Solo l’arresto – avvenuto nel marzo scorso – di una cellula di islamisti albanesi ritenuti responsabili dell’instradamento in Siria di un giovane marocchino residente nel bresciano, ha indotto il giovane cerialese di 19 anni a “congelare” le sue posizioni radicali.
I carabinieri hanno così documentato un attento processo di de-radicalizzazione ritenuto tuttavia dagli inquirenti strumentale ad una strategia di “inabissamento” posta in essere dall’islamista per sfuggire al probabile controllo delle autorità, reso particolarmente capillare negli ultimi periodi vista la recente escalation del terrorismo internazionale di matrice islamista.ivg.it
E' difficile stabilire dove stia la verità in questi casi proprio perchè quando si accorgono di essere monitorati ripuliscono le bacheche e cambiano atteggiamento.
Però spulciando tra i suoi profili Facebook in Giugno quando fu resa nota la notizia dell'indagine, si notava che a partire almeno da Dicembre il suo non era un approccio radicale.
Sembrava anche un ragazzino molto integrato. L'imam della sua area ne ha parlato bene che è cosa strana perchè ormai le comunità straniere sono letteralmente terrorizzate da queste espulsioni e non si lancerebbero in difese improbabili se non fosse strettamente necessario.
Il ragazzo giocava nella squadra di calcio locale. Discuteva online in maniera molto disinvolta sia della politica del suo Paese che di quella italiana.
Però al solito non disponiamo del materiale intercettato dai Ros e delle risultanze dei pedinamenti.
Quindi non possiamo fare altro che prendere atto.
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