“Il sequestro del quotidiano La Sicilia nei confronti di Mario Ciancio deve diventare l’occasione per ribaltare la storia opaca di quel giornale e della sua direzione. Se vi sarà confisca, si affidi la testata ai giornalisti siciliani che in questi anni hanno cercato e raccontato le verità sulle collusioni e le protezioni del potere mafioso al prezzo della propria emarginazione professionale, del rischio, della solitudine”, commenta Claudio Fava, presidente della commissione antimafia dell’Assemblea regionale siciliana. “Togliere oggi – aggiunge – non basta: occorre restituire ai siciliani il diritto a un’informazione libera, autonoma, coraggiosa. Lo pretende anche il rispetto dovuto agli otto colleghi uccisi dalla mafia e dai suoi innominabili protettori per aver difeso quel diritto contro ogni conformismo”. ilfattoquotidiano
L'ultima volta che ha detto la sua su una vicenda giudiziaria, un signore romagnolo è passato dall'Aise al Dis. Che sia di buon auspicio per La Sicilia che è una testata importante (in un Paese in cui sono permesse pubblicazioni come Sputnik e Russia Today) e non solo nel contesto siciliano.
Non so cosa effettivamente gli venga contestato attualmente.
Una storia che va avanti da anni.
Lessi a suo tempo il decreto del gip in cui veniva rigettata una richiesta del pubblico ministero (stesso pubblico ministero che diverse volte non aveva trovato elementi per procedere) e non ne usciva un Ciancio Sanfilippo mafioso o anche colletto bianco. Piuttosto un uomo che si è trovato a fare i conti con una terra aggredita dalla mafia così come oggi viene aggredito il suo patrimonio.
A me pare che si sia mosso come meglio poteva. Ha creato un impero e ha dato lavoro.
Nessun commento:
Posta un commento