mercoledì 1 agosto 2018

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Un cambio d'atteggiamento del governo giapponese era abbastanza prevedibile. In passato la tragica fine di alcuni ostaggi aveva determinato una rottura brutale con la popolazione. Potrebbe avere giocato un ruolo anche una possibile collaborazione con il governo italiano, vista la concomitante presenza dell'ostaggio bresciano.
E' improbabile che la gestione degli ostaggi sia nelle mani del nucleo centrale di Hayat Tahrir. Verrebbero distrutti tutti gli sforzi fatti per il cambio d'ideologia e d'immagine. Se si tratta di un rapimento di marca Nusra, potrebbero essersene liberati all'epoca della transizione in Jabhat Fath al Sham, quando Al Joulani era sull'orlo della disfatta e assediato su più fronti. Gli ostaggi potrebbero essere passati nelle mani di elementi qaedisti di Hayat Tahrir, che a fasi alterne ne fanno parte, o dei qaedisti di Hurras adDeen.
Attualmente, più che di denaro, si va alla ricerca di appoggi per la sopravvivenza.
Per questo motivo regge la teoria di un rapimento su commissione ordinato dalla Turchia.
Potrebbe non essere casuale il video rimbalzato proprio nei giorni in cui si è formato il più grande esercito al servizio della Turchia nel Nord della Siria . Jabhat Tahrir al Sham e altri sono confluiti nel Liberation Front che contiene le fazioni più corpose del Free Syrian Army. Hayat Tahrir per il momento resiste alle minacce turche.
In passato l'Italia non sembrerebbe essersi avvalsa di mediatori efficienti in Siria.
Se ha possibilità di agganciare Shaykh Abu Mariya Al Qahtani potrebbe essere di grande aiuto. Ha sempre un piede in mezzo al business dei rapimenti. Fa spesso da mediatore.
Bisogna saperci trattare però.
E' comunque di fondamentale importanza, se i due ostaggi sono assieme o sono gestiti dallo stesso gruppo, che ci sia un buon coordinamento con i rappresentanti giapponesi.
Il nord della Siria di questi tempi è più insidioso del solito.

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