mercoledì 23 agosto 2017

Metti una Barbie a bordo. Le piroette del giovane Hariri.

اذا كان الاستقرار الامني هو نتيجة للاستقرار السياسي، فان هذه الحكومة عملت بجهد كبير على الخطين

Quando ha attaccato a parlare Gemayel, lui si è alzato e se ne è andato.

Se il governo italiano fosse seriamente intenzionato a costruire un rapporto stabile con l'amministrazione Trump, basterebbe che i nostri servizi segreti facessero in modo di sventare un paio di attentati spettacolari a firma Daesh prima di un incontro tra il presidente del consiglio e il leader americano, montando a dovere l'intera faccenda sulla stampa d'oltremanica.

Il giovane Hariri, che come il padre non è politico di professione ma sa giocarsi le sue carte, non ha bisogno d'inventarsi granchè visto che in casa sua di problemi ne ha parecchi. E' diventato abile ad orientarli e sfruttarli come meglio possono tornare comodi alla causa del proprio Paese.
Allora mentre in questi ultimi giorni molto s'è parlato di una operazione anti-Daesh a largo raggio portata a termine dall'esercito, con l'ausilio di armi americane di fresco arrivo, e dagli Hezbollah che hanno sfoderato i loro bei droni, in effetti ai primi di Luglio c'erano stati diversi raid contro i campi di addestramento. Poi Nasrallah all'improvviso aveva fatto scoppiare il caso Arsal stando bene attento a ribadire che, dopo aver messo Nusra spalle al muro, i terroristi sarebbero stati lasciati all'esercito. E alla fine era arrivata la passerella del solito generale Ibrahim che, fatte quattro chiacchiere in loco, si era preso baci e abbracci dalla gente mentre tuonava contro i terroristi.
Dopo un giro di interviste e un paio di studi da think tank, nei quali si descriveva per filo e per segno la necessità stringente di una partnership Stati Uniti- Libano, a fine Luglio il bel Saad si era incamminato verso Washington e impassibile assisteva alla reprimenda del presidente Trump contro i nemici amatissimi Hezbollah. Tornato a casa si è fatto la sua bella conferenza stampa post-Arsal con a fianco il generalone eroe.
Il tutto ha funzionato visto che gli americani hanno riconfermato il proprio supporto bellico e finanziario.
Nel frattempo è arrivata, proprio nel bel mezzo della crisi del Golfo, la grana Abdali cell.
Una rete di terroristi istigata da iraniani e Hezbollah, attiva in Kuwait da una decina d'anni e arrestata a fine 2015, è scomparsa in massa proprio mentre a Luglio veniva emesso il verdetto di condanna inappellabile. La fuga dalle carceri del Golfo è decisamente evento raro. Altra crisi diplomatica tra Kuwait, Iran e Libano.
Il giovane Hariri si è precipitato da Sheikh al Sabah per assicurare collaborazione. Certo è, che questo episodio, in un momento morto della mediazione kuwaitiana tra Qatar e Arabia Saudita andata comunque avanti per le pressioni americane, è servita a ricordare all'emiro (nel caso non l'avesse capito) che c'è poco da mediare quando il pericolo iraniano incombe. Che la fuga sia stata un favore fatto agli amici sauditi del giovane premier ? Possibile.
Ordunque ai giorni nostri il bel Saad doveva rendere conto al parlamento dell'attività propria e di quella del governo. E che succede il giorno prima dell'evento ? Il ministro dell'interno svela i risultati di una operazione d'intelligence che ha portato a smantellare una cellula di giovani libanesi che volevano fare esplodere una Barbie su un volo tra Emirati e Australia.
Fu così che il giovane Hariri ieri si è presentato alla camera iniziando il discorso con lodi a polizia ed esercito e fermamente convinto che la sicurezza sia sintomo di stabilità e del fatto che il suo governo sta lavorando bene.

E' ancora presto per effettuare valutazioni accurate sull'operato del ministero retto da Hariri all'interno del governo Aoun. Il discorso imperniato sul capitolo sicurezza e sul ripristino delle relazioni internazionali si è rivelato pieno di buone intenzioni anche in altri settori .
Alla luce del contestato rialzo delle tasse e dei tanti episodi controversi, non ultimo quello della visita di alcuni ministri in Siria, che vedono al centro degli equilibri istituzionali proprio Saad Hariri, bisogna cercare di capire quanto il suo dicastero poggi su esercito e Hezbollah o se esso sia stretto in una morsa che alla lunga può diventare pericolosa. Si tratta di un punto importante anche per le ripercussioni che può avere sull'Italia.

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