martedì 22 agosto 2017

Purissima

I vertici delle Forze di polizia e dei servizi di Intelligence hanno svolto, ognuno per la parte di propria competenza, un’approfondita analisi dello scenario internazionale, con particolare riferimento anche al nostro Paese. Anche se l’attenzione rimane altissima, il livello della minaccia non cambia per l’Italia. Ministero Interno 21 Agosto 2017

Ma che, qualcuno da quelle parti s'è mai preso competenze altrui ?

Da noi una vicenda del genere non potrebbe mai verificarsi.
Gli apparati di sicurezza spagnoli si sono persi l'imam.
Niente Internet, moderato nei sermoni (almeno dicono nella moschea catalana), solitario.
Nessun procedimento giudiziario legato a questioni di terrorismo, ma una fitta rete di contatti con profilo ad alto rischio. E i viaggi in Belgio e in Marocco.
Non so se il problema sia effettivamente politico, e quindi di cortocircuito informativo, o anche di rapporti difficili con la polizia marocchina. Fatto sta, che c'era diverso materiale su cui lavorare. Prima però. Non adesso.
Lo schema del vecchio terrorista che fa proseliti tra i giovani di una stessa famiglia lo avevamo visto in Italia con i fratelli Kachia in stretto contatto con un espulso che faceva parte dei circoli del padre e di Abu Omar.
Dalle amicizie in carcere alle frequentazioni, la Digos e i servizi lo avrebbero marcato stretto.
Adesso dicono che c'era un ordine di espulsione e non ne hanno lasciato vivo nemmeno uno di terrorista. Quindi c'è poco da andare a fare le pulci. Però il sistema è apparso un colabrodo.
Certo è, che il discorso dello scambio di informazioni serve a poco con apparati del genere.
Bisognerebbe anche accertare se ci sono legami con l'Iraq.
La storiella della fine certa di Isis, che vanno raccontando McGurk e Abadi, rimane una storiella se riescono ancora ad orientare, anche solo in parte, attacchi su suolo occidentale.

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