dirigenti scolastici. Certamente qui nessuno vuole biasimare nessuno, però, per potere rideterminare le nostre strategie e ridefinire le priorità e anche la quantità del nostro impegno, portiamo avanti dei sondaggi indirizzati quest'anno anche ai dirigenti scolastici.
Ripeto, non è mio costume e neanche mia intenzione biasimare nessuno, ma vi garantisco che il quadro che emerge è veramente preoccupante. Grazie a Dio, io ho figli che ormai hanno superato quell'età, ma è veramente preoccupante vedere come i dirigenti scolastici si dichiarino apertamente incapaci di gestire la situazione. Secondo me, prima di arrivare a una decisione sulla definizione del tipo di reato o altro, non si deve perdere di vista questa priorità assoluta.   Coinvolgiamoli con grande onestà intellettuale, ma eventualmente anche con in mano una sanzione se non dovessero rendersi conto della sedia su cui sono seduti. Pretendiamo che prendano iniziative, siano considerati pubblici ufficiali, che prendano in mano la situazione ogni qual volta questa stia per degenerare. Ripeto che si potrebbe obiettare che sotto alcuni dirigenti scolastici ci sono 6.000 persone: si andrà alla delega, ma sicuramente dovrebbe essere individuata una figura forte che possa facilitare l'accesso a queste procedure accelerate. Roberto Di Legami Audizione commissioni riunite 14 Dicembre 2015

Poi dice che quelli di Anonymous lo vonno menà. Na simpatia solo a sentirlo parlare.

In Italia ci sono insegnanti che vanno nel panico sotto Natale o cercano di approfittarsene per dare sfogo alla propria laicità. Non sono in grado di chiamare ad un tavolo di discussione i genitori dei bambini musulmani che vogliono esentarli dalle lezioni di musica. Il caso del macedone espulso di recente è nato da una segnalazione alla Farnesina. Un bambino figlio di stranieri inneggiava a Daesh e il pensiero è andato al ministero degli esteri. Come se la polizia gestisse solo casi "italiani".
Per dire in che marasma si trova la scuola oggi. Figurarsi sanzionare il dirigente scolastico. Magari bisognerebbe formarlo per il momento.
E il camper della polizia non è che migliori la situazione. Anzi.
La polizia non fa prevenzione. Fa prevenzione di stampo terroristico. Cioè insegna ai ragazzini come evitare i guai. Memento mori.
Bisogna dare una mano al bullo o anche al piccolo criminale spiegandogli le norme di normale convivenza e offrendogli supporto psicologico.
Mancano un pò tutti, non solo le famiglie e la scuola come ricordava Di Legami, ma in un Paese poco inclusivo come il nostro dove alla fine il target è costituito dai ragazzini carini di buona famiglia, e non da quelli che passano il tempo su Facebook a studiarsi le abitudini del vicino per svaligiargli la casa o dalle minoranze etniche che sono vittime e carnefici di particolari forme di bullismo, perchè si bada all'interesse delle aziende che organizzano camper e convegni, poi non ci si può aspettare più di tanto. E forse a tanti piace che  la situazione rimanga così.
La torta del cyber è grande, Non è certo Carrai il problema.

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