sabato 10 maggio 2025

Metapolitico

 

Non è stato scelto un Papa diplomatico. Parolin lo sarebbe stato. La scelta ha riguardato un pastore che ha svolto poi lavoro di Curia, ritenuto più adatto per affrontare le questioni di pace e di guerra. C’è una sopravvalutazione del Papa italiano. Era come se ce ne fosse una nostalgia, ma penso non si sia deciso tra un italiano e un non italiano. La scelta è stata di un uomo che potesse raccogliere l’eredità di Bergoglio e Prevost ne è stato un intimo collaboratore». Andrea Riccardi via Dagospia

L'approccio verbale di Francesco era diventato troppo di pancia.
Aveva compreso che è arrivato il momento del passaggio dal contrasto alla guerra a quello della ricerca di pace. 
E per raggiungerlo usava una retorica forte che può essere di ostacolo agli sforzi diplomatici.

La scelta di maggiore equilibrio  sotto il profilo della comunicazione da parte del nuovo pontefice va incontro alle esigenze attuali sia del popolo cristiano che degli interlocutori politici internazionali.

Nel frattempo è tornato a farsi sentire un vecchio protagonista dei tavoli di mediazione.


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