lunedì 6 agosto 2018

Meanwhile in Idlib

Rimasi affascinata da Abu Mohammed Al Julani mentre parlava al giornalista di Al Jazeera nel corso di un intervista nel Settembre 2016.
Credevo fosse il solito cavernicolo della covata di Al Zarqawi. Invece i suoi ragionamenti politici mostravano una visione ampia e lungimirante. Consapevole.
C'era molta della retorica che caratterizza i ritrovi tra amici e parenti nel Golfo.
Anti-americana, anti-israeliana, anti-occidentale.
Gli arabi sono sempre anti. Forse gioverebbe rimboccarsi le maniche e fare qualcosa pro, prima di lamentarsi. Però da quell'orecchio non ci sentono.
Mentre leggevo i sottotitoli pensai :
vorrei tanto avere imparato l'arabo per ascoltare quello che dice mentre lo guardo in faccia.
Ricominciai a studiare l'arabo e, anche se non faccio grandi progressi, da allora non l'ho più lasciato.
Questo si chiama carisma. Questo è Al Joulani.
Però con il fazzolettone non si può vedere.
Oggi volevo scrivere appunto del fato di Idlib.
Ma mi sono persa appresso al sorriso di Al Fateh.
Ci riprovo domani.
Chissà quanti gradi sono a Idlib.
Qua non li contiamo più ormai.

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