domenica 8 giugno 2014

Svolte contribuite

Dalla casa circondariale però arrivano anche voci critiche e spunti di dibattito: "Progetti come questi devono far riflettere. Il confine tra lavori volontari e "lavori forzati" e sfruttamento, in un contesto come quello penitenziario, è sottile, fragile. Ai detenuti contadini andrebbero pagati almeno i contributi.
pleuteri repubblica

Giorni fa Antonio Iovine diceva che si è pentito per dare una svolta alla sua vita.
Nobili intenti che ascoltiamo ogni volta che un pentito di mafia, ndrangheta o camorra testimonia in un'aula di tribunale.
Chissà perchè la nobiltà viene fuori solo dopo che sono stati sbattuti in galera.

Sarebbe legittimo versare contributi o anche uno stipendio, se stessimo parlando di un normale rapporto di lavoro.
La possibilità che i detenuti hanno di lavorare fuori o dentro al carcere e anche di studiare, viene data in virtù dell'obbligo che lo Stato ha, secondo un principio sancito dalla Costituzione, di rieducare chi ha sbagliato.
E non bisogna dimenticare che lo sbaglio espresso attraverso un illecito o un atto criminale, ha arrecato un danno alla società di cui si è parte.
Ne ha minato la credibilità e la stabilità.
Lavorare è il contributo minimo che chi ha sbagliato deve versare per ripristinare l'equilibrio di un sistema che lui stesso ha danneggiato.

Anch'io avrei bisogno di una svolta.
Ma al momento non arriva.
Paradossalmente ho meno possibilità di un Iovine qualsiasi o di quelli con il pollice verde.

2 commenti:

  1. Condivido la tua opinione chiara e precisa. Buona giornata e in bocca al lupo per i tuoi progetti . Patrizia

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