giovedì 10 agosto 2017

Una guerra nella guerra

Il problema non è tanto Ratney che ha lanciato il suo editto contro Hayat Tahrir, ma i politici e i leader religiosi che lo hanno fatto loro.

Chissà se Sheikh al Qahtani si è occupato delle pupe che andarono in gita ad Aleppo.
Iracheno di nascita e ormai siriano d'adozione, Abu Mariya è stato tra i giuristi più influenti di Nusra prima e di Hayat Tahrir al Sham adesso. Si occupa di varie questioni e in particolare del reperimento di fondi su larga scala. Ha una personalità controversa ma è molto portato per i rapporti umani. E' tra i pochi jihadisti che sono riusciti ad instaurare una relazione stabile con la popolazione civile. Ha stretto legami di amicizia anche con gli ostaggi di cui si è occupato, tanto da rimanere in contatto dopo la loro liberazione.
Ogni volta che pesta i piedi a Daesh, il gruppo fa arrivare in rete le foto del volto che lui invece è solito custodire con passamontagna e foulard. Le immagini diffuse qualche settimana fa, risalirebbero al 2014. In quei giorni Nusra e altri gruppi stavano cercando di formare un unico schieramento per rompere l'assedio di Deir ez Zour.


In un post infuocato sul suo profilo Telegram, usando parole forti come baghiy che nel contesto coranico assume sfumature diverse da prostituzione a tirannia, Sheikh Abu Mariya ha accusato i politici dell'opposizione siriana e i leader religiosi, di essersi messi al servizio dei loro finanziatori impegnandosi maggiormente nel contrastare l'azione dei mujahedeen, favorendo così le frizioni interne e l'indebolimento militare dei ribelli, piuttosto che condannare le atrocità commesse dal dittatore e l'inerzia dei governanti. In effetti l'orientamento dell'opposizione siriana, e delle fazioni di combattenti cosiddette moderate, è la ricerca di un compromesso piuttosto che l'impegno militare come strada verso un nuovo futuro politico per la Siria. Così facendo però, si sono appiattiti su posizioni di servizio funzionali alle singole agende dei governi che li sostengono. Combattono per guadagnarsi il salario giornaliero in attesa di quella che loro chiamano soluzione politica. Strumentalizzano il termine rivoluzione, svuotandolo così del suo significato. E di certo la condanna che spesso lanciano nei confronti delle pratiche di guerra poco ortodosse messe in atto dalle fazioni islamiste, nasconde il piano dei governi impegnati a sostenerli, di disfarsi dei gruppi scomodi. In questo modo non ottengono nulla.
D'altro canto i gruppi che ripongono molta fiducia nell'azione militare, trascurano l'aspetto sociale e politico. Ieri ad idlib è stato emesso un ordine da parte di Hayat Tahrir al Sham di bloccare l'ingresso di sigarette. Sono previsti anche incentivi per chi segnalerà la cosa Si tratta di una misura perfettamente in linea con gli insegnamenti islamici che proibiscono tutto quanto è nocivo per la salute. In genere però, nei Paesi governati da Sharia, la scelta viene lasciata al cittadino. Questo imbarbarimento della legislazione nella roccaforte di Hayat Tahrir non fa altro che allontanare la popolazione dai combattenti. E il tentativo di Abu Mariya di rompere i ranghi delle opposizioni per avvicinarle ai jihadisti, rischia di andare a vuoto.
Bisognerebbe piuttosto incrementare l'interazione con la popolazione e concordare una strategia comune con la Turchia, ormai intenzionata ad andare all'attacco dei curdi, per stabilizzare il proprio dominio ad Idlib.


Update

La municipalità di Idlib ha dichiarato falso il documento in cui Hayaat Tahrir Sham decretava il blocco dell'ingresso di sigarette in città. Nei giorni scorsi qualche negoziante si era comunque lamentato del fatto di essere stato redarguito in materia.
Casi del genere sono all'ordine del giorno.
Difficile comprendere se si tratta di un ripensamento alla luce del malumore provocato tra la popolazione o se sull'ordinanza non c'era accordo nel consiglio shariatico.
C'è anche un fattore destabilizzante che spesso interviene, ed è costituito dalle intelligence dei Paesi interessati a liberarsi degli islamisti e che utilizzano attivisti e giornalisti a libro paga. Anche questi convinti che l'unica soluzione per la Siria sia il secolarismo e che i gruppi jihadisti costituiscano tutto il male possibile. Un motivo in più per Hayat Tahrir Sham e gli altri gruppi per incrementare il livello di collaborazione con la società civile e i consigli cittadini e rurali.
Gli islamisti sono gli unici in grado di liberare la Siria da Assad. Coinvolgerli in un processo di integrazione con la popolazione locale, cosa che in parte già avviene, può contribuire alla causa.

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