Tra le perquisizioni che hanno compiuto i finanzieri veneziani del Nucleo di Polizia tributaria c’è anche quella all’ufficio, presso l’aeroporto di Padova, e nell’abitazione del colonnello dei carabinieri Paolo Splendore, capo del centro Aisi del Triveneto, il servizio segreto interno. Il sospetto è che abbia fatto parte in qualche modo della rete di protezione messa in piedi da Piergiorgio Baita per bloccare accertamenti e indagini della magistratura e della Guardia di finanza nei confronti della sua «Mantovani». A parlare del colonnello lo stesso Baita, il quale ha spiegato che la figlia di Spelndore è stata assunta dalla «Palomar», una società della galassia Mantovani. Tra l’altro, due sottufficiali dell’Aisi del centro di Padova, durante le indagini, si erano fatti vivi con la Polizia giudiziaria veneziana proponendo la loro collaborazione e chiedendo informazioni.
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Era gente appartenente ai Servizi, per cui questa partecipazione, che costò molti soldi e molti altri vennero versati in tempi recenti, era un modo per pagare queste persone, per avere informazioni e per vedere di influire sulle indagini in corso
corriere
Paolo Splendore non è uno qualsiasi.
Ha lavorato a fianco di gente del calibro di Bruno Contrada e Aldo Gianni ai tempi in cui la mafia era una questione seria.
Che la figlia sia stata assunta in virtù di certe conoscenze non stupisce in questa Italia.
Può essere che la sua presunta vicinanza a Baita sia dovuta a questioni di sicurezza.
Vi saranno prove documentali di informazioni acquisite dalle sue frequentazioni.
Almeno si spera sia così .
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