Uno dei giorni più belli della mia vita fu una gita fuori Muscat assieme ad un caro amico, un poeta e scrittore piantagrane che finì nel mirino del ministro dell’informazione omanita per una intervista rilasciata ad un canale indiano durante uno dei suoi soggiorni da quelle parti.In diretta disse che nel Golfo e in Oman in particolare, non v’era modo di esprimersi liberamente. Quando tornò a casa fu accolto come un eroe da amici e colleghi.
Anche gli indiani dei negozietti vicino casa sua lo avevano ascoltato con orgoglio.
India ed Oman sono praticamente sorelle e infatti nemmeno il ministro e la polizia segreta si erano persi quell’esternazione che ovviamente non piacque e venne punita con la proibizione di pubblicare qualsiasi testo o rilasciare interviste su suolo omanita.
Si trattava di una interdizione a vita così come lo era quella dell’Hiv che aveva contratto casualmente e stupidamente.
Quell’unica volta che non aveva usato il preservativo ripeteva in maniera ossessiva, gli era stata fatale.
Della interdizione senza appello dalla scrittura non gli interessava granchè perché riusciva ad aggirare l’ostacolo pubblicando all’estero.
Mohammed è un grande amante delle tradizioni lontane e straniere ed è una stella dei circoli letterari d’ogni dove.
L’interdizione perpetua dall’amore invece lo sconvolgeva.
Era consapevole del fatto che la sua condizione patologica gli avrebbe precluso un affetto sincero e duraturo.
Che poi era una cosa alla quale non aveva mai aspirato ma nella vita ci si rende conto di quello che si vuole veramente quando lo si perde.
Quel giorno andammo in una tenuta alle porte della capitale.
Era un giorno di festa e il padrone dormiva.
I tempi e i modi arabi sono simili a quelli del Sud Italia.
Comprammo un pesce enorme e arrostito da un negozietto in riva al mare e ce ne andammo a mangiare sotto ad una palma in attesa che il nostro amico si svegliasse.
Avevamo dimenticato i bicchieri e d’istinto quando toccò a Mohammed bere, lo bloccai pensando al pericolo che avesse ferite in bocca.
Non mi sono mai sentita in imbarazzo come in quel momento ma era una precauzione necessaria.
Fu un attimo di terrore ispirato da un misto di istinto di sopravvivenza e coscienza di farmacista. Trovammo un’altra soluzione. Il deserto a volte è magico. Offre vie d’uscita insperate.
Mohammed non se la prese per la mia preoccupazione.
Un malato di Aids di solito è il primo ad essere cauto nei gesti soprattutto quando è con parenti e amici o in presenza di bimbi nel momento in cui si mangia o ci si lava .
Leggevo la notizia dell’apertura di una inchiesta della procura di Bolgna su segnalazione della polizia postale dell’Emilia Romagna, circa la trasmissione nella quale si parlava del bug chasing.
Comincio ad odiare la polizia postale.
Mi mette sempre sotto al naso vicende che esulano dal mio mondo e dal mio sistema di valori.
E al contrario delle altre polizie queste non si risolvono ma crescono.
Complice un sommerso evidentemente enorme e la poca influenza sulla implementazione di politiche sociali incisive, la postale alla fine mi mette tristezza. Come se ne avessi bisogno.
Il bug chasing è un fenomeno che ebbe origine molti anni fa nei Paesi anglosassoni .
Fece scalpore un’intervista del giornale Rolling Stone ad un soggetto che lo praticava ovvero trasmetteva il virus dell’Hiv a chi lo desiderava.
Desiderio decisamente bizzarro.
All’epoca il fenomeno non era molto diffuso perché la malattia faceva paura .
La si conosceva poco ed anche le terapie non erano molto efficaci.
Il numero di morti era elevato.
Oggi con le campagne di sensibilizzazione, l’allungamento delle prospettive di vita per quelli che hanno contratto la malattia e un internet promotore di scambi e pazzie, pare che il bug chasing abbia preso piede anche in Italia.
Alla base della volontà di ammalarsi se così possiamo definirla, pare ci sia una gran voglia di novità da parte degli eterosessuali annoiati dal proprio rapporto di coppia e il desiderio di lesbiche ed omosessuali di condividere una condizione che li fa sentire parte di un’ampia comunità .
Se potessi far guarire il mio amico lo farei di corsa.
Però so anche che quando si è disperati ci si aggrappa a tutto.
Non capisco ma mi adeguo.
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