mercoledì 6 dicembre 2017

Quattro chiacchiere con Satana

Sura Al Isrâ' 
61. Quando dicemmo agli angeli: «Prosternatevi davanti ad Adamo», tutti si prosternarono eccetto Iblìs che disse: «Mi dovrei prosternare da­vanti a colui che hai creato dal fango? [29] ».
62. E disse ancora: «Che? Questo è l’essere che hai onorato più di me? Se mi darai tempo fino al Giorno della Resurrezione avrò potere sulla sua discendenza, eccetto pochi».
63. [Allah] disse: «Vattene! E chiunque di loro ti seguirà, avrà l’In­ferno per compenso, abbondante compenso.
64. Seduci con la tua voce quelli che potrai, riunisci contro di loro i tuoi cavalieri e i tuoi fanti, sii loro socio nelle ricchezze e nella proge­nie, blandiscili con promesse» [30] . Le promesse di Satana non sono altro che inganni.
65. «Non avrai però nessuna autorità sui Miei servi: il tuo Signore basterà a proteggerli.»

Sura Ibrâhîm
22. Quando tutto sarà concluso, dirà Satana: «Allah vi aveva fatto promessa sincera, mentre io vi ho fatto una promessa che non ho mantenuto. Qual potere avevo mai su di voi, se non quello di chiamarvi? E voi mi avete risposto. Non rimproverate me; rimproverate voi stessi. Io non posso esservi d’aiuto e voi non potete essermi d’aiuto. Rifiuto l’atto con cui mi avete associato ad Allah in precedenza»

Tradotto da Hamza Piccardo

In questo senso san Cipriano ha interpretato la domanda. Dice: quando chiediamo «e non c'indurre in tentazione», esprimiamo la consapevolezza «che il nemico non può fare niente contro di noi se prima non gli è stato permesso da Dio; così che ogni nostro timore e devozione e culto si rivolgano a Dio, dal momento che nelle nostre tentazioni niente è lecito al Maligno, se non gliene vien data di là la facoltà»(De dom. or. 25). E poi, ponderando il profilo psicologico della tentazione, egli spiega che ci possono essere due differenti motivi per cui Dio concede al Maligno un potere limitato. Può accadere come penitenza per noi, per smorzare la nostra superbia, affinché sperimentiamo di nuovo la povertà del nostro credere, sperare e amare e non presumiamo di essere grandi da noi: pensiamo al fariseo che racconta a Dio delle proprie opere e crede di non aver bisogno di alcuna grazia. Cipriano, purtroppo, non specifica poi il significato dell'altro tipo di prova: la tentazione che Dio ci impone ad gloriam - per la sua gloria. Ma in questo caso non dovremmo ricordarci che Dio ha messo un carico particolarmente gravoso di tentazioni sulle spalle delle persone a Lui particolarmente vicine, i grandi santi, da Antonio nel deserto fino a Teresa di Lisieux nel pio mondo del suo Carmelo?

Gesù di Nazaret Papa Ratzinger Ed. Rizzoli

«non è una buona traduzione. Anche i francesi hanno cambiato il testo con una traduzione che dice ‘non lasciarci cadere nella tentazione’: sono io a cadere, non è lui che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto. Un padre non fa questo, un padre aiuta ad alzarsi subito». «Quello che ti induce in tentazione è Satana, quello è l’ufficio di Satana».

Papa Francesco TV2000

Al-'Ankabût 
2. Gli uomini credono che li si lascerà dire: «Noi crediamo», senza metterli alla prova [3] ?
3. Già mettemmo alla prova coloro che li precedettero. Allah conosce perfettamente coloro che dicono la verità e conosce perfettamente i bugiardi.
4. O forse coloro che commettono cattive azioni credono di poterci sfuggire? Quanto giudicano male!

Un Dio creatore che ha potere su tutto il creato non può che essere alla fine anche responsabile delle tentazioni nelle quali cadiamo.
Il punto non è tanto questo, quanto il motivo per il quale agisce in tal modo.
Di certo non per farci del male, ma per metterci alla prova.
Per far si che meritiamo la sua misericordia.
Dio è giustizia innanzitutto.
E più le prove sono difficili e lunghe da superare, maggiore sarà la ricompensa e quindi l'amore che Dio ha nei confronti del suo servitore, visto che gli concede tempo e prove per purificarsi dai peccati commessi.

Sicuramente quella dell'attuale Papa sarà un'intervista interessante da seguire questa sera.
Dagli stralci pubblicati sui media viene confermata la difficoltà, tipica del cattolicesimo, di attribuire a Dio ogni potere nel timore di farlo sembrare cattivo e vendicativo.
L'umanizzazione di Dio, che viene fatto diventare padre, è un modo per farlo piacere di più .
Nei dialoghi coranici tra Iblis e Allah invece, viene fuori l'essenza del Dio creatore.

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