mercoledì 19 luglio 2017

Arrocco

Magari facendo il nome del convitato di pietra di questa conversazione. Gianni De Gennaro, allora capo della Polizia. "Non ho nessuna difficoltà a farlo, anche se ci lega un antico rapporto personale. E tuttavia con una premessa, che non è necessariamente una clausola di stile. È sempre complicato e soprattutto rischia di suonare supponente dire quello che qualcun altro avrebbe dovuto fare. Anche perché non sempre si conoscono il contesto e gli equilibri in cui determinate decisioni sono state prese. Detto questo, siccome non ho nessuna intenzione di sottrarmi, perché sono un uomo e un capo della Polizia libero, le dico che se io fossi stato Gianni De Gennaro mi sarei assunto le mie responsabilità senza se e senza ma. Mi sarei dimesso. Per il bene della Polizia. Perché ci sono dei momenti in cui è giusto che il vertice compia un gesto necessario a restituire la necessaria fiducia che un cittadino deve avere nell'istituzione cui è affidato in via esclusiva il monopolio legittimo della forza. E, contemporaneamente, a non far sentire le migliaia di donne e uomini poliziotto dei "fusibili" sacrificabili per la difesa di dinamiche e assetti interni all'apparato".repubblica

Al prefetto Gabrielli piace vincere facile.

Ho conosciuto tante belle persone sui social grazie alla passione condivisa per il grande Giò.
Ci siamo scambiati foto e interviste d'epoca come fossero le figurine dei calciatori.

Al prefetto De Gennaro piace vincere e basta.
Per quello non si è dimesso.
E ne aveva tutto il diritto.
Quel giocattolo chiamato polizia, da cui ancora oggi tutti traggono benefici, è una sua creatura.

Noi piccoli fans non gli abbiamo fatto mai sconti.
Abbiamo semplicemente cercato di capirlo.
E continuiamo a volergli bene.
Nonostante la pancetta, lo stipendio milionario e le comparsate a casa di Messa.

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