sabato 28 aprile 2018

I segreti custoditi dal Qatar

Asked by Lloyd Russell-Moyle(Brighton, Kemptown)Asked on: 22 March 2018 Foreign and Commonwealth Office Armed Conflict: Libya133856 
To ask the Secretary of State for Foreign and Commonwealth Affairs, whether the Government was in communication with the (a) Libyan Islamic Fighting Group and (b) 17 February Martyrs' Brigade during the war in Libya in 2011.

Answered by: Alistair Burt Answered on: 03 April 2018 ​
During the Libyan conflict in 2011 the British Government was in communication with a wide range of Libyans involved in the conflict against the Qaddafi regime forces. It is likely that this included former members of Libyan Islamic Fighting Group and 17 February Martyrs' Brigade, as part of our broad engagement during this time.

“Qassem was pressuring the kidnappers and is very upset with them,” Khayareen says in an April 2016 text message. Later, his texts describe trips by Soleimani to meet with the Kata’ib group in Iraq, as well as meetings between Qatari negotiators and representatives of the Islamic Revolutionary Guard Corps and the office of Iran’s supreme leader, Ayatollah Ali Khamenei. Washingtonpost 28Apr2018

All'epoca dello scambio delle quattro città e del recupero degli ostaggi, basandosi sulle testimonianze fornite sui social da combattenti in possesso di informazioni provenienti dai vertici dei gruppi jihadisti coinvolti, era stato calcolato che almeno cento milioni ciascuno fossero andati ad Hayat Tahrir e Ahrar al Sham.
Il comandante Soleimani non è nuovo ad operazioni remunerative, ma la cifra di cinquanta milioni pare alta. E' possibile che sia stata gonfiata per stuzzicare i malumori all'interno dell'establishment iraniano. Un articolo pubblicato evidentemente in seguito a richieste specifiche, andrebbe ad aggiungersi a insinuazioni, diffuse in questi giorni dai media iraniani, circa presunte intenzioni di golpe da parte di un Irgc insoddisfatto della presidenza poco incisiva a livello internazionale e addirittura dell'intenzione dell'Ayatollah di ordinare il riassorbimento delle Quds Force all'interno dell'Irgc per sedare le rivalità tra i comandanti.

Qualunque sia la verità, queste dinamiche non fanno altro che evidenziare la rete di relazioni che nei decenni, non solo il Qatar ma altri Paesi del medio-oriente, hanno intessuto con le nazioni occidentali.
Relazioni che hanno permesso al Qatar di accumulare un patrimonio informativo che può mettere in pericolo non solo un governo, ma la tenuta democratica di un Paese.
L'interrogazione parlamentare sul ruolo britannico avuto nel teatro libico è passata sotto silenzio perchè ormai a certe vicende siamo abituati sin dai tempi delle primavere arabe. Se anche l'MI5 di propria iniziativa avesse inviato Salman Abedi in Libia, si tratterebbe in fondo di un errore di valutazione comprensibile.
Eppure i giornali dei circuiti del Qatar hanno dato grande risalto alla risposta emersa dal dibattito parlamentare. E' sembrato una specie di messaggio al governo inglese, piuttosto che uno scoop riservato ai lettori.
La tanto apprezzata charme offensive che vede vincente il Qatar rispetto all'Arabia Saudita, soprattutto in Europa, si serve evidentemente di questi metodi. Un pò come le informazioni "trattenute" al procuratore Mueller a proposito dei rapporti tra Kushner e i governanti degli Emirati.
L'Italia, particolarmente sensibile al corteggiamento del Qatar, pare non essere sfuggita alla ragnatela.


The sources pointed out that Turkey is exerting great pressure on Hayat Tahrir to resolve itself, because Ankara itself is under pressure from Russia and Iran to implement an item in the agreement of Astana stating that the province of Idlib must be "free of terrorism", and if not cleared by Turkey, Russia and Iran They will dissolve this agreement, and will support the regime's attack on Idlib.
 alaraby 28Apr2018

A conferma di quanto ipotizzavo ieri a proposito di una possibile regia turca dietro alla vasta ondata di omicidi verificatasi ad Idlib negli ultimi giorni, da una delle testate più note in orbita Qatar è arrivata oggi la notizia delle trattative portate avanti in Turchia con gli emissari di Al Julani per convincerli a togliere il disturbo senza bisogno di offensive armate che causerebbero una pesante ondata di profughi e ulteriore caos nel Nord. Trattative che evidentemente non hanno dato esito positivo.
Al Fateh, come suo stile e carattere, non si arrende nemmeno quando è spalle al muro. Ma non avendo un sostenitore internazionale (ormai tutti sembrano convergere sulla tesi che Assad will stay e quindi non c'è bisogno nemmeno di combattere guerre parallele) non ha molte opzioni per resistere.
La tattica di andare a colpire anche altri gruppi (inclusi quelli di cui si serve la Turchia in Siria), oltre a donne e bambini, è tipica di Fidan e dei vertici militari responsabili della de-escalation. Gettare l'avversario in confusione (gli stessi vertici di HTS non riescono ancora a spiegarsi ragioni e mandanti) per non permettergli di reagire in maniera organizzata.

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