venerdì 26 dicembre 2014
Livello quattro
Quando qualche settimana fa il prefetto Pecoraro preannunciò che sarebbe stato opportuno che al sindaco fosse assegnata una scorta, Marino replicò che il prefetto non era suo padre.
Con quest’ultima uscita conferma il trend.
Questo rifiuto innanzitutto è indice di arroganza ed ignoranza ma soprattutto di poco rispetto dei ruoli.
Se un prefetto assegna una scorta, anche senza mezzo blindato, vuol dire che un gruppo di persone competenti ha ritenuto necessario in base ad informazioni ricevute, mettere sotto protezione il soggetto attenzionato.
C’è poco di paternalistico in tutto ciò.
E’ una questione di sicurezza.
Il rifiuto di Marino è mancanza di rispetto nei confronti dei professionisti al servizio della sicurezza, sua e della popolazione.
Ha deriso il loro lavoro.
Se lui è un potenziale obiettivo allora lo diventano automaticamente le persone che lo circondano negli ambienti che frequenta.
Un sindaco deve essere in grado di fare certi tipi di valutazione.
Questo suo proclama di stampo populista è chiaramente semplice propaganda.
Può impegnarsi a migliorare la distribuzione delle forze dell’ordine sul territorio senza rinunciare ad una scorta necessaria.
Se non fosse stata proprio necessaria, non gli sarebbe stata assegnata.
Uno così non solo non lo voterei ma non ci uscirei nemmeno a prendere un caffè assieme.
Non ci si può fidare di una persona così superficiale.
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