lunedì 8 maggio 2017

Tra i pensieri del giovane Emiro

Nel corso della conferenza stampa tenuta al termine di una visita a Varsavia che coincideva con il forum economico Qatar-Polonia, sua altezza Tamim bin Hamad non ha rinunciato a sviluppare tematiche a lui molto care e che solitamente gli valgono critiche dure da parte della stampa dei Paesi chiamati in causa e anche vere e proprie campagne d’influenza che tendono a mettere in dubbio la stabilità del suo regno. Il sovrano ha posto l’accento sulla questione palestinese e il conflitto medio-orientale che secondo lui soffrono l’intervento tardivo e poco incisivo delle nazioni unite. Ha ribadito inoltre come la causa prima della genesi del terrorismo sia da ricercare nell'azione dei governi dispotici che dominano nelle aree più esposte.

Se la missione di Hamad bin Khalifa era di fare sapere al mondo che esiste un Paese chiamato Qatar, quella del figlio consiste nel dare forma ai termini in cui questo Paese vuole fare parte della realtà geopolitica di riferimento. In questo senso l’accelerazione impressa negli ultimi tempi all’allargamento del dialogo e delle collaborazioni con i Paesi di tutti i continenti, più che alla paura per le voci ricorrenti circa manovre tendenti ad una sua sostituzione alla quale starebbe lavorando proprio il padre, è dovuta alla consapevolezza che molto ancora c’è da fare per il Qatar per rimanere al passo con i tempi e gli eventi.
La decisione presa di recente di rendere di nuovo operative le riserve del North Field che confinano con giacimenti iraniani, ha messo in chiaro come il Qatar sia intenzionato ad ampliare produzione e distribuzione di gas liquefatto. Intenzione reiterata proprio nel corso della visita in Polonia, uno dei tanti Paesi dell’est che mira a scrollarsi di dosso la dipendenza dal gas russo e con il quale erano stati già sottoscritti contratti di fornitura.
Per parte sua il Qatar, che attualmente è in corsa con la Russia anche per un contratto in Pakistan e ha ottenuto, come componente del consorzio Golden Pass in America, il permesso di esportazione verso i Paesi non dipendenti da FTA, non punta solo al mercato europeo del gas ma anche a quello dell’industria bellica, commercio e ricerca scientifica. Stesso discorso per i Paesi africani dove sua altezza, accompagnato da una vasta compagine di governo e di rappresentanti del settore privato, ha fatto spesso capolino nelle ultime settimane.
In ottica italiana, anche se Qatar Airways sembra poco interessata alla vicenda, il Qatar potrebbe essere l'unico in grado di salvare Alitalia se la cosa è fattibile. Bisogna fornire però motivazioni adeguate.

Sheikh Tamim ricorda molto il giovane Qaboos che, resosi conto dell'inadeguatezza del padre, decise di prendere le redini della situazione. Fu molto aiutato in ciò dagli inglesi, e in particolare dal suo amico Tim Landon, i quali non lo sostennero solo per nutrire i propri interessi, ma soprattutto per aiutare l'Oman a rendersi indipendente. Al sovrano del Qatar pare mancare un mentore o un consiglio disinteressato dall'esterno in grado di toglierlo d'impaccio proprio quando è sotto attacco. Per il momento gli americani, che hanno sempre un ruolo centrale nelle dinamiche della regione, cercano di mantenersi neutrali. Qualora ritenessero scomodo qualche alleato, potrebbero intervenire in stati come il Qatar. Al giovane Tamim conviene prendere contromisure in anticipo.



Foto Qatar Tribune

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