mercoledì 2 dicembre 2015

Intrappolati

La Romania sta al cyber crime come il sud Italia sta alla criminalità organizzata. Un quinto del comparto cyber dell'Europol è costituito dai migliori specialisti provenienti dalla Romania così come molti funzionari della nostra polizia di stato vengono da terre dove il talento investigativo e la voglia di riscatto fondano un binomio formidabile .

La scienza informatica costituisce una delle migliori risorse per la Romania e fu sviluppata sotto il regime di Ceausescu che aveva l'ambizione di trasformare il proprio Paese in un polo tecnologico e moderno.

I limiti a cui purtroppo oggi è assoggettata questa scelta sono nella giovane età di una larga fetta della popolazione e nell'alto tasso di disoccupazione. I rumeni imparano ad usare il computer sin dai primi anni di vita. Beneficiano di un talento naturale oltre che di insegnamenti scolastici di alto livello però hanno anche pochi sbocchi lavorativi. Le aziende straniere investono sfruttando i bassi costi di produzione. Non è un caso che la banda di rumeni individuata dalla polizia postale dell'Emilia Romagna, secondo quanto riportato dai giornali, sia riuscita a trarre vantaggio da una falla presente in alcuni sportelli Atm prodotti nelle sedi dell'Europa dell'est dalla National Cash Register corporation. I dettagli evidentemente sono stati forniti da basisti locali. La Ncr e i colossi americani dell'IT hanno le loro roccaforti produttive nell'est europeo.
Così come non è strano che il controllo delle operazioni avesse sede nella regione di Botosani in Romania molto vicino al confine con l'Ucraina. Dopo l'inizio della guerra con la Russia e l'escalation degli attacchi hacker la Nato ha messo a disposizione dell'Ucraina una unità tecnica guidata proprio da un team specializzato proveniente dalla Romania. Eppure gli ucraini preferiscono servirsi di hackers rumeni. All'elevato tasso di cultura digitale non corrisponde purtroppo un adeguato livello di educazione alla legalità.  Tra le attività criminali preferite dai rumeni vi sono l'hackeraggio e il phishing. Complici alcune norme punitive relativamente leggere (le pene variano in media dai due ai sette anni e si spingono fino a quindici in caso di reati di rilievo) messe a punto alla fine degli anni novanta e la difficoltà degli investigatori a far fronte all'anonimato che caratterizza l'attività in rete, la Romania assieme alla Bulgaria è diventata una sorta di paradiso felice per i criminali virtuali.
Come affermava qualche mese fa ad un convegno in Svizzera il funzionario della sede rumena dell'Interpol Paolo Sartori che si occupa di criminalità informatica dell'area russa e dell'est Europa, l'aggressività con cui il cyber crime si è sviluppato ha cambiato radicalmente anche le forme di espressione della criminalità organizzata comune e ciò costituisce una sfida continua per gli investigatori. Infatti oggi in conferenza stampa il dirigente del comparto della polizia delle comunicazioni dell'Emilia Romagna ha riferito di una variante introdotta dal gruppo criminale per portare a termine le operazioni di cash trapping agli sportelli bancari colpiti sul territorio italiano.
I ragazzini rumeni annoiati che negli internet cafe si accontentavano di racimolare qualche migliaio di euro al mese prendendo di mira ignari compratori in America sono ormai quasi una rarità. Oggi gli investigatori devono confrontarsi con vere e proprie bande organizzate su vari territori e continenti.
Questo è un problema che la polizia da sola può contenere ma non risolvere.
Un giudice irlandese di recente ha applicato uno sconto di pena a due rumeni condannati per cash trapping a patto che questi lascino il Paese e non vi tornino per almeno dieci anni. Un processo durato quattro settimane che ha visto sul banco dei testimoni ottanta persone e centinaia di prove esibite.
In Italia un procedimento del genere sarebbe durato anni.
Il famoso partenariato pubblico-privato tanto caro al sottosegretario Minniti e ai vertici dell'intelligence e della polizia di stato deve muoversi in più direzioni e cambiare i rapporti di forza con i Paesi dell'est Europa, dell'Africa e dell'Asia. Deve renderli partner e non solo strumenti e strumentalizzabili.


"Una grande soddisfazione,non solo per il risultato raggiunto, ma perchè l'odierna operazione costituisce l'ennesima riprova del fatto che la strategia di contrasto seguita da tempo dalla Polizia postale nel campo della lotta alle frodi informatiche in danno degli istituti di credito e di intermediazione finanziaria, sia da ritenere vincente, in quanto si basa, oltre che sulla indiscussa professionalità degli operatori, anche su un costante ricorso al partenariato pubblico-privato e alla cooperazione internazionale". Roberto Sgalla

La gioia di Sgalla quando gli recuperano i soldi ricorda l'entusiasmo della preside di Grease.
Sono tre giorni comunque che non trovo dichiarazioni nè foto di Robertino Di Legami ?!
Sto in ansia. Datemi notizie.

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