domenica 22 novembre 2015

Sistematico

La lotta al cybercrime deve fare sistematico riferimento al partenariato pubblico-privato ed alla cooperazione internazionale. Il successo dell'operazione di oggi è il risultato di una collaborazione affidabile e trasparente tra la Polizia di Stato italiana e l’agenzia nigeriana EEFC, il cui know-how e conoscenza approfondita dei gruppi criminali operanti sul proprio territorio ha reso possibile l’arresto dei tre principali organizzatori di una organizzazione criminale che operava su larga scala e che si è resa responsabile di un numero indefinibile di frodi commesse nei 5 continenti ai danni di singoli e imprese di piccole e medie dimensioni, riusciti a sottrarsi alla cattura qualche mese fa. Questo a conferma del fatto che non esiste luogo sicuro per i criminali, questo grazie anche all’aiuto dei colleghi nigeriani. Roberto Di Legami

Ragionamento che non fa una piega ma che vedrà la polizia postale della gestione Di Legami stretta sempre più nella morsa delle aziende private e assoggettata allo strapotere Europol-Interpol.
Se da un punto di vista operativo questo modo di lavorare corrisponde a precise esigenze, da temere sono eventuali ripercussioni ed influenze di tipo sociale e politico.
L'enfasi sulla collaborazione impressa al comunicato stampa da parte delle autorità nigeriane a dimostrazione del superamento di presunte frizioni pregresse, potrebbe ad esempio essere dovuta alla insoddisfazione generata dalla vicenda dei profughi musulmani che in viaggio verso le coste della Sicilia si scagliarono contro esuli nigeriani di fede cristiana. Alla fine l'autorità giudiziaria accertò la scarsa veridicità di questa versione e la escluse dal provvedimento di incriminazione. La cosa non piacque ai media locali e mise il governo nigeriano in cattiva luce. Ha fatto notizia in questi giorni la storia di una cittadina italiana sposata ad un libanese che si sarebbe rifiutata di cedere il proprio bagaglio per la perquisizione di routine alla polizia nigeriana in servizio all'aeroporto di Lagos. La stessa avrebbe usato espressioni poco piacevoli nei confronti dei funzionari. L'alterco si è poi concluso e il bagaglio è stato perquisito ma la signora è stata sottoposta a fermo. Non sarebbe diventato un caso marò in salsa africana ma di certo avrebbe potuto compromettere le relazioni tra i due Paesi.
Bisogna ricordare che le polizie di certi Paesi come quelli africani non operano in autonomia e non sono esenti da corruzione. Quando nella collaborazione interforze con le polizie occidentali si inseriscono entità come l'Europol ed Interpol che sono, più dei normali corpi di polizia, delle polizie che agiscono su preciso input politico limitando di fatto la sovranità nazionale di alcuni stati piuttosto che di altri, allora le cose si complicano.
Sfruttiamole senza però lasciare loro troppo spazio e potere così come abbiamo fatto con l'America di Bush e Obama. Pensavamo che eleggerli come polizia del mondo risolvesse i problemi e invece li ha aumentati.

Nessun commento:

Posta un commento