domenica 30 luglio 2017

Perchè lo dice la Costituzione

Ne ho scritto almeno un paio di volte.
Ma in questo frangente ci sta a pennello.

Ai tempi dell’università ero solita girare per Bologna con le cuffiette ad alto volume. Per i solitari oggi c’è internet. Allora ci si arrangiava come si poteva. Giorno e notte con Vasco e Jovanotti nelle orecchie.
Un Venerdì, sull’autobus che andava dall’ospedale Maggiore a Santo Stefano, il 13, qualcuno mi prese il portafoglio nel quale avevo molto saggiamente riposto nell’ordine : quattrini, carta d’identità e libretto degli assegni. Di ritorno a casa verso le nove mi resi conto della tragedia. Fortuna volle che abitavo dietro alla sede provvisoria del commissariato Santa Viola .  Fortuna si fa per dire, perché dopo che dopo aver raccontato in maniera isterica l’accaduto al poliziotto di turno, questi placidamente mi disse che era inutile fare una denuncia se non ricordavo gli estremi dei documenti. Una denuncia così generica non sarebbe stata nemmeno accettata.
Imbufalita, a piedi e senza cuffie, arrivai fino alla Panzacchi che anni dopo, a forza di pontificare su questioni di sicurezza, ho scoperto essere la sede del Ros del colonnello Paticchio. La stessa caserma dove si sarebbe recato l’agente tortellino per consegnare proprio al colonnello, poi passato di grado e a occuparsi di questioni d’arte, il famigerato bossolo di Villa Paglia. Chissà se ci siamo mai incontrati. I viali erano l’ideale per le mie passeggiate solitarie a tutto volume. Il quale colonnello in un’aula di tribunale poi spiegò che quella visita il tortellino se l’era sognata. Non disse proprio così ma il senso era quello. E ormai conoscendo il mio eroe romagnolo, così posso definirlo. Un visionario.
Or dunque, dopo essersi sorbiti le mie lamentele nei confronti della società, del ladro e del poliziotto insensibile, i giovani carabinieri si mostrarono simpatetici e gentilmente, con la pazienza che solo loro possono avere di sabato mattina, mi illustrarono tutte le accortezze che bisogna usare quando si va in giro per la città.
Uno di loro poi, con il sorriso sulle labbra, mi fece notare che, su un autobus affollato alle cinque del pomeriggio, era sconsigliabile agire così come avevo fatto io. Tirare cioè fuori il portafoglio per prendere il biglietto e riporre lo stesso nella tasca esterna dello zaino. A completa disposizione del ladro che era facilitato nel compito anche dal fatto che io non sentivo. Me l’ero andata a cercare.
Lo disse con un sorriso bonario. Non di scherno né di rimprovero. Perciò imparai la lezione.
I modi fanno tanto nella vita. Bisogna trovare quelli giusti a seconda dell’interlocutore e del contesto.

Diceva il generale Governale, nell'ambito di un ampio discorso a proposito della radicalizzazione e del terrorismo, che a tutte le confessioni religiose in Italia deve essere garantita la libertà di culto.
Perchè lo dice la Costituzione, ha chiosato alla fine del suo ragionamento.
Ecco, quello che manca ai poliziotti che in genere si rendono protagonisti di vicende come quelle venute alla ribalta negli ultimi giorni, e a tanti altri che la scampano perchè coperti dai colleghi in rete e fuori, è l'impianto base. La Costituzione.
Sono come i fondamentalisti ai quali mancano le fondamenta.
Il sacro Corano.
Quando un carabiniere con la storia del generale Governale, dice che la Costituzione è la base della vita della nostra nazione e dei cittadini, allora si può stare tranquilli che non farebbe mai un torto a un musulmano, marocchino o buddhista, anche se fosse fascista. Con certi poliziotti invece, sorge più di un dubbio.
Tra l'altro di questi tempi bisogna fare dei distinguo.
Il poliziotto della stazione, pur non giustificandolo, io posso anche capirlo.
Quel suo "tu qua non devi stare" era in fondo uno sfogo nei confronti del governo che accoglie tutti, però poi non si preoocupa di come i migranti vivono. Se si viene trattati da bestie, non ci si può comportare che come tali.
A quello della polstrada volendo si può anche abbonare il video.
Se l'amministrazione è impegnata in altro e non gli insegna che a fare certi proclami , addirittura diffondendoli in rete, si pagano conseguenze, è colpa sua fino ad un certo punto.
Però a quei poliziotti filosofi, che ancora lo difendono spacciando quello che ha detto per libertà di espressione, va ricordato che un poliziotto certe cose, su una carica istituzionale e su una minoranza, non solo non può dirle ma non può nemmeno pensarle. Quando è in divisa e quando è a riposo.
Se l'agente avesse fatto un discorsetto come quello che il carabiniere all'epoca fece a me, in maniera ironica ma anche seria per farmi riflettere sulla stupidata commessa, allora quel video sarebbe stato anche accettabile.
Ma si sono sentite frasi che nemmeno un cittadino comune, in una fase tanto delicata della nostra storia, dovrebbe dire. Frasi che la nostra Costituzione non dice.

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