L'ironia libica sui social ha tracciato un parallelo tra Serraj ed Erdogan a causa del vizio che hanno entrambi di farsi leggi ad personam e prendere per sé, o distribuire a persone di fiducia, incarichi in posti chiave.
Magari entrambi sono politici un po' scarsi.
Ma Serraj non ha un Fidan. Erdogan invece non ha padroni da accontentare.
Senza conoscere i dettagli dell'accordo (c'è da vedere se Assad rispetterà la tregua. Putin raramente lo fa) si può solo prendere atto del fatto che Erdogan ha ottenuto tempo per ripulire l'area.
Adesso tocca ad Hayat Tahrir.
Shaykh Al Joulani non manderebbe mai al massacro i suoi uomini rischiando anche di perdere tutto. Nemmeno sarebbe disposto a perdere le linee difensive più forti sulle quali può fare affidamento, senza ottenere vantaggi adeguati rispetto ad una scelta così delicata. Deve mettere sul piatto della bilancia la contropartita offerta dalla Turchia e la resistenza interna.
Al Joulani sceglie sempre quello che è meglio per il suo esercito e per la causa che sostengono.
Foto Turkish Presidency
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