domenica 22 novembre 2015

Il supercop con la memoria de fero

“Non ho mai ricevuto somme di denaro né assicurato alcun vantaggio a Lo Russo e alla sua famiglia, che sono stati costantemente al centro della nostra attività investigativa. Al punto che posso affermare che le indagini della Squadra mobile di Napoli nei loro confronti sono state di gran lunga superiori a quelle condotte, complessivamente, da tutte le altre forze di polizia”.ottopagine

Effettivamente la memoria è sicuramente una delle caratteristiche che lo rendono grande rispetto a tanti altri funzionari.
Quando espresse lo stesso concetto sul proprio operato nel corso della testimonianza resa al processo che lo vedeva imputato a Napoli, diede forse un pò fastidio la spocchia tipica del personaggio che la stampa locale gli ha costruito addosso nel corso degli anni.
Si trattava però di una sottolineatura essenziale a dimostrare non solo che nell'ambito di quella sana competizione che caratterizza l'azione delle forze dell'ordine in alcune piazze la squadra mobile era sempre stata in prima fila, ma soprattutto che Vittorio Pisani anche quando passava nottate intere in macchina con Salvatore Lo Russo alla fine non è mai stato solo.
C'erano i suoi uomini, i superiori di Napoli e Roma, gli stessi magistrati, i carabinieri che non potevano non conoscere almeno a grandi linee i suoi movimenti.
Le accuse che scaturirono in seguito alle dichiarazioni di Lo Russo circa dazioni in denaro erano risibili alla luce della ricostruzione dello storico fatta dal funzionario di polizia nell'aula di tribunale e delle testimonianze di tutti coloro i quali avevano lavorato con lui.
Anche se in sede di testimonianza si cercò di insinuare il germe del dubbio su presunte connivenze all'interno della squadra mobile nessuno riuscì mai a provarne l'esistenza.
E per quanto bravo e provvisto di memoria infallibile possa essere Pisani, nessuno nella sua posizione e sommerso da accuse così pesanti avrebbe potuto fare tutto da solo.

In merito a sviluppi riferiti ieri dalla stampa napoletana circa la questione della chiavetta a forma di cuore, prima di fare valutazioni aspetterei ulteriori dettagli dopo che lunedì la procura avrà presentato una memoria sul punto.
Al momento non è chiaro ancora cosa ci sia effettivamente nella pendrive. Se come riferiscono alcuni si tratta solo di materiale scolastico e canzoni, non si capisce come mai al poliziotto sarebbero andati cinquantamila euro.
Quello che interessa sapere è piuttosto il perchè non si sia venuti a conoscenza del supporto mancante già nel 2012 e a prescindere dalle intercettazioni sugli imprenditori. Pasticcio casuale o premeditato ?
Ricordiamo comunque che nè il dottor Pisani nè i poliziotti e i magistrati intervenuti per primi nella perquisizione del bunker sono coinvolti nella sparizione.

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