lunedì 21 agosto 2017

Senza pinne e senz'aria in un mare di noia

Era stata un'estate di lavoro per Blengini.
Aveva cercato di non sottrarsi agli affetti familiari.
Ma adesso era vice-direttore operativo.
Il lavoro era la sua missione più che mai.
Aveva quasi trovato l'arredamento per l'ufficio da direttore. E aveva iniziato anche a guardarsi attorno per quello da direttore del Dis.
Certo i tempi erano quelli. Due anni.
Ma la vita è sempre piena di sorprese.
Aveva in programma per l'inverno qualche cena con il generale Parente e la dottoressa Belloni.
A prescindere da chi dei due avrebbe guidato il Dis, se a metà anno fossero scappati assieme in un'isola deserta, la poltrona da direttore sarebbe rimasta comunque vacante. Lui avrebbe potuto tenere entrambi gli incarichi per un periodo e poi passare definitivamente al Dis.
Blengini sorrise al pensiero del romagnolo attaccabrighe.
Era uno dei motivi per i quali la direzione del Dis gli stava particolarmente a cuore.

Quel pomeriggio Blengini era leggermente contrariato.
Aveva studiato assieme ai suoi una simulazione di attentato. Un posto affollato non doveva essere necessariamente in una metropoli. Gli sembrava troppo scontato. E Blengini non era un tipo scontato.
Semplicemente la perfezione fatta persona.
La sua Versilia era il posto perfetto. A proposito di perfezione. Il suo uomo però aveva rovinato tutto.
Innervosito dall'attesa si era ubriacato ed era piombato sulla folla in maniera sconnessa.
Lo volevano linciare. Aveva anche scelto una Kia. Lui si era raccomandato per una Fiat piccolina. Di quelle rubate che l'Aise teneva in garage.
Ma i suoi ragazzi a volte peccavano di troppo estro.
L'agente segreto deve essere più rigido. Da direttore avrebbe sistemato la faccenda.
Meno male che alle Focette lo si vedeva raramente. Lui preferiva altri posti.
Alla fine comunque il suo amico Frank ci aveva messo una pezza.
Lo avrebbe fatto evadere dal carcere. Cosa abbastanza facile in Italia.

Era stato talmente indaffarato da non avere proprio il tempo materiale per leggere il libro di Matteo.
Lo aveva comunque inserito tra le letture destinate ai suoi uomini e acquisite tramite il fondo cultura.
All'Aise non avevano un fondo dedicato alla cultura.
Bastava aprire i giornali per capirlo.
Blengini sospirò. Quasi rimpiangeva i tempi della Digos.
Da presidente di Finmeccanica o anche Fincantieri non avrebbe avuto tempo per sospiri e rimpianti.
Sospirò e sorrise.

Carattere ruvido.
Cuore di ghiaccio.
In una sola parola. Genio.

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