sabato 10 maggio 2014
162
reati provincia -40% L'Aquila -30%
(erano il triplo nel periodo pre-terremoto)
arresti +30%
...non bastano le statistiche per far sentire piu' sicura la gente, occorre intervenire sul sentimento di insicurezza e sulle sue cause piu' profonde.
I risultati ottenuti dalla polizia di Stato non sono frutto del caso ma di precise scelte gestionali ed organizzative.
Cittadini poliziotti e non solo poliziotti tra i cittadini
...l'attaccamento alla propria citta' dei poliziotti aquilani e il loro impegno, non solo come Istituzione ma anche come cittadini, nella ricostruzione sociale...
La polizia di Stato e' un organismo sano, forte ed espressione di una democrazia matura e questo anche grazie all'insostituibile lavoro delle organizzazioni sindacali.
Non ci sono divisioni ne' spaccature
...ben consapevoli di essere al servizio delle Istituzioni e della gente e come tali sottoposti alla legge e alle regole che sono chiamati a far rispettare .
Vittorio Rizzi come ama spesso ripetere Gianni Palagonia che ci ha lavorato assieme, è un organizzatore e motivatore eccezionale.
Non c’è problema o situazione che non riesca a risolvere.
E a L’Aquila ne ha dato prova.
La diplomazia e l’abilità nel fare gruppo sono decisamente il suo punto di forza.
In questi mesi è riuscito a barcamenarsi splendidamente tra politici e industriali locali nonostante alcuni di questi siano stati colpiti dalle inchieste della squadra mobile.
Ha saputo raccogliere il consenso di cittadini e sindacati di polizia.
Però bisogna ricordare che i dati in esame risalgono ad un periodo che è iniziato ad Aprile dell’anno scorso. Il povero Pinto che qualche settimana fa si è beccato pure la ramanzina del ministro, per aver reso pubbliche cifre scomode, qualcosa l’avrà fatta anche lui.
Il Questore de L’Aquila ha anche goduto del lato positivo, se possiamo così definirlo, delle tragedie.
La gente ha compreso che la collaborazione è la miglior arma per riprendersi da un destino crudele.
E nella polizia di Rizzi gli aquilani hanno trovato una mano aperta e tesa.
Il lungimirante poliziotto però, non deve vedersela con una città laboratorio come Bologna, dove tutti sono contro tutti e la stampa ci rimesta dentro.
Insomma per parafrasare il suo collega romano, non gli diamo dieci e lode che fa troppo secchione ma lo promuoviamo a pieni voti.
Le vicende di Roma e altre questioni giudiziarie recenti, al di là delle speculazioni mediatiche, non hanno hanno messo in evidenza spaccature o criticità particolari.
Ma hanno mostrato chiaramente come la polizia di oggi sia inadeguata .
D’altra parte se un capo, al di là dalle celebrazioni di rito, insiste nel fare proclami da battaglia del tipo “mai più”, vuol dire che ha ancora le idee un po’ confuse.
Se la polizia non viene riformata, se non si ridisegneranno gli equilibri tra questa e il potere politico e se determinati spaccati sociali e la cultura del nostro Paese non cambieranno, nessuno oggi può garantire a noi cittadini che quello che è accaduto a Roma non si ripeterà a breve.
La sequenza degli eventi ha mandato una messaggio in bottiglia al ministro o a chi per lui, quasi a voler ribadire che ci possono essere esecutori o interlocutori migliori in alternativa a quelli istituzionali classici. Vedremo cosa riserva il futuro .
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