domenica 8 novembre 2015

Provocazioni

«Sicurezza sono le famiglie, i nostri figli, i luoghi di lavoro e le strade dove viviamo», spiega l’ambasciatore Giampiero Massolo, Direttore generale del DIS. «Nessuna distrazione – assicura – rispetto alle grandi minacce che fronteggiamo ogni giorno, ma nella costruzione di una rete partecipata di prevenzione e sicurezza, ci è sembrata una ulteriore occasione di crescita poter dedicare un momento particolare e costruttivo ai cittadini più giovani, che hanno parlato di sicurezza nelle aule scolastiche e con i loro disegni hanno mostrato il desiderio di conoscere meglio la nostra Istituzione e la sua mission a difesa della democrazia.
...continuiamo a guardarci negli occhi e a parlarci – rimarca Massolo – facendo, questa volta in compagnia di giovanissimi alunni, un altro tratto di strada insieme per difendere libertà e sicurezza». agenparl

E dopo l'intervista a Erri De Luca sulla storia dello spionaggio nella Bibbia e nella Tora e l'articolo della templarista di grido vaticana, sul sito della sicurezza nazionale aspettiamoci la pubblicazione del calendario di frate indovino.
Al direttore del Dis consiglio una buona lettura : un capitolo dedicato all'evoluzione dell'attività di intelligence nel mondo arabo ed islamico a cura del nostro fratello dottor Abdulaziz al Asmari analista saudita.

Fanno bene sia l'intelligence che la polizia a spingere sui ragazzini.
Oltre ad assicurare il sostegno delle lobby politiche, finanziarie e del Vaticano, i giovani sono più facili da plasmare ed eventualmente utilizzare in chiave informativa. In un Paese in cui il mondo della sicurezza ha pagine oscure da nascondere e far dimenticare, la mente giovane è un supporto da non sottovalutare.
La Gran Bretagna che invece ha ancora ferite fresche in materia di terrorismo non smentisce la propria fama di isolana. Giunge notizia da Glasgow che la municipalità avrebbe stilato una serie di raccomandazioni per aiutare i propri dipendenti ad individuare segnali di possibile attività terroristica.
Bidoni fuori posto o spazzatura sistemata male, tendine tirate per la maggior parte del giorno, vicini che ricevono visite strane o non ricevono nessuno. Questo è il vademecum, molto simile a quello diffuso tempo fa dalla national crime agency, che dovrebbe aiutare la polizia a prevenire per tempo azioni terroristiche.
Buon per loro se hanno tempo e personale per controllare tante segnalazioni.

E tornando al capo dei nostri servizi segreti, presto potremmo ritrovarlo come testimone in un'aula di tribunale.

Il tenore della difesa di Lombardo non cambia nemmeno quando da analizzare ci sono le dichiarazioni di una serie di collaboratori di giustizia. Da Fabrizio Nizza a Salvatore Sciacca. Passando per Vito Galatolo, l'ex padrino palermitano dell'Acquasanta che ha riferito di un presunto avvicinamento da parte dei servizi segreti nei confronti di Vincenzo Aiello, responsabile provinciale della famiglia Santapaola. Un contatto che sarebbe avvenuto nel carcere di Parma e che aveva come obiettivo ultimo quello di scagionare Lombardo attraverso alcune dichiarazioni costruite a tavolino. «Se consentirete l'ingresso di questi verbali - spiega Benedetti in aula -, noi saremmo costretti a chiamare come testimoni sia il capo dei servizi segreti che il presidente del dipartimento penitenziario». Il penalista lancia anche una provocazione al collegio delle giudici: «Vogliamo fare un processo serio - chiede con un velo d'ironia - o preferiamo fare qualcosa che duri due o tre anni con altri 30 o 40 testimoni?».
meridionews


Più che di provocazione parlerei di atto dovuto.
I servizi avevano evidentemente già messo in conto una eventualità del genere tant'è che si sono blindati con l'inchiesta del Copasir sul protocollo Farfalla. Quindi l'Ambasciatore Massolo non può che ripetere quanto affermato davanti alla commissione. Che cioè i suoi uomini, che in media dovrebbero prendere cinque o diecimila euro mensili, non vanno in giro per le carceri a fare propaganda politica.
Si tratta delle dichiarazioni rese da Vito Galatolo che avrebbe avuto informazioni al riguardo nel corso della sua permanenza  nel carcere di Parma. Lo stesso che parlò di Arnaldo La Barbera al soldo dei clan.
Per dire cosa è il pentitismo in Italia.

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